Repubblica 22.10.17
Altro che nazionalista, l’ultradestra si schiera per il Sì
Da Forza Nuova a Lealtà Azione, i gruppi dell’estremismo neofascista in campo con il centrodestra
La
campagna sui social per l’affluenza Solo Casa Pound si smarca “È l’ora
di togliere potere allo Stato e alle sue sovrastrutture”
di Paolo Berizzi
MILANO.
Tutti in campo per il Sì con l’eccezione di CasaPound, secondo la quale
la consultazione di oggi «è solo uno spreco di soldi pubblici e una
mossa pre-elettorale ». Sovranista e nazionalista. Da sempre a favore
dello Stato centrale. Eppure adesso l’ultradestra si scopre anche
autonomista e si mobilita per il referendum lombardo veneto.
Da
Forza Nuova a Lealtà Azione, da Progetto Nazionale al Movimento sociale
Fiamma Tricolore, tra i partiti e i movimenti neofascisti è tutto un
fiorire di inviti a recarsi ai seggi. «Vuoi che al Veneto siano
attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?». È la
domanda che gli elettori troveranno stampata sulla scheda referendaria
alla quale noi invitiamo a rispondere Sì». L’invito arriva via Fb dal
coordinatore veneto di Forza Nuova, Andrea Visentin. È la linea
ufficiale del partito, ed è stata dettata già a settembre, all’indomani
del raduno leghista di Pontida: i governatori Zaia e Maroni sul palco a
indottrinare il popolo sulla “battaglia referendaria”, il “Capitano”
Salvini a promettere che «se andiamo al governo cancelliamo le leggi
Mancino e Fiano, perchè le idee non si processano...».
Musica per
le orecchie dei camerati, sia quelli di FN sia le tartarughe nere di
CasaPound. Che con la Lega salviniana sono già state alleate nel 2014.
Il convinto sostegno alla causa da parte del partito di Roberto Fiore
non si è fatto attendere: «FN vota Sì», recita la locandina diffusa sui
social. «Siamo Nazionalisti da sempre – spiega ancora Visentin –. Ma
togliere potere decisionale a sovrastrutture come lo Stato e la Regione,
per darlo a Province e Comuni, diventerebbe strategico per la soluzione
di tutti quei problemi, soprattutto burocratici, che attanagliano i
nostri concittadini». Insomma: pur non senza un poco di confusione -
alla “sovrastruttura” Regione il potere non verrebbe tolto affatto -
affrancarsi da Roma ai fascisti non dispiacerebbe. Fa niente se le
Regioni sono viste come “carrozzoni costosi” che «imbarcano i trombati».
Oggi
per l’estrema destra è importante andare ai seggi e dire Si. È vero:
per Fratelli d’Italia il referendum è “inutile propaganda”. Per
CasaPound uno “spreco di soldi”. Ma per Lealtà Azione - formazione in
forte ascesa al Nord, alleata proprio con CPI e in alcune realtà locali
in asse con Fdi - è un’occasione da non perdere. Scrive il presidente
“lealista” Stefano Del Miglio: «Sì al decentramento della politica, per
ridare forza ai territori nell’interesse della Patria». Tutti a votare,
dunque. Anche a Monza, dove Lealtà Azione - movimento di ispirazione
neonazista dietro il quale opera il circuito Hammerskin - ha eletto
(nelle liste di Fdi) l’assessore allo Sport, Andrea Arbizzoni. Schierati
per il Sì sono anche le teste rasate veronesi di Progetto Nazionale, la
formazione di Piero Puschiavo che è da sempre punto di riferimento
dell’ultradestra scaligera. «Federare vuol dire coordinare gli interessi
locali in un quadro nazionale», è la sintesi che campeggia sul sito di
“Progetto”.