Repubblica 19.10.17
Elif Shafak “Io, odiata dai media per aver raccontato la mia bisessualità”
Il coming out
Ho difeso la molteplicità della diversità Ho osato dire cose mai dette prima
intervista di Marco Ansaldo
ISTANBUL
L’epiteto più “gentile” che le hanno lanciato sui social media non si
può nemmeno scrivere su un giornale. Perché usando parole come pietre la
Turchia più retriva e conservatrice, a cui strenuamente si oppone la
parte più liberale e laica del Paese, ha sommerso con termini ingiuriosi
e pieni di odio la scrittrice Elif Shafak che in un recente discorso a
New York ha rivelato di essere stata bisessuale. «Sono molto ferita e
scioccata dalla bruttezza di queste reazioni – spiega ora l’autrice
parlando con Repubblica – e, benché in un certo modo me le aspettassi,
fanno ancora male». Nei giorni scorsi fa Shafak, la scrittrice più
venduta in Turchia e tradotta in 48 lingue in tutto il mondo, è stata
invitata ai “Ted Talk”, il marchio di conferenze gestite da una
fondazione privata, a cui già aveva partecipato con successo nel 2010.
L’autrice del romanzo La bastarda di Istanbul, bestseller mondiale, e
dell’ultimo Tre figlie di Eva (pubblicati da Rizzoli) ha voluto
affrontare un discorso globale, parlando di letteratura e di rispetto
dei diritti. Queste le sue parole di fronte a un pubblico attento e
silenzioso, che non ha mancato di applaudirla a scena aperta mentre
Shafak spiegava la propria posizione: «Come scrittori naturalmente
inseguiamo sempre storie. Ma penso che siamo interessati anche al
silenzio, o a cose di cui non possiamo parlare: tabù politici,
culturali. Siamo allora interessati anche ai nostri silenzi. Io ho
sempre parlato a voce alta, e anche scritto in modo ampio, di diritti
delle minoranze, i diritti delle donne, i diritti LGBT (lesbiche, gay,
bisessuali e transgender, ndr). Ma, pensando a questo “Ted Talk”, stavo
riflettendo su una questione: non ho mai avuto il coraggio di dire in
uno spazio pubblico che sono stata bisessuale anch’io, perché temevo
così tanto la calunnia e il marchio e il ridicolo e l’odio che ero certa
ne sarebbero seguiti. Ma, naturalmente, nessuno deve mai, in nessun
modo, rimanere in silenzio per paura della complessità ».
In
Turchia molti quotidiani hanno subito riferito le parole della
scrittrice, dando spazio al-donne la notizia. Alcuni ricordavano come
Shafak abbia due figli dal matrimonio con Eyup Can, noto direttore di
giornali, sgradito all’attuale potere e addirittura ricercato perché
considerato vicino a Fethullah Gulen, l’imam turco accusato da Ankara di
avere organizzato il fallito golpe del 15 luglio 2016 e in autoesilio
in Pennsylvania dal 1999. Ma è soprattutto la reazione dei social e dei
media vicini al mondo religioso a causare lo scontro fra chi difende
Shafak e chi invece la denigra in modo pesante per il suo coming out.
Nei forum online le discussioni si sono concentrate, invece che sul
discorso generale affrontato dalla scrittrice, sulla sua figura di donna
e di intellettuale. Shafak già in passato si è trovata più volte sotto
accusa. Come quando fu processata (mentre era incinta della prima
figlia) per “insulto all’identità turca” a causa di una dichiarazione
fatta da un personaggio di un suo romanzo ( La bastarda di Istanbul) che
giudicava il massacro degli armeni come un genocidio. Il caso venne poi
archiviato. «Questo mio Ted Talk – spiega adesso Shafak a Repubblica –
era una difesa della molteplicità, della diversità, del cosmopolitismo,
soprattutto in un’epoca di populismo, nazionalismo ed estremismo. Ho
parlato della molteplicità che c’è fuori, e della molteplicità che c’è
dentro. E ho osato dire cose che non avevo detto prima, non in questo
modo ».
Elif Shafak, 45 anni, nata a Strasburgo, vissuta da
bambina fra Medio Oriente ed Europa per via dei viaggi e degli
spostamenti continui della madre diplomatica, vive da tempo a Londra, e
torna di tanto in tanto a Istanbul, città che costituisce
l’ambientazione preminente dei suoi lavori. È un’intellettuale integrata
tanto in Occidente quanto in Oriente. Ha insegnato nelle Università del
Michigan e dell’Arizona, e ha una grande attenzione al mondo della
spiritualità, in particolare a quello dei mistici sufi e alla
confraternita dei dervisci rotanti.