venerdì 23 febbraio 2018

Corriere 23.2.18
Emma Bonino: con Gentiloni e Renzi
«Così il Paese non dà un’immagine di serietà Ma Paolo ha avuto una forza rassicurante»
di Alessandra Arachi


Bonino: cerchiamo gli indecisi, i 18enni votino
ROMA «Ogni tanto mi sento sola, Marco si è sempre inventato qualunque cosa perché potessimo avere uno strumento istituzionale». È finita così ieri pomeriggio l’intervista di Emma Bonino, leader della lista «+Europa» a #Corrierelive, con un amarcord di Pannella, il suo amico di tante battaglie radicali.
A poco più di una settimana dal voto, come va la campagna elettorale?
«È una campagna elettorale mediocre, sguaiata e piena di bugie. Anche contro di noi si stanno scagliando come se stessimo promettendo lacrime e sangue».
Ma cosa succederà dopo il 4 marzo? Lei è pronta ad un patto post-elettorale?
«Questa domanda è frutto di un titolo sbagliato di un’intervista...».
E quindi?
«Al di là della fantapolitica siamo verso due soluzioni di governo: uno sovranista, anti europeo, con venature razziste evidenti, e un altro più aperto all’Europa, un po’ più timido, e noi evidentemente sosterremo questo tipo di governo, anche federalista».
E a proposito di Europa, cosa ne pensa dell’uscita di Juncker?
«Juncker dice quello che dicono tutti i commentatori, e infatti è intervenuto anche su Brexit e sulla Catalogna. Non è che stiamo facendo una grande figura di serietà. Ma...».
Ma cosa?
«Se riusciamo a convincere una parte consistente di questo mare di astensionisti possiamo avere delle sorprese nonostante una pessima legge elettorale che è stata fatta in modo che nessuno avesse la maggioranza».
E come farebbe a convincere un diciottenne al primo voto?
«Caro amico diciottenne, non ti sei impegnato tanto per nascere in Italia, è capitato, è una tua fortuna, un privilegio che ho avuto anche io, ma nel mondo ci sono milioni di persone che ancora rischiano la vita per avere questo diritto al voto...».
Che cosa ne pensa del fatto che Paolo Gentiloni rimanga a fare il presidente del Consiglio? L’ultimo endorsement lo ha avuto dal presidente emerito Napolitano...
«Tutto dipende dal voto degli elettori. Certo si deve dire che Gentiloni ha avuto una forza rassicurante, è più dialogante, e forse questo Paese ha bisogno di un periodo di serietà, ma anche di una classe politica che non inciti agli scontri».
Le sembra che ci sia molta violenza in giro?
«Ci sono stati vari episodi complessivamente preoccupanti e penso che a questi bisogna reagire in modo netto e anche molto urgente, con fermezza e serietà, e non giustificarli come ragazzate. È come giustificare l’antisemitismo perché esistevano gli ebrei o uno stupro perché la ragazzina portava la minigonna. E poi...».
Poi?
«Vorrei citare la mia mamma. Qui si passa dall’insulto verbale alla violenza e ci chiediamo perché: noi dovremmo dare l’esempio di buona educazione. L’educazione, diceva la mia mamma, è rivoluzionaria».