Il Fatto 19.2.18
“In lista anche altri massoni con il Pd e il centrodestra”
I
dem hanno abolito l’incompatibilità nel 2010. Le rivelazioni di Bisi,
gran maestro del Goi: “I governatori renziani ci ringraziano”
“In lista anche altri massoni con il Pd e il centrodestra”
di Fabrizio d’Esposito
Stefano
Bisi, gran maestro del Goi, il Grande Oriente d’Italia, è di ritorno da
Norcia, dove ha premiato sei studenti della zona terremotata e dove il
sindaco azzurro, Nicola Alemanno, tempo addietro ha ricevuto la massima
onorificenza del Goi riservata ai non massoni, la Galileo Galilei.
Nelle liste grilline è venuto fuori un altro fratello in grembiule del
Grande Oriente, il quarto – un avvocato candidato all’uninominale a
Ravenna, David Zanforlini – e Bisi non si tiene più: “Contro di noi c’è
una caccia all’uomo e si viola pure la Costituzione, perché una volta
eletto un parlamentare non si può dimettere contro la sua volontà, nella
nostra Carta non c’è il vincolo di mandato. Ma lo sanno i Cinquestelle
che senza di noi l’Italia sarebbe ancora nel Medioevo? Antonio Baslini
(liberale, ndr) e Loris Fortuna (socialista, ndr) fecero la legge sul
divorzio ed erano due fratelli, due massoni”. La caccia all’uomo
lamentata da Bisi, giornalista senese a capo della maggiore obbedienza
massonica italiana, con più di ventimila affiliati, è fondata appunto
sul paradosso dei pentastellati, in sonno o no, candidati con il M5s. E
così da un lato c’è Luigi Di Maio che minaccia cause per danni
d’immagine, dall’altro Renzi che ironicamente dà la sua solidarietà ai
massoni finiti nel tritacarne dell’intransigenza grillina. Ché poi è dal
2010 che il Pd non ha più l’incompatibilità tra politica e massoneria.
Ad abolirla, dopo il caso di alcuni assessori dem-massoni, fu Luigi
Berlinguer alla guida dei garanti. Continua Bisi: “Abbiamo sempre avuto
esponenti impegnati nelle istituzioni, cito per tutti Lando Conti,
libero muratore e sindaco di Firenze, che venne ammazzato dalle Brigate
Rosse il 10 febbraio 1986. Altri candidati per le elezioni del 4 marzo,
oltre a quelli del M5s? Ho fatto le mie verifiche, sì che ce ne sono,
almeno tre fra Regionali e Politiche, sia nel centrosinistra, sia nel
centrodestra. Le dico però che tutta questa corsa del massone a
candidarsi non c’è stavolta. I liberi muratori preferiscono l’impegno
nel sociale”. Bisi si sofferma pure sul rapporto con il Pd. Se non altro
per un certo strabismo del partito renziano nei confronti del Grande
Oriente, laddove germinò la P2 di Licio Gelli, loggia deviata e coperta,
zeppa di fratelli di prestigio iniziati “all’orecchio”, la cui
affiliazione era nota solo al gran maestro. Tra questi c’era anche
Silvio Berlusconi. “Per carità, da noi le logge coperte non ci sono
più”, precisa Bisi. Per spiegare lo strabismo. Bisi e il Goi sono stati
stroncati dall’Antimafia presieduta da Rosy Bindi nella relazione
finale su massoneria e mafie, che fa anche il punto sui fratelli in
rapporti coi clan, ben 193. Al tempo stesso, Bisi ha incassato in queste
settimane la gratitudine pubblica di due big renziani per l’impegno
nelle zone terremotate dell’Italia centrale: i governatori di Umbria e
Marche, rispettivamente Catiuscia Marini e Luca Ceriscioli. Sostiene
Bisi (coinvolto nel crac senese della Mens Sana basket): “Io so solo che
il Pd ufficialmente ha abolito l’incompatibilità tra massoneria e
partito per i suoi iscritti. La Bindi? In commissione Antimafia mi sono
trovato di fronte a cinquanta inquisitori spietati. Ricordo Giarrusso,
Lumia, la Sarti che ora ha problemi per la storia dei bonifici. Ma a lei
non riservo il trattamento che ha avuto con me, quando ha messo in
collegamento la mia elezione a gran maestro con la morte del mio amico
Davide Rossi (l’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi, ndr) a
Siena. In realtà, la morte di Rossi era stata un anno prima”. La
secondaobbedienza massonica italiana è la Gran Loggia d’Italia degli
Antichi Liberi Accettati Muratori (Alam). Nacque da una storica
scissione del Goi nel 1908. Per motivi politici. Gli scissionisti non
vollero allinearsi all’ordine di votare in Parlamento la mozione del
socialista massone Leonida Bissolati per abolire l’ora di religione
nelle scuole. Il gran maestro della Gran Loggia è Antonio Binni,
avvocato. Dice: “Noi siamo circa 7mila e le nostre logge sono miste,
uomini e donne. Le dico subito che noi non abbiamo candidati alle
elezioni. Per un semplice motivo: per noi la politica non è una
questione partitica ma la difesa del diritto costituzionale
dell’eguaglianza, delle garanzie di libertà e democrazia. E non diamo
neanche indicazioni di voto anche se i fratelli sono intelligenti. Che
vuol dire? Che sanno quali sono i due partiti che stabiliscono
incompatibilità tra politica e massoneria, cioè i Cinquestelle e la
Lega”. Binni non si sottrae alla questione della trasparenza sugli
iscritti: “Facciamo come in Francia dove dal 1902 c’è una legge sulle
associazioni. A quel punto tireremo fuori tutti i nostri iscritti, così
come i sindacati e i partiti, che sono i primi a non voler questa legge.
Senza la massoneria non ci sarebbe stata l’unità d’Italia. Cinque
presidenti del Consiglio furono massoni, ce lo ha riconosciuto in un
convegno anche il dottor Paolo Mieli”. Ma si può essere ex massoni?
Risposta: “Dire che si è stati massoni per hobby è una follia. Il nostro
è un percorso iniziatico sulla natura umana”. Insomma si è massoni per
sempre. Compreso Berlusconi, o no?