La Stampa 27.11.17
“Istigazione all’anoressia”. Denunciata una blogger
Una mamma di Ivrea fa oscurare il sito della 19enne. Plagiate migliaia di ragazzine
“Ti insegno a diventare anoressica”
Migliaia
di minorenni plagiate dal blog, una madre di Ivrea preoccupata per la
figlia denuncia il sito. La Procura lo oscura e apre un’inchiesta per
istigazione al suicidio
di Giampiero Maggio
Induceva
ragazzine di 14 e 15 anni a perdere peso, le convinceva a seguire una
dieta particolare con un apporto massimo di 500 calorie al giorno. Se
avessero abbondato con il cibo un rimedio c’era: vomitare. E qui
venivano dispensati consigli e metodi su come fare. Adesso una
diciannovenne di Porto Recanati, autrice del blog “Pro Ana”, nato per
alimentare il fenomeno dell’anoressia e frequentato da migliaia di
adolescenti, è stata denunciata dalla procura di Ivrea per induzione al
suicidio e lesioni gravissime.
A sollevare il caso è stata,
infatti, una mamma di Ivrea, preoccupata perché la figlia quattordicenne
Marina (la chiameremo così) continuava a perdere inspiegabilmente peso,
più di 10 chili in pochi mesi. Inutile ogni tentativo di avvicinarsi
alla ragazzina e chiederle che cosa le stava capitando. “Non voleva
parlare con me, non voleva spiegarmi che cosa le stava capitando. E
intanto continuava a dimagrire giorno dopo giorno, ero disperata”. Così
la donna ha deciso di andare a fondo. Ha aperto il pc della figlia, ha
sfogliato pagine e pagine, fino a quando l’occhio non è caduto su un
blog al quale la quattordicenne era iscritta. Si chiama Pro Ana e
illustra, secondo l’autrice, “il corretto stile di vita”. Spiega come
fare a sopravvivere e a perdere peso con una dieta a bassissimo apporto
calorico. La donna scopre e legge un passaggio da brividi: “Appena ti
svegli la mattina non mangiare. Se proprio senti il bisogno di
ingurgitare qualcosa opta per il caffè americano. Se non mangi a
colazione e vai avanti così, non sentirai alcun dolore allo stomaco
perché questo non è ancora stato aperto, ma è ancora chiuso (di solito i
crampi vengono la sera)”. Ancora: “Bevi tantissima acqua, anche se stai
per sentirti male, aspetta cinque minuti e poi ricomincia a bere (dopo
un po’ di giorni che lo facevo ne sentivo sempre più il bisogno. Quindi,
diventa una cosa naturale continuare a bere)”. Per la donna è una
pugnalata al cuore. Capisce in che rete malata sia finita la figlia. E
allora si rivolge alla polizia.
E’ la fine del 2016 quando alla
donna si spalanca quel mondo virtuale frequentato da centinaia di
ragazzine come sua figlia. Lo racconta al vicequestore del Commissariato
di Ivrea, Gianluigi Brocca, che poi ne parla in procuratore capo,
Giuseppe Ferrando. Le indagini vengono affidate al sostituto procuratore
di Ivrea, Lea Lamonaca. Poi, la domanda: come bisogna muoversi? Gli
uomini del nucleo investigativo, con gli esperti di sistemi informatici
del Commissariato, sanno che l’unico sistema per capirne di più e venire
a capo di questa storia è usare una chiave per ottenere la fiducia di
chi gestisce e frequenta il blog. Soltanto così si potrà entrare a far
parte del gruppo. Così una poliziotta si finge adolescente con problemi
di peso. Entra usando credenziali fittizie e inizia a chiedere consigli,
spiega che non sa come fare per perdere quei chili di troppo e in
cambio riceve consigli su come fare per liberarsi di quelle calorie. “Ci
veniva spiegato anche come dovevamo vomitare e in che occasione della
giornata”. Scopre, poi, che il blog è utilizzato da migliaia di utenti,
per la maggior parte minorenni. Le indagini, dopo un lavoro durato mesi,
portano fino a Porto Recanati, ad una diciannovenne, anch’essa
anoressica.