giovedì 2 novembre 2017

La Stampa 2.11.17
Pronta la lista Bonino-Pisapia
Alla kermesse anche Boldrini
di Fabio Martini

Per ora non si è mai schierata, continuerà a restare fuori dalla mischia sino all’inizio della campagna elettorale, ma la presidente della Camera Laura Boldrini, domenica 12 novembre, si siederà nelle poltrone di prima fila del teatro Golden di Roma in occasione della manifestazione che - dopo snervanti tentennamenti - segnerà il lancio elettorale di Giuliano Pisapia e del suo Campo progressista. Un romper gli indugi che si intreccia con un analogo tormentato giro di boa: quello impresso dai Radicali Italiani di Emma Bonino che, dopo ben quattro giorni di congresso, hanno deciso di partecipare alle prossime elezioni politiche, auspicando un’intesa, oltreché col Campo di Pisapia, anche con tutte quelle «forze politiche» impegnate sul fronte europeista.
Una doppia novità che era nell’aria e che preannuncia una svolta nell’offerta elettorale a sinistra: il varo entro Natale di una Lista progressista e federalista, un cartello Bonino-Pisapia nel quale potrebbero confluire sindaci, movimenti di base, i Verdi, il Psi, personaggi del mondo prodiano. Una Lista mossa dall’ambizione (per ora non dichiarata ma evidente) di drenare, nell’area di centrosinistra, l’opinione pubblica che non si identifica più nella leadership di Matteo Renzi e dunque «una lista che può diventare il concorrente più insidioso del Pd, proprio perché contiguo», chiosa Bruno Tabacci, del gruppo vicino a Pisapia.
Una mission, quella “anti-Pd”, raccontata dalle biografie dei promotori di una Lista che, sebbene debba ancora concretizzarsi, nelle ultime ore è uscita dal libro dei sogni. Soprattutto Emma Bonino. Con un carisma intatto negli anni e testimoniato da sondaggi che la collocano ancora sul “podio” delle classifiche della fiducia, Bonino resta diffidente verso il renzismo, più volte evocato ironicamente durante il congresso, come quando alludendo a Renzi, ha detto: «L’idea del Re Sole e le costellazioni, caro segretario Pd, non fa per noi».
Se non sorgeranno intoppi organizzativi sempre possibili, buona parte delle chances elettorali di questa nuova area sono affidate anche agli endorsement dei possibili “patron”. Durante il congresso radicale sono intervenuti alcuni di questi personaggi, certo non intenzionati a candidarsi, ma influenti su aree di opinione pubblica: Enrico Letta, Romano Prodi (in videomessaggio), Roberto Saviano in carne e ossa. E anche il ministro Carlo Calenda, che ha chiamato gli applausi dei quattrocento congressisti radicali con un intervento brillante e di sostanza, che ha dimostrato una vocazione politica, che lui stesso (in privato) nega di avere.