La Stampa Vatican Insider 6.10.17
Il Papa alla Pontificia Accademia per la Vita: rispondere a chi intimidisce la generazione della vita
“Uomo e donna siano alleati. No all’utopia della sessualità neutra”
No alla negazione della differenza sessuale, l’«utopia del neutro»
Uomini e donne - che non devono essere subordinate - si alleino
Così all’Accademia guidata da Paglia: altrimenti la storia dell’uomo non sarà rinnovata
di Domenico Agasso jr
Città
del Vaticano Maschi e femmine non devono solo «parlarsi d’amore»:
l’alleanza «tra uomo e donna è chiamata a prendere nelle mani la regia
dell’intera società». Lo afferma papa Francesco alla Pontificia
Accademia per la Vita. Bisogna «contrastare le interpretazioni negative
della differenza sessuale», di chi «vuole cancellare tale differenza».
Il Pontefice attacca l’«utopia del neutro» che rimuove a un tempo sia la
dignità umana «sia la qualità personale della trasmissione generativa
della vita».
Parlando ai partecipanti alla XXIII
assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita,
guidata dal presidente monsignor Vincenzo Paglia, in corso in Vaticano
dal 5 al 6 ottobre 2017, il Vescovo di Roma chiede che «le forme di
subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne»
vengano definitivamente abbandonate. Secondo il Papa, «un nuovo inizio
dev’essere scritto nell’ethos dei popoli, e questo può farlo una
rinnovata cultura dell’identità e della differenza».
Per il Papa
la questione della dignità della donna non si pone su un piano
«semplicemente di pari opportunità o di riconoscimento reciproco». Il
tema vero, ha spiegato, è quello di «una intesa degli uomini e delle
donne sul senso della vita e sul cammino dei popoli». L’uomo e la donna
non sono «chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi, con
amore, di ciò che devono fare perché la convivenza umana si realizzi
nella luce dell’amore di Dio per ogni creatura». Parlarsi e allearsi
«perché nessuno dei due, né l’uomo da solo, né la donna da sola, è in
grado di assumersi questa responsabilità».
Insieme donne e uomini
«sono stati creati, nella loro differenza benedetta; insieme hanno
peccato, per la loro presunzione di sostituirsi a Dio; insieme, con la
grazia di Cristo, ritornano al cospetto di Dio, per onorare la cura del
mondo e della storia che Egli ha loro affidato».
Per il
Pontefice, «insomma, è una vera e propria rivoluzione culturale quella
che sta all’orizzonte della storia di questo tempo. E la Chiesa, per
prima, deve fare la sua parte. In tale prospettiva, si tratta anzitutto
di riconoscere onestamente i ritardi e le mancanze».
Francesco
ricorda che «il misterioso legame della creazione del mondo con la
generazione del Figlio, che si rivela nel farsi uomo del Figlio nel
grembo di Maria per amore nostro, non finirà mai di lasciarci stupefatti
e commossi». Proprio «questa rivelazione illumina definitivamente il
mistero dell’essere e il senso della vita».
L’alleanza
«generativa dell’uomo e della donna è un presidio per l’umanesimo
planetario degli uomini e delle donne, non un handicap. La nostra storia
non sarà rinnovata se rifiutiamo questa verità». Evidenzia il Papa che
«in quanto è ricevuta come un dono, la vita si esalta nel dono:
generarla ci rigenera, spenderla ci arricchisce». Da qui il monito:
«Occorre raccogliere la sfida posta dalla intimidazione esercitata nei
confronti della generazione della vita umana, quasi fosse una
mortificazione della donna e una minaccia per il benessere collettivo».
Non
è «giusta l’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la
dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale
e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna». Invece di «contrastare le
interpretazioni negative della differenza sessuale, che mortificano la
sua irriducibile valenza per la dignità umana, si vuole cancellare di
fatto tale differenza, proponendo tecniche e pratiche che la rendano
irrilevante per lo sviluppo della persona e per le relazioni umane».
Secondo
Francesco, «l’utopia del neutro rimuove ad un tempo sia la dignità
umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità
personale della trasmissione generativa della vita».
La
manipolazione «biologica e psichica della differenza sessuale, che la
tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile
alla scelta della libertà, mentre non lo è, rischia di smantellare la
fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la
rende creativa e feconda».
I l Papa denuncia anche l’«egolatria»
e lo «spregiudicato materialismo» dell’«alleanza tra economia e
tecnica», che propagano l’idea di «una vita come risorsa da sfruttare o
da scartare in funzione del potere e del profitto».
Francesco
spiega inoltre che l’idea di «un benessere che si diffonderebbe
automaticamente con l’ampliarsi del mercato» va di pari passo con
l’allargamento «invece dei territori della povertà e del conflitto,
dello scarto e dell’abbandono».
Il Papa raccomanda «di ritrovare
sensibilità per le diverse età della vita, in particolare per quelle
dei bambini e degli anziani. Tutto ciò che in esse è delicato e fragile,
vulnerabile e corruttibile, non è una faccenda che debba riguardare
esclusivamente la medicina e il benessere. Ci sono in gioco parti
dell’anima e della sensibilità umana che chiedono di essere ascoltate e
riconosciute, custodite e apprezzate, dai singoli come dalla comunità».
Una società «nella quale tutto questo può essere soltanto
comprato e venduto, burocraticamente regolato e tecnicamente predisposto
è una società che ha già perso il senso della vita. Non lo trasmetterà
ai figli piccoli, non lo riconoscerà nei genitori anziani. Ecco perché,
quasi senza rendercene conto, ormai edifichiamo città sempre più ostili
ai bambini e comunità sempre più inospitali per gli anziani, con muri
senza né porte né finestre: dovrebbero proteggere, in realtà soffocano».