lunedì 27 novembre 2017

La Rai non ha un’identità...
pagina 99 24.11.2017
Per il servizio pubblico una rete è abbastanza 


Nel giro di un paio d’anni: Diego Bianchi detto Zoro e il suo Gazebo, Giovanni Floris e Massimo Giletti, Minoli e ora Milena Gabanelli, dopo il brillante Andrea Salerno. Brain drain, direbbero gli inglesi; metodo Cairo più prosaicamente noi italiani. L’editore del Corriere fa incetta di volti noti, svuota i palinsesti della televisione pubblica rastrellando tutto e il suo contrario, l’inflessibile regina di Report e il popolare, auto-proclamato scomodo Giletti, ottimi traini per share e pubblicità. La grande fuga minacciata ora è praticata, resta il fortino di Fazio su Rai1 (in crisi), e chissà per quanto ancora. Da dicembre 2015 a dicembre 2016, ricordava La Stampa all’inizio di quest’anno, l’azienda radiotelevisiva ha perso «nell’intera giornata il 2,04 per cento di share mentre Mediaset negli ascolti ha guadagnato l’1,29 per cento». Si difendono le fiction, ma è poca cosa. «La Rai non ha ancora un progetto», ammise l’ex direttore Campo Dall’Orto a un anno dall’insediamento e poco prima di essere defenestrato. Non ha più un’anima, azzardiamo. Non è solo questione di ascolti o di caché, ma di identità: cos’è oggi la Rai? Sempre meno servizio pubblico, poco e male prodotto commerciale. L’escamotage di inserire il canone in bolletta ha invertito l’emorragia di contributi dagli utenti, ma quanto può durare l’affezione coatta? La politica è rimasta dov’era, per un Santoro che ritorna c’è un Guelfo Guelfi che rimane (il consigliere renziano sdegnato dall’idea che Gabanelli volesse in prime time spazio un tempo riservato a Enzo Biagi), e al prossimo giro non sarà diverso. Ridare un’anima alla Rai, già ma come? Qualche tempo fa, Giorgio Gori, ex fondatore di Magnolia e ora sindaco di Bergamo in corsa per la presidenza della Regione Lombardia, avanzò la proposta di una Rai divisa in due, una rete di puro servizio pubblico, pagata con il canone, l’altra di agguerrito prodotto commerciale finanziato con gli spot . Una governance indipendente affidata a un trust sul modello inglese. Ma delle idee di Gori, a Viale Mazzini non è arrivato nulla. Sono arrivate, invece, la moglie e la cognata. E nemmeno quello è stato un successo di pubblico, anzi.