Repubblica 14.11.17
Mancava solo la scissione dei civici, eccola
Falcone e Montanari annullano la convention nazionale del Brancaccio e dicono no a Grasso e Bersani: “vecchi riti di partito”
ROMA.
Scissione continua. Non bastasse la frattura tra il Pd e il resto della
sinistra, ecco anche quella tra il resto della sinistra e i civici. A
esplodere e staccarsi dal progetto della listone anti renziana è infatti
il movimento di Anna Falcone e Tomaso Montanari. Quelli del Brancaccio,
insomma, dal nome del teatro romano in cui si erano autoconvocati la
prima volta per lanciare la proposta di un cartello elettorale di tutta
l’area anti-dem. Ora però che quasi tutti i componenti di questo
cartello sono sulla via dell’unificazione - Mdp, SI, Civati e forse
Pisapia - a smarcarsi sono proprio loro, Falcone e Montanari.
L’annuncio
arriva con un comunicato online in cui si avvertono compagni, amici e
simpatizzanti che «l’assemblea nazionale del 18 novembre al teatro
Brancaccio è annullata». Non problemi logistici e organizzativi, ma
politici, perché la convention «in un simile clima esasperato rischia di
trasformarsi in uno scontro tra partiti e rende ormai irraggiungibile
la costruzione di una lista unica a sinistra».
Quindi, indietro
tutta. Anche se Montanari, che posta un suo documento (cui seguirà oggi
quello di Anna Falcone), scrive: «Il Brancaccio si ferma. Per ripartire
». Divisioni anche tra i due? Almeno questo no. Su Facebook Falcone
chiarisce: «Per la gioia dei più io e Montanari non ci separiamo ma
andiamo avanti insieme ». Insieme in un’associazione che si chiamerà
“Democrazia e uguaglianza”. Si candideranno comunque con una loro lista?
«Ridicolo - chiariscono per ora - pensare che abbiamo in mente le
poltrone ».
La delusione è politica, l’analisi dura: si parla di
spartizione e di vecchi riti. Montanari si scusa «con tutti coloro che
non di rado con sacrificio hanno già acquistato il biglietto del treno o
dell’aereo e con tutti i cittadini che sarebbero venuti a discutere la
redazione finale di un progetto per il paese».
Il j’accuse non
lascia spazio a ripensamenti. Dice Montanari: «Sento il dovere di
denunciare pubblicamente che i vertici dei partiti della sinistra hanno
deciso che non vogliono questa alleanza con chi sta fuori dal loro
controllo». Ovvero lui e Falcone. E ancora: «I segretari di Mdp,
Possibile e Sinistra italiana hanno scelto un leader e questo ha risolto
tutti i problemi: nella migliore tradizione messianica italiana». Il
leader al quale allude Montanari è Pietro Grasso, presidente del Senato,
che ai civici di sinistra non piace proprio. «Stanno lanciando -
attacca ancora Montanari - un’assemblea costruita con una spartizione di
delegati dei partiti, con equilibri attentamente determinati».
Non
si salva neppure Rifondazione comunista, sulla cui struttura
organizzativa il movimento civico si era appoggiato: «Il partito che è
stato lasciato fuori dall’accordo, Rifondazione comunista, ha reagito in
modo identico ». E anche qui, parole dure: «Dopo avere preso in
ostaggio l’assemblea provinciale del Brancaccio a Torino, Rifondazione
ha fatto capire di volere fare altrettanto con quella del 18 a Roma».
Perciò, niente convention. L’appello adesso è: «Costruire una sinistra
dal basso, una coalizione sociale e civica». Non in tempo, forse, per il
voto del 2018. ( g. c.)