domenica 8 ottobre 2017

pagina 99 6.10.2017
Salute
Zero intuito e istinto 
le macchine-medico

«La corporazione medica è diventata una grande minaccia per la salute». Nel 1976 Ivan Illich denunciava la riduzione della salute – e in generale della dignità della vita – alla fruibilità degli individui per la tecnologia dei processi industriali. Negli anni Novanta e nel primo decennio del XXI secolo le scienze della mente hanno ripreso la critica, contestando però ai medici l’incapacità di riconoscere il tasso di errori commessi nelle diagnosi, e soprattutto il rifiuto di ricondurli alle distorsioni cognitive che li provocano –senza che l’introduzione di tecnologie riuscisse a modificare la percentuale di sbagli. Di regola, i peccati dei camici bianchi sono rintracciabili nei cadaveri: l’indagine condotta da Kirch su cento autopsie in un ospedale universitario tedesco, nei trent’anni tra il 1959 e il 1989, rivela un grado costante di errori diagnostici intorno al 10%, che hanno influito sulla prognosi (mortale) per il paziente. L’adozione degli strumenti per le ecografie, le TAC, l’imaging con radionuclidi non hanno ridotto la fallacia, che si è estesa a inglobare anche le interpretazioni fuorvianti dei risultati delle analisi effettuate tramite essi. Lo studio analogo di Goldman su un ospedale americano, a partire dal 1960, ha portato alle stesse conclusioni. Michel Foucault insegna che nell’Ottocento, nell’epoca della nascita della clinica, la medicina ha scoperto nel cadavere il formato per eccellenza dell’essere umano: in una fase in cui la tecnologia non aveva ancora allestito i dispositivi per scrutare i tessuti e gli organi interni, la dissezione post-mortem rappresentava l’unico accesso alla verità del corpo. A quanto pare, almeno fino alla fine del secolo scorso, la situazione non si era modificata in modo radicale, e solo la salma poteva mostrare con sicurezza le indicazioni per la sua piena guarigione. Forse a qualcuno questo momento di certezza finale per la propria salute può arrecare conforto; per tutti gli altri la tecnologia sta cercando delle vie alternative per ridurre al minimo i rischi di distorsione cognitiva in fase di diagnosi. Come tutti gli organi sensoriali, anche l’occhio clinico – senza l’aiuto di una concettualizzazione metodica – è cieco. L’aiuto dell’Intelligenza Artificiale (AI) sopraggiunge in questo luogo della professione medica, offrendo il contributo che proviene dalla «stupidità» del suo atteggiamento. Gli errori degli esperti si accumulano per la velocità del loro giudizio, dettato dai pregiudizi che si formano con l’esperienza, con la ripetizione di casi tipici, con la fossilizzazione della consuetudine nel rapporto con i pazienti. Le macchine invece non sviluppano né intuito né istinto, e rielaborano ogni volta tutte le domande possibili. Questa lentezza di valutazione conquista un livello di successo sorprendente in radiologia. Secondo l’esperimento pubblicato dalla Radiological Society of North America in aprile, due learning machine (AlexNet e GoogLeNet), allenate con 1.007 radiografie, hanno identificato con un’accuratezza superiore al 96% la presenza di tubercolosi nelle analisi ai raggi X che sono state loro presentate. L’investimento di Google sull’oftalmologia ha offerto i primi risultati alla fine del 2016, quando la rete neurale allestita a Mountain View ha esibito la sua capacità di diagnosticare il diabete attraverso la lettura della retina dei pazienti. Babylon Health ha raccolto finanziamenti per quasi 60 milioni di dollari con una promessa di più ampio respiro: la startup con sede a Londra sta sviluppando un dispositivo diAI che converserà con i clienti via smartphone, e attraverso il cellulare esaminerà i sintomi e fornirà una prima diagnosi di emergenza. D’altra parte, secondo la previsione dell’agenzia Frost&Sullivan, il fatturato delle imprese che preparano soluzioni di intelligenza artificiale per la medicina è destinato a crescere con un tasso del 40% all’anno. Per il solo ambito degli ospedali, il documento stima un miglioramento delle prestazioni cliniche tra il 30% e il 40%, con una riduzione dei costi di trattamento fino al 50% rispetto a oggi. Quindi a breve toccherà alla corporazione degli ingegneri diventare una grave minaccia per la salute? P. B