Il Fatto 20.2.18
Cinema America: si può vincere, ma con il bando
di Roberto Faenza
Nuova
Sfida all’Ok Corral. Al posto di Burt Lancaster e Kirk Douglas, i
ragazzi che amano il cinema. Contro, la giunta 5Stelle. È diventata una
vertenza nazionale, da quando Gian Antonio Stella le ha dato l’onore
della prima pagina sul Corriere. Persino Gentiloni, sempre super cauto, è
intervenuto in favore dei giovani. Spot elettorale? Protagonisti i
ragazzi con alle spalle una storia di sane occupazioni, come quella
dell’ex cinema America.
Nel 2014 l’hanno convertito in luogo di
cultura, con eventi e proiezioni affollate anche la mattina. Grazie a
loro si è evitato il degrado. Due anni dopo hanno dovuto sfollare per
restituire la sala ai legittimi proprietari, che la destineranno a
speculazione immobiliare. Trovandosi a pochi metri da San Cosimato, è
parso naturale occupare pacificamente la piazza per le proiezioni
estive, anche queste super frequentate. I guai sono iniziati quando
alcuni residenti hanno protestato perché le voci delle pellicole
“impediscono di dormire”. La petizione, scrive Stella con ironia, era
firmata da 22 residenti su 3.063. Tra questi Gemma Guerrini, consigliera
M5S. Su Facebook ha postato che non c’è nulla di culturale nel
proiettare vecchi film, a suo parere un espediente per fare propaganda
al Pd. Mah. Come se non bastasse ha accusato di “feticismo” attività che
soffocano il quartiere grazie a una “civilizzazione di stampo
colonialista”. Pillole di idiozia. Il vaso è traboccato quando il
vicesindaco Luca Bergamo, assessore alla cultura, considerato persona di
valore, ha messo a bando la rassegna. I ragazzi si sono visti in
pericolo e l’hanno querelato per averli diffamati con le sue
dichiarazioni. “È pieno di denunce sulla legittimità di quelle attività e
sul disturbo alla quiete pubblica. Bisogna rispettare lo spazio fisico
dell’abitato”, ha detto a Repubblica. Non abbiamo mai ricevuto denunce,
hanno replicato i ragazzi. La guerra è divampata sul bando.
I
ragazzi lo ritengono un sopruso. Mentre il vicesindaco lo ritiene un
atto necessario. Anche lui si è rivolto a Zuckerberg, per postare la sua
opinione: “Bisogna seguire le regole che valgono per tutti nelle
medesime circostanze, anche se si è bravi”. Tutto è degenerato quando il
99% del cinema italiano si è schierato a favore dei ragazzi. Un
manifesto firmato da autori e attori di chiara fama ha scatenato la
battaglia. A costo di finire crocifisso, avrei trovato più saggio,
considerando l’autorevolezza dei firmatari, se avessero scelto di
offrirsi come mediatori tra le parti. Sono certo che avrebbero trovato
la quadra e tutto sarebbe finito in gloria. Sarà un mio limite, ma
diffido quando, per non essere scavalcati dai più giovani, entriamo in
un terreno minato. Non condivido, ad esempio, la posizione di tante
star, da Robbie Williams ai Radiohead, schierati in favore della
pirateria e del download illegale per ingraziarsi le folle giovanili.
Salvo poi cacciarle, quando ai concerti chiedono la riduzione del costo
dei biglietti. Non si lamentino se, rispondendo picche, finiscono
assordati dalle pernacchie.
La vertenza di San Cosimato poggia
sulla legittima richiesta del Comune di emanare un bando, come per tutte
le altre associazioni? Se è così, allora perché non avanzare domanda?
Con la competenza e la passione, quei ragazzi stravincerebbero,
dimostrando di non avere rivali. Mentre oggi pare abbiano deciso di
trasferirsi altrove. Per una volta che l’amministrazione sceglie la via
della legge, ha senso alzare le barricate? Non credo di poter essere
tacciato di partigianeria: proprio sul Fatto scrivevo poche settimane fa
che la sindaca Raggi dovrebbe pensare alla vergognosa manutenzione
della città. Ma dov’eravamo, quando prima gli amici di centrodestra del
sindaco Alemanno e poi quelli di centrosinistra di Mafia Capitale
facevano della legge carne di porco?