Il Fatto29.11.17
Israeliani e palestinesi. Il paradosso di Bertrand Russell vale ancora oggi
La
stampa italiana non ne ha parlato, non so quella estera. Ma la notizia è
molto preoccupante e deve allertare tutti i democratici. La terza
sessione del Tribunale Russell sulla Palestina, a cui hanno partecipato
giuristi e intellettuali di tutto il mondo, ha dichiarato ufficialmente
che il popolo palestinese è “soggetto a un regime istituzionalizzato di
dominazione che integra la nozione di apartheid come definita in diritto
internazionale”. E continua sostenendo che se la situazione sudafricana
e quella israelo-palestinese sono diverse da un punto di vista storico e
di contesto, molte delle pratiche israeliane superano, addirittura, a
livello di discriminazione e oppressione, quelle della realtà
sudafricana.
Ezio Pelino
Tra Sudafrica e Israele
nei decenni della Guerra fredda è scorso sotterraneo uno scambio
fruttuoso di know-how sulla Bomba atomica. I due regimi, accomunati dal
“Tribunale (di opinione) Russell” nell’apartheid e nel “sociocidio”
(neologismo che ricorda il genocidio ma di potenza lessicale e
immaginifica assai ridotta), hanno indugiato a lungo in una proficua
alleanza bellica che secondo gli autorevoli membri della commissione
(riunita per la conclusione dei suoi lavori proprio in Sudafrica) era
prima di tutto di adesione a una certa visione (razzista, viene detto)
del mondo.
Il destino del Sudafrica è poi passato dal bianco e
nero all’arcobaleno, Mandela è diventato popolare quanto Lady D
compiendo un miracolo anche mediatico che nemmeno Madre Teresa, e ora
l’apartheid dell’ex colonia britannica contesa ai boeri è solo sociale
ed economico.
Da Israele invece i palestinesi continuano a subire –
non solo secondo il Tribunale senza pena che porta il nome del suo
fondatore, il filosofo e molto altro Bertrand Russell, ma anche per
diversi organismi internazionali – da decenni un’emarginazione e un
trattamento da casta inferiore (a proposito, Gandhi esordì come avvocato
dedito alla non violenza proprio in Sudafrica) che sembra non avere
soluzione, sballottati tra le faide dei propri rappresentanti politici
(Fatah e Hamas riconciliati apparentemente di fresco) e il disinteresse
della comunità internazionale (chi grida più: giù le mani dal valoroso
popolo palestinese?). Nel 1929 una commissione britannica guidata dal
giudice Walter Russell Shaw condannò sia arabi che israeliani per le
reciproche violenze. Dunque vale sempre il detto “La causa fondamentale
dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di sé
mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi” (Bertrand Russell).
Stefano Citati