il manifesto 10.2.18
Contrordine Minniti, il corteo di Macerata non sarà vietato
Oggi
in piazza. La prefettura revoca il divieto alla manifestazione: non
sussistono ragioni di sicurezza e ordine pubblico. Il sindaco chiude le
scuole e ferma il carnevale dei bambini di domani. La diocesi lo segue:
oggi le chiese non apriranno
di Mario Di Vito
MACERATA
È il giorno dell’antifascismo a Macerata. A una settimana esatta dalla
sparatoria di Luca Traini, la città si appresta a ospitare il corteo
organizzato dal centro sociale Sisma, al quale hanno aderito decine e
decine di associazioni da tutta Italia, con quaranta pullman in arrivo
da Trento a Palermo.
IL RADUNO è previsto alle 14.30 ai giardini
Diaz e il percorso si snoderà intorno alle mura della città per poi
tornare al punto di partenza. Secondo gli organizzatori – che assicurano
si tratterà di un corteo «assolutamente pacifico» – arriveranno almeno
cinquemila persone. Il sindaco Romano Carancini, dopo aver invocato uno
stop a tutte le iniziative, con un’ultima dichiarazione ha quasi
corretto il tiro: «Condivido pienamente i valori della manifestazione
antifascista. I miei dubbi erano solo sull’opportunità del momento,
visto il clima che si respira in città». Il primo cittadino ha anche
deciso di chiudere le scuole per oggi e di annullare il carnevale dei
bambini di domani. La diocesi lo ha seguito pronta chiudendo le chiese
in centro città, stop a messe e catechismo, e invitando i cittadini a
rimanere chiusi in casa e pregare.
Il segretario del Pd Matteo
Renzi chiede di «non consegnare il paese agli estremisti», continuando a
mettere fascisti e antifascisti sullo stesso piatto della bilancia. La
risposta arriva dal leader di Leu Pietro Grasso: «La piazza si può
gestire in modo ordinato e sicuro, negandola si creano più tensioni.
Cavalcare la paura non fa bene al paese». Sulla tentata strage di Luca
Traini ieri è intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni: «Il
dibattito politico è libero, la giustificazione del fascismo è fuori
dalla Costituzione italiana», ha detto durante l’apertura della campagna
elettorale della federazione Pd di Ascoli Piceno. «Non scambiamo la
situazione migratoria che stiamo affrontando con quella della
sicurezza», ha proseguito, contraddicendo la linea Minniti, «Chi soffia
sul fuoco trova spazio. Ma noi lavoriamo dalla parte opposta».
LA
QUESTURA DI MACERATA, a ben guardare, non ha mai vietato il corteo di
oggi, e nei giorni scorsi sul centro sociale Sisma si è scatenata una
incredibile tempesta di fake news istituzionali quando dopo il
famigerato appello del sindaco, le segreterie nazionali di Cgil, Anpi,
Arci e Libera avevano deliberatamente parlato di annullamento della
manifestazione. Infine il comunicato un po’ surreale della prefettura,
arrivato nella tarda serata di mercoledì, nel quale si diceva che ogni
corteo sarebbe stato vietato. Tesi poi ribadita dal ministro Minniti con
una dichiarazione: il risultato è stato una gran confusione sui social
network, con tante persone a chiedersi se alla fine si sarebbe fatto
qualcosa o no a Macerata. Poi ieri pomeriggio la prefettura ha sciolto
ogni riserva, nel prendere atto «dell’impegno degli organizzatori a
garantire il carattere pacifico della manifestazione» ha decretato che
«non esistono ragioni di ordine e sicurezza pubblica per un
provvedimento di divieto»: è il via libera definitivo.
Già tre
giorni fa il leader di Casapound Simone Di Stefano si è fatto la sua
passeggiata elettorale in centro con tanto di cronisti al seguito,
mentre giovedì sera è stata la volta di Roberto Fiore, accompagnato da
una trentina di militanti di Forza Nuova. La nottata è stata piuttosto
tesa: arrivati nella centralissima piazza della Libertà, i manifestanti
di ultradestra sono entrati in contatto con gli agenti di polizia in
assetto antisommossa. Risultato: sei contusi lievi e quattro fermati,
mentre poco distante un pugno di antifascisti protestava gridando
«assassini» e «terroristi» all’indirizzo di Fiore e dei suoi. La
tensione si è sciolta nel giro di una mezz’ora.
Il clima non è dei
migliori in città, e non soltanto perché per oggi è prevista una
leggera pioggerella, in aggiunta alle consuete temperature rigide. Come
in uno stanco gioco delle parti, diversi militanti locali del Pd
continuano ad evocare lo spettro di una piazza violenta, chiedendo un
non meglio precisato «rispetto» per una Macerata sconvolta dai fatti
delle ultime due settimane. Rispettare la città, però, significa anche
dire no al fascismo. E rispetto, d’altra parte, meritano anche Wilson
Kofi, Omar Fadera, Jennifer Otiotio, Gideon Azeke, Mahamadou Toure e
Festus Ogmabon. I sei ragazzi rimasti feriti dalla follia fascista di
Luca Traini.