giovedì 2 novembre 2017

Repubblica 2.11.17
Renzi vola in Usa e Micari resta solo Veleni nel Pd: “Non era mai successo”
Il rettore minimizza: non è tempo di vicerè. Anche Alfano dà forfait. Orlando contro i dem
di Emanuele Lauria

PALERMO. Il rettore che si è definito una matricola concluderà il suo viaggio elettorale senza i principali sponsor d’agosto: Matteo Renzi e Angelino Alfano, salvo sorprese dell’ultima ora, non ci saranno negli ultimi giorni di campagna. Fabrizio Micari, il candidato del centrosinistra per la Regione siciliana, ufficialmente non ne fa un dramma: «È finito il tempo in cui questa terra aveva bisogno di viceré che venivano a tranquillizzare il popolo ». Parole in linea con il profilo “gentile” (da slogan) con cui Micari si è proposto nella sua sfida impossibile, dopo l’infelice esperienza amministrativa di Crocetta e la rottura con Bersani e D’Alema.
Ma sono parole che coprono elegantemente la condizione di solitudine nella quale affronta le fatiche finali: il segretario del Pd è sbarcato in Sicilia solo per un blitz (un’ora in tutto) in una saletta di un albergo catanese frettolosamente riempita di candidati e amministratori dem. È accaduto venerdì scorso: «Non so se tornerò, devo andare da Obama», ha detto l’ex premier commiatandosi. E Alfano? L’ultima volta che si è fatto vedere accanto a Micari è stata il 14 ottobre, venti giorni fa.
Impietoso il confronto con le trasferte-fiume dei leader delle altre forze politiche: Beppe Grillo è arrivato a Catania nel week-end, ha fatto il pienone a Catania e domani farà di nuovo capolino a Palermo per mettere il sigillo sull’avventura elettorale di Giancarlo Cancelleri. Silvio Berlusconi ha raddoppiato gli sforzi previsti inizialmente e alla tappa palermitana ha aggiunto quella etnea. Matteo Salvini si è prodotto in un tour lungo cinque giorni che si concluderà domani mattina, attraversando in treno mezza Sicilia. E le sue performance isolane, Salvini, le ha accompagnate proprio con una stilettata a Renzi: «Ma dov’è? Dobbiamo chiamare “Chi l’ha visto?”? Dice che ama la Sicilia ma pare sia negli Usa...».
È stato almeno sfortunato, Micari. Che martedì ha visto pure due ministri renziani in partenza per la Sicilia dare forfait all’ultimo momento: Luca Lotti per un improvviso virus intestinale, Graziano Delrio per una fastidiosa ernia. Sono rimasti lontani dal rush elettorale, insomma, due “fedelissimi” dell’ex presidente del consiglio che peraltro avevano disertato anche il cdm di venerdì scorso sul caso Bankitalia. Ma tant’è. Non sono mancate, in precedenza, le visite degli esponenti del governo Gentiloni. E ieri anche il capogruppo del Pd Ettore Rosato ha fatto una conferenza stampa con Micari.
Ma è l’assenza del leader a fare la differenza. E a suscitare malumori e borbottii, nelle stanze del Pd siciliano: «Non sono i ministri a portarti consenso - dice un alto dirigente del partito a Palermo - La vera anomalia è costituita dal fatto che non ci sia il segretario nell’ultimo giorno di una campagna elettorale importante come quella siciliana: non è capitato quasi mai in passato». Troppo facile, per alleati e avversari, abbinare la distanza di Renzi al suo tentativo di sminare la competizione isolana dicendo che è «un test locale». E concludere che l’ex rottamatore non vuole metterci la faccia. Troppo facile annotare come l’investimento più cospicuo lo stiano facendo i capi delle forze politiche maggiormente accreditate per la vittoria: centrodestra e M5S.
Micari sa che deve sopportare il peso di tensioni interne al Pd e al centrosinistra che probabilmente esploderanno dopo il voto: «È come il referendum, pago l’ostilità degli anti-renziani». E prosegue il suo viaggio senza sussulti verso un terzo posto probabile. Al suo fianco è rimasto qualche amico di sempre: il sottosegretario Davide Faraone e Leoluca Orlando, che ieri ha portato il rettore in giro fra i mercati di Palermo. «Il disimpegno? Forse del Pd siciliano ma non di Renzi: lui ha sostenuto Micari anche a distanza e l’ha voluto più degli altri», dice il sindaco. Con una affermazione che sembra già una chiamata di correo.