La Stampa 25.1.18
Fiumi di soldi nella ricerca: così Pechino sfida gli Usa
L’esperto: “Test più economici e poche regole”
di Stefano Massarelli
Con
la prima clonazione di un primate mediante la tecnica del trasferimento
nucleare da cellule somatiche, la stessa usata per la pecora Dolly, la
Cina compie un importante passo nel campo della ricerca scientifica e in
quello che è stato definito «Sputnik 2.0», ovvero il duello biomedico
tra Cina e Stati Uniti.
Nel luglio scorso, sempre gli scienziati
cinesi sono stati i primi al mondo a combinare la clonazione con
l’ingegneria genetica, creando il primo esemplare di cane di razza
beagle mediante una delle più moderne tecnologie e con la promessa di
sfruttare questo risultato per dotare le forze di polizia cinesi di una
razza canina «migliorata» nelle abilità fisiche. Ma gli scienziati della
Muraglia potrebbero presto compiere importanti passi in avanti anche
nelle terapie mediche, utilizzando la tecnica dei bisturi molecolari, la
Crispr-Cas9, per modificare le singole «lettere» del Dna a scopi
curativi. Secondo quanto riportato dal «Wall Street Journal», circa 86
pazienti affetti da cancro e Hiv in Cina hanno ricevuto ufficialmente le
prime terapie sperimentali con cellule «riparate» geneticamente
attraverso la Crispr-Cas9 nell’ambito di un trial clinico, anche se i
tentativi di sperimentazione portati avanti dai laboratori cinesi
potrebbero anche essere di più.
«Gli enormi investimenti fatti
dalla Cina nel campo della ricerca e della tecnologia nell’ultimo
ventennio stanno cominciando a dare i loro frutti» commenta Pier
Giuseppe Pelicci dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. La Cina è
infatti tra i Paesi del mondo che hanno destinato più fondi a
infrastrutture di ricerca e capitale umano nel nuovo millennio. Una
strategia che ha portato Pechino ad ottenere il primo posto al mondo per
numero di pubblicazioni scientifiche, ponendosi per la prima volta
davanti a Washington.
Ma ad alimentare il dibattito sono
soprattutto le norme etiche meno stringenti della Cina rispetto al mondo
occidentale, che più di una volta hanno fatto sollevare controversie.
Come accaduto, ad esempio, nel 2015 con il primo editing genomico di
embrioni umani da parte di scienziati cinesi, che ha attirato su di sé i
riflettori di tutto il mondo, oppure con il primo uso della tecnica
Crispr-Cas9 in embrioni clonati a partire da cellule adulte, avvenuta a
settembre. Questo approccio «aggressivo» alle sperimentazioni, seppur
aspramente criticato, sta portando i suoi frutti anche sul piano di
capitali destinati alla ricerca. «Molte industrie attive nel campo
biomedico - conclude Pelicci - stanno spostando i loro investimenti lì
poiché i trial clinici costano meno e sono soggetti a regole meno
stringenti».