Corriere 24.1.18
Tutti i distinguo del signor Rossi, che si ispirava a Bernie Sanders
di Monica Guerzoni
Libero
sì, ma di dire quello che gli passa per la testa. Da quando ha varcato
la soglia di Leu da fondatore, Enrico Rossi non fa che lanciare
fiammiferi (accesi) sulle braci già ardenti della nuova sinistra:
«Dissidente io? Sono uscito dal Pd per poter esprimere la mia opinione.
Se non sbaglio ci chiamiamo Liberi e uguali». Bersani vuole il dialogo
con i 5 Stelle? Il governatore della Toscana li bolla come «persone
reazionarie e inquietanti». Gli ex ds respingono gli appelli di Prodi
all’unità? E lui sull’Europa sociale lo loda: «Ha ragione». E se
Fratoianni mette il veto su Gori e Zingaretti, Rossi tifa per l’accordo:
«Non facciamoci del male lo dissi io, prima del D’Alema». Il D’Alema.
Il Grasso. Il Bersani. Il Fratoianni. Per ognuno, l’ex comunista fiero
di chiamarsi Enrico come Berlinguer ha un avviso scandito in
controtempo. Un mese fa, mentre i fratelli coltelli si scannavano in
nome del passato, Rossi gandhianamente invocava la desistenza: «Facciamo
in modo che non scorra il sangue». Per un anno ha battuto lo Stivale
dalla punta al tacco, ostinato a convincere gli elettori che l’Italia ha
il suo Bernie Sanders: «Lo potrei fare, lo saprei fare». Ha scritto un
libello e, senza falsa modestia, lo ha intitolato Rivoluzione socialista
. Nel 2015, con un’era geologica di anticipo sulle primarie, ha sfidato
Renzi tirandosi dietro il sospetto di essere «il migliore avversario
possibile». E al referendum, alla faccia dei «gufi» pronti a silurare
«Matteo», ha piazzato serafico la crocetta sul sì: «Renziano io? Mai!».
Figlio di un camionista, nato nel 1958 tra la Piana di Lucca e il
Valdarno inferiore, l’uomo di Bientina ha una storia da funzionario di
partito. Un po’ filosofo e un po’ giornalista, ha affinato l’arte di
differenziarsi dai compagni e la cosa lo diverte assai: «Ho superato il
riflesso conformista che una certa tradizione gloriosa aveva instillato
in tanti di noi. Dico quello che penso e molta gente mi ascolta». Giorni
fa era in Puglia, terra di D’Alema: «Non è solo sua... Sono stato
invitato dai compagni, dalemiani e non» .