mercoledì 28 febbraio 2018

La Stampa 28.2.18
Il Pentagono lancia l’allarme
“La Russia può usare l’atomica”
Il sottosegretario alla Difesa: “L’esercito si addestra al nucleare” Cambia la strategia Usa, testati piccoli ordigni “per deterrenza”
di Paolo Mastrolilli

La Russia si prepara all’uso limitato delle armi atomiche in caso di conflitto, e gli Stati Uniti hanno cambiato la loro strategia nucleare proprio per prevenire questo rischio. A lanciare l’allarme è stato il vice sottosegretario alla Difesa David Trachtenberg, incaricato di gestire le scelte di policy del Pentagono, durante un convegno organizzato lunedì dalla Heritage Foundation, una delle think tank conservatrici più vicine all’amministrazione Trump.
Cambia la dottrina
«Noi - ha spiegato Trachtenberg - siamo estremamente preoccupati per quella che abbiamo visto come l’evoluzione della politica militare russa, riguardo al potenziale uso delle armi atomiche». Quindi ha chiarito i dettagli dell’allarme: «La dottrina nucleare di Mosca sembra considerare attivamente la possibilità di un uso limitato di queste armi. In certi casi, le recenti esercitazioni militari russe hanno incluso un livello di attività che coinvolgeva le forze nucleari, come non lo avevamo visto dall’epoca più intensa della Guerra Fredda. Alcune operazioni hanno compreso l’uso simulato di armi atomiche, come parte di quella che viene definita una “escalate to deescalate strategy”», ossia la strategia di accelerare lo scontro per fermarlo.
La rivelazione del dirigente del Pentagono è sorprendentemente esplicita: i russi considerano realistica la possibilità di usare il loro arsenale nucleare, e si sono preparati a farlo, simulandone l’impiego nel teatro di guerra. Questo ha spinto gli Stati Uniti a cambiare la loro strategia, attraverso la revisione della «Nuclear Posture Review», appena pubblicata dal Pentagono. Il documento rilancia il ruolo delle armi atomiche, sollecitando in particolare lo sviluppo di quelle definite a «low intensity«, cioè piccoli ordigni tattici più facili da usare. Quando era uscito, gli osservatori lo avevano interpretato come una pericolosa accelerazione verso potenziali conflitti nucleari, ma Trachtenberg ha spiegato che in realtà il processo della sua elaborazione è stato l’inverso: «L’obiettivo delle nostre raccomandazioni è impedire una guerra, non combatterla. Se le armi nucleari vengono impiegate in un conflitto, è perché la deterrenza ha fallito. Lo scopo della Nuclear Posture Review del 2018 è proprio garantire che la deterrenza non fallisca».
La Guerra Fredda
In sostanza un ritorno alla strategia della Guerra Fredda, generata dal timore che Mosca sia pronta ad usare gli ordigni atomici, nella nuova versione a potenza limitata. E non soltanto Mosca: «Il nostro proposito ora è eliminare dal pensiero non solo della leadership russa, ma di qualunque potenziale avversario, la nozione che possa esistere un qualche livello di conflitto o di escalation da intraprendere, senza esporsi al rischio di una risposta commisurata». In altre parole, Washington ha osservato le esercitazioni in cui Mosca si è preparata ad usare le armi nucleari a bassa intensità, e ha reagito rilanciando lo sviluppo delle proprie, per chiarire che l’eventuale impiego di questi ordigni sarebbe seguito da una rappresaglia analoga. Una linea molto simile a quella della deterrenza, scelta durante la Guerra Fredda per scoraggiare l’uso di bombe e missili assai più potenti. «Le nostre raccomandazioni - ha concluso Trachtenberg - sono basate su una realistica valutazione del clima strategico attuale», in cui Russia, Cina e Corea del Nord stanno sviluppando gli arsenali nucleari.