Repubblica 1.10.17
Pd, il patto tra Renzi e Emiliano “Una lista civica alleata ai dem”
Il
governatore lavora a un contenitore per realtà locali, che coinvolga i
sindaci di Lecce e Cagliari, Crocetta e altre figure simbolo dei
territori
Pisapia pressa Mdp: “Sono loro che hanno cercato me dicendo che il percorso era lo stesso”
di Giovanna Casadio
ROMA.
La rete la getterà Michele Emiliano. Il governatore della Puglia, che
di Matteo Renzi è stato sfidante alle primarie e mai tenero con il
segretario dem, questa volta gli ha sottoposto la questione e ne ha
avuto già un via libera. Per evitare che il centrosinistra subisca
un’altra débacle l’idea è quella di affiancare al Pd alle prossime
elezioni del 2018 una lista civica nazionale con forze ben radicate e
popolari. Spiega Emiliano, nella riunione di programma ieri della sua
corrente Fronte Dem: «Basterebbe una lista civica così da tenere dentro
tutte quelle energie che non fanno parte dei Dem ma dei molti progetti
di governo, delle città e delle regioni e quindi sono liste civiche
nella sostanza, liste di centrosinistra che in molti casi ci consentono
di governare città importanti come Lecce».
Con Renzi ne ha appunto
discusso. E circolano nomi e cognomi. Per ora solo “desiderata”, perché
la tela è da tessere. Comunque si pensa di cooptare nell’impegno per
una lista civica del centrosinistra i sindaci di Lecce e Cagliari, Carlo
Salvemini e Massimo Zedda, anche se non candidati. Mentre potrebbero
essere in lista Rosario Crocetta, il governatore uscente della Sicilia,
Beppe Lumia, il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci più
volte nel mirino della mafia, l’assessore pugliese Paolo Bambagioni,
Umberto Marroni. «Dobbiamo evitare l’isolamento del Pd, se no saremo
travolti», è il filo rosso del ragionamento di Francesco Boccia,
presidente della commissione Bilancio della Camera.
Il segretario
del Pd ha capito l’antifona: se il centrodestra si unisce, il Pd non può
stare chiuso in una torre d’avorio. Il modello di legge elettorale farà
la differenza: con il proporzionale ci si allea dopo essersi contati
nelle urne, mentre con il Rosatellum bis (che proprio il Pd ha
presentato) è la capacità di fare coalizione ad avere la meglio.
E
Renzi, ieri va ad Orvieto all’incontro dei cattolici Popolari
organizzato dal Centro studi Aldo Moro di Beppe Fioroni, apre ai
cattolici e ai moderati: «Il Pd è casa di tutti, di chi viene da
un’esperienza più di sinistra, di chi viene da una più moderata e di chi
smette di guardare il Pd come il luogo nel quale farsi le pulci
reciprocamente». Dice di sé di essere in fase zen, di volere portare con
sé in questa campagna elettorale «una immagine di Papa Francesco... ».
Quindi invita: «Ognuno si metta comodo», nello schema che preferisce e
cita quello 5-5-5 del film in cui Lino Banfi fa l’allenatore. «Ma basta
parlare male del Pd perché o il Pd salva l’Italia o l’Italia va in mano a
quelli che credono nelle scie chimiche ».
Se la nuova legge
elettorale non finisce nei trabocchetti del voto segreto, anche a
sinistra bisognerà rifare i conti. Giuliano Pisapia intanto batte sul
tasto dell’unità e chiede a Mdp chiarezza: «Io ho una casa, Campo
progressista, auspico una casa molto più grande. In Mdp c’è chi ritiene
più utile un nuovo partito di sinistra e chi invece crede in un nuovo
centrosinistra. Non sono io che ho cercato loro, sono loro che sono
arrivati da me e hanno detto “il tuo percorso, è il nostro percorso”».
Nessuna deriva minoritaria: «chi vuole starci, ci sta». Renzi convoca la
direzione dem sul Rosatellum venerdì e il capogruppo Zanda: «Non
votiamo emendamento 5Stelle anti Berlusconi ».