mercoledì 15 novembre 2017

Repubblica 15.11.17
Anna Falcone
“Sciogliamo il gruppo del Brancaccio Con questi partiti non si può che litigare”

«Noi ci fermiamo qui. Non è possibile andare avanti, perché il progetto della sinistra unita si è trasformato in un ring tra quei partiti». Anna Falcone è, con Tomaso Montanari, leader del movimento civico del Brancaccio, dal nome del teatro romano in cui si erano convocati la prima volta.
Falcone, voi del Brancaccio siete artefici dell’ennesima scissione a sinistra.
«Ci siamo fermati per senso di responsabilità e coerenza. Io ho una enorme fiducia nei compagni di base, ma i vertici di quelle forze politiche hanno continuato a bisticciare. La contrapposizione poi tra le due forze di Mdp e Rifondazione era diventata una guerra».
Ma cosa vi ha allontanati: i vecchi riti della politica, la spartizione dei posti in lista?
«La coazione a ripetere, direi. Non si costruisce così una nuova sinistra. Noi abbiamo puntato a un discorso innovativo, di apertura a tutto quel popolo che si rifugia nell’astensionismo, di nuovi metodi».
Anche Rifondazione sulla cui struttura organizzativa vi siete appoggiati, vi ha attaccati alla fine.
«Non ci siamo mai appoggiati su Rifondazione. Siamo sempre e solo andati avanti con i volontari. Ma per l’assemblea del 18 novembre non c’erano più le condizioni di sicurezza».
Non vi sembra un po’ la scissione dell’atomo?
«Noi non ci siamo neppure organizzati in movimento, abbiamo puntato a un percorso e ci siamo messi a disposizione. L’abbiamo fatto non per sedere a un tavolo o per chiedere qualcosa in cambio. Sono dispiaciuta, molto».
Non avete apprezzato la scelta di Pietro Grasso, il presidente del Senato, come leader della nuova sinistra?
«Ho grande stima di Grasso e ho capito che anche lui è avulso dai tatticismi della politica e si è posto come garante di un percorso della sinistra, nonostante il ruolo che ha. E questo dà la misura di quanto gravi motivi di urgenza ci siano. A lui chiediamo che sia garantita la massima trasparenza perché quello che nasce a sinistra non sia una Sinistra arcobaleno con una spruzzata di civico».
D’Alema l’ha sentito?
«Non ho questa frequentazione. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per il No al referendum costituzionale».
Ora cosa farete? E lei per chi voterà?
«Volevamo essere unificanti e siamo diventati bersaglio di critiche infondate e ingenerose da parte di Rifondazione comunista e terreno di conflitti. Io voglio sperare di votare per la sinistra che non c’è ancora. Ho apprezzato quanto detto da Fratoianni e Civati, però non c’è più tempo, è l’ultima chiamata».
(g. c.)