giovedì 25 gennaio 2018

Il Fatto 25.1.18
Con una mannaia massacra la moglie e un bambino di 3 anni affidato per qualche ora da amici

È stata abbandonata in una pozza di sangue sul balcone, massacrata a colpi di mannaia. Era la moglie dell’assassino. Il figlio di tre anni di una coppia di amici, invece, è stato trovato agonizzante pochi metri più in là. Si trovava in quella casa perché la mamma, impegnata per lavoro, aveva chiesto alla donna di ospitarlo per la notte. È morto poco dopo in ospedale. Quando i carabinieri sono entrati in quella casa, a Cremona, di fronte alla chiesa parrocchiale di San Francesco, al quartiere Zaist alla periferia della città, si sono trovati davanti a una carneficina raccapricciante. Qualcosa ha scatenato la follia omicida di Wu Yongqin, di 50 anni, cinese, da tempo seguito dai servizi sociali e già in cura per problemi psichiatrici. I suoi frequenti stati di squilibrio non gli permettevano di lavorare, ma non si erano mai manifestati con una violenza tale da creare timori per l’incolumità dei familiari. Wu Yongqin aveva tentato il suicidio tempo fa, gettandosi da una finestra ed era rimasto claudicante. Ieri invece la furia dell’asiatico si è scatenata sulla moglie Chen Aizhu, di 46 anni, e sul piccolo Wen Jun Ye. Yongquin è stato arrestato dai carabinieri pochi minuti dopo l’aggressione, proprio nel momento in cui il figlio tredicenne rincasava dalla scuola media Vida. Il ragazzo è stato affidato ai servizi sociali del comune di Cremona.
Sembra, dai primi riscontri, che poco prima del massacro ci sia stata una banale lite: lui lamentava il fatto che la moglie non avesse provveduto a recarsi a Milano per rinnovargli il passaporto che era scaduto. È stata una passante che dalla strada ha sentito urla strazianti ad avvisare con una telefonata i carabinieri. Pensava che l’uomo, scorto attraverso la porta-finestra del balcone, brandisse un bastone e così ha detto nella chiamata al comando provinciale dell’Arma. L’uomo ha colpito la moglie prima in bagno, ma i fendenti mortali le sono stati inferti in cucina dove la donna era fuggita nel disperato tentativo di salvarsi. Infine è scappata sul balcone dov’è morta. Il bambino è stato raggiunto da almeno tre colpi di mannaia. L’omicida ha aperto la porta ai carabinieri impugnando la mannaia, ma senza opporre resistenza.