domenica 19 novembre 2017

internazionale 11.18.2017
I partiti femministi avanzano in Scandinavia 
Secondo Feministiskt initiativ anche nella regione con la più elevata parità di genere al mondo c’è ancora molto da fare per raggiungere l’uguaglianza tra uomini e donne 
di Anne Grietje Franssen, Trouw, Paesi Bassi

I paesi scandinavi sono ai vertici di tutte le classiiche sulla parità di genere. Nel Gender gap index del World economic forum l’Islanda, la Norvegia e la Svezia occupano tre delle prime cinque posizioni. Una classifica europea stilata secondo criteri molto simili cita la Svezia, la Danimarca e la Finlandia come i tre paesi in cui si riscontra la minore disparità di genere. In Norvegia, dopo le elezioni legislative di settembre, tre donne hanno assunto ruoli chiave nel nuovo governo. In Svezia il numero di uomini e donne in parlamento è quasi uguale. In questi paesi sono i padri a spingere i passeggini. “Il mondo considera la Scandinavia il paradiso delle pari opportunità”, spiega Gudrun Schyman, leader di Feministiskt initiativ (Fi), partito femminista che si sta affermando nei paesi scandinavi. L’Fi è attiva in Svezia dal 2005. Quest’anno ha partecipato per la prima volta alle elezioni legislative norvegesi e il 21 novembre si presenterà alle amministrative in Danimarca. “Rispetto ad altre aree del mondo, sembra che in Scandinavia le donne abbiano motivo di ritenersi soddisfatte”, dice Schyman. Ed è vero: in questa regione il movimento femminista ha ottenuto successi considerevoli in dalla metà del novecento. “Ma anche qui sotto certi aspetti c’è ancora molta strada da fare”, dice Schyman. Cita alcuni esempi: il divario salariale, la scarsa rappresentanza femminile nelle aziende e nelle università, la ripartizione sproporzionata delle responsabilità tra i genitori, la violenza contro le donne. A questi quattro temi, che il governo svedese aveva già inserito tra le priorità nazionali, se ne sono recentemente aggiunti altri due: la disparità di genere nell’istruzione – i ragazzi hanno un rendimento peggiore rispetto alle ragazze, ma migliori opportunità una volta usciti da scuola – e nella sanità. “Gli uomini ricevono un’assistenza migliore”, dice Schyman. In media una donna deve aspettare l’arrivo di un’ambulanza più a lungo di un uomo. Nel 2013 Schyman ha assunto la guida dell’Fi, che nel giro di un anno e mezzo è passata da duemila a più di ventimila iscritti. Ma alle elezioni legislative del 2014 il partito ha ottenuto solo il 3 per cento dei voti ed è rimasto fuori dal governo. L’Fi ha avuto più fortuna alle europee dello stesso anno, che hanno portato all’elezione della prima europarlamentare di origine rom. Il partito è presente in tredici comuni svedesi, compresa Stoccolma. Secondo Schyman, pur essendo stati inclusi nell’agenda nazionale, i sei temi citati risultano ancora marginali nell’azione del governo. “Sono etichettati come questioni femminili, delle quali dovrebbero occuparsi le organizzazioni di donne”, dice. Molti partiti svedesi hanno una sezione femminile. “Ma che senso ha? Non esistono sezioni per soli uomini. La disparità di genere è un problema sociale strutturale, non una faccenda da donne”. L’esempio ambientalista Christian Christensen, ricercatore dell’università di Stoccolma, paragona la posizione dei partiti femministi di oggi a quella dei partiti ambientalisti degli anni settanta e ottanta. Come l’Fi, anche quei partiti riunivano gruppi diversi ed erano visti come misteriose formazioni di nicchia. “L’ambiente non era considerato un tema politico, ma più un passatempo della domenica”, spiega. Oggi invece la difesa della natura è un tema ampiamente condiviso. “L’Fi ha introdotto il femminismo nel dibattito politico generale”, spiega Christensen. “Ora anche i partiti più conservatori esprimono il loro sostegno alla causa”. In Scandinavia il femminismo non è più circondato da quel clima di contrapposizione che perdura in molti paesi. “Ho vissuto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove il femminismo è ancora considerato conflittuale e motivato dall’odio per gli uomini”, conclude Christensen. 

Da sapere 
Conferme e sorprese 
Paesi con la più alta percentuale di donne in parlamento, 2017 
1 Ruanda
2 Bolivia 
3 Cuba 
4 Islanda 
5 Nicaragua 
6 Svezia 
7 Messico 
8 Finlandia 
9 Sudafrica 
10 Senegal      

 Fonte: Unione interparlamentare