il manifesto 7.11.17
Le sinistre sull’attualità della rottura bolscevica
Ottobre
rosso. L’iniziativa organizzata dal Forum russo «Alternative» con il
sostegno del Fondo Rosa Luxemburg. Mille partecipanti da Asia, Africa,
Europa e Stati uniti. A confronto Samir Amin, Kerstin Kaiser della
Linke, Savas Matsas e Luciana Castellina (Si)
di Yurii Colombo
MOSCA
«Ci rivediamo qui tra un anno per i 200 anni dalla nascita di Karl Marx
per discutere ancora sulle prospettive del marxismo e della sinistra»
promette Alexander Buzgalin il fondatore del forum russo della sinistra
«Alternative», che con il sostegno del Fondo Rosa Luxemburg, ha
organizzato la 3 giorni di convegno internazionale a Mosca
sull’«attualità dell’Ottobre».
Un’iniziativa straordinaria per
estensione geografica dei partecipanti e qualità del dibattito. 60 forum
ma anche spettacoli teatrali e film inediti hanno segnato le giornate
moscovite: rivoluzione e cultura, filosofia e marxismo, eco-socialismo e
sviluppo umano sono stati solo alcuni dei temi su cui gli oltre 1000
partecipanti si sono confrontati senza paracaduti ideologici.
La
stessa composizione degli invitati provenienti da tutti il mondo non
dava del resto altra possibilità che un confronto libero da
diplomatismi. Dall’Italia la nostra Luciana Castellina. «Sono venuta a
Mosca per la prima volta nel 1957. Era qui che volevo essere per il
centenario dell’Ottobre», ha voluto sottolineare.
La delegazione
cinese, con ben 23 professori provenienti dalle «università di marxismo»
hanno con orgoglio sottolineato le «conquiste del socialismo di
mercato» ma anche la necessità di operare per «ridurre le diseguaglianze
economiche» e rendere sempre più «verde» il socialismo cinese.
Sulla
Cina e sulla sua «via nazionale al socialismo» ovviamente non potevano
mancare le polemiche e la richiesta di spiegazioni da parte di molti
altri partecipanti al convegno. Importanti delegazioni di professori e
studiosi anche da altri paesi dell’Asia come il Giappone e l’India ma
anche dall’Europa e dagli Stati uniti.
Il clou è stata la tavola
rotonda di domenica scorsa con Samir Amin il teorico marxista egiziano,
di Kerstin Kaiser del fondo Rosa Luxemburg e già deputata della linke,
di Liudimila Bulavka-Buzgalina dell’università di Mosca, di Savas Matsas
professore di Atene e di Luciana Castellina di Sinistra italiana.
Samir
Amin ha sostenuto le vie nazionali al socialismo e la necessità di
alleanze con potenze come quella russa. secondo Amin il cuore della
trasformazione socialista resta nei paesi in «via di sviluppo» e non nei
paesi capitalistici avanzati. Amin ha rivendicato appieno l’esperienza
sovietica: «Sono per il socialismo in un paese solo, immaginare
rivoluzioni internazionali o simultanee è insensato», ha affermato lo
studioso egiziano.
Una posizione che ha lasciato qualche dubbio a
Kerstin Kaiser che si è detta convinta che la necessità di riflettere
ancora sulla «tragedia staliniana e sul terrore», sostenendo poi la
necessità di una maggiore integrazione delle forze di sinistra in
europa: «Se l’esperimento greco è finito male è anche perché abbiamo
fatto poco in europa per sostenerlo», ha detto.
Liudimila
Bulavka-Buzgalina ha sottolineato come nell’esperienza sovietica,
soprattutto nei primi anni «si è assistito a un grande tentativo di
trasformazione spirituale e culturale non solo di impronta comunista ma
anche anarchica e democratica radicale» che non deve essere disperso.
Dopo
l’intervento di Luciana Castellina (che riportiamo qui), ha concluso
l’assemblea Savas Matsas che ha rivendicato il carattere mondiale della
rivoluzione d’Ottobre e la sua attualità in un mondo ancora devastato da
guerre e crisi. «Dobbiamo tanto all’Urss che ci ha salvato dal nazismo.
Non a Stalin, ma a quei 25 milioni di sovietici che sono morti nella
Seconda guerra mondiale».
A San Pietroburgo intanto continuano le
celebrazioni organizzate dal Partito comunista di Zjuganov con la
presenza di 103 partiti comunisti provenienti dai 5 continenti. Qui il
clima è diverso, segnato da una certa ufficialità. Il richiamo acritico
non solo all’esperienza dell’Urss ma anche dello stalinismo è risultato
perfino esagerato, in alcuni momenti, per un partito che si prepara a
contendere la presidenza a Putin nel prossimo marzo.
Di certo a
Zjuganov non basterà per arrivare al Cremlino la giusta battaglia contro
la rimozione del mausoleo di Lenin perorata dal governatore ceceno
Kadyrov ma anche dalla stella nascente dell’opposizione liberale Xenya
Sobchak (e su cui si attende la parola finale di Putin).
Fuori dal
coro dell’assise l’intervento del segretario di Rifondazione comunista
Maurizio Acerbo che, pur rivendicando i grandi risultati del «socialismo
reale», ha voluto omaggiare le vittime del terrore stalinista e ha
perfino citato le critiche di Kropoktin a Lenin sull’autogoverno, «così
tanto amate dal compagno Chavez».