giovedì 30 novembre 2017

Corriere 30.11.17
I fotografi che hanno fatto la storia
di Fabrizio Villa

«Se le fotografie non sono abbastanza buone vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza…». È la frase ormai famosa di Robert Capa, il più celebre dei fotoreporter ma anche il primo a delineare i tratti essenziali di un mestiere i cui principi rimangono inalterati ancora oggi, a dispetto delle innovazioni tecnologiche. Con la complicità della fotocamera il compito è sempre lo stesso: essere nel luogo giusto al momento giusto.
Il nuovo libro di Ezio Costanzo, storico e documentarista, L’istante e la storia. Reportage e documentazione fotografica. Dalle origini alla Magnum (Le Nove Muse Editrice, pp. 206, e 22) — che sarà presentato domani alle 10.30 a Catania, nella sala Phil Stern-Museo dello sbarco in Sicilia 1943 all’interno del complesso Le Ciminiere — ripercorre la storia della fotografia giornalistica e offre un interessante excursus storico del lavoro di molti fotografi che hanno immortalato conflitti locali, guerre mondiali, rivoluzioni, cambiamenti del costume. Facendo questo, Costanzo riesce a dare conto dei mutamenti del mondo intero, delle trasformazioni del mercato dei media senza tralasciare le storie personali degli stessi fotografi. Molti di questi sono pressoché sconosciuti e le loro immagini si sono perse in polverosi archivi. Come l’italiano Stefano Lecchi, nato in un piccolo centro tra Milano e Lecco nel 1804 e morto tra il 1859 e il 1863, probabilmente a Roma. Nel 1849, proprio a Roma, documentò il teatro degli scontri tra i sostenitori della Repubblica e i francesi intenzionati a restaurare il potere temporale dei Papi. Lecchi non documentò direttamente l’azione ma i segni lasciati dalle battaglie. Le sue cinquanta fotografie in carta salata, ritrovate solo alla fine degli Anni 70, sono da considerare i primi scatti in assoluto di un evento bellico in Italia.
Il libro di Costanzo, ricco di dettagli tecnici, è un testo destinato agli addetti ai lavori ma il passo narrativo e gli episodi storici rievocati possono affascinare qualsiasi lettore. L’indagine dell’autore si ferma al 1947, quando proprio Robert Capa, con l’intento di proteggere il diritto d’autore insieme all’etica professionale, fonda la Magnum, che diventerà la più grande agenzia di fotografi .