martedì 17 ottobre 2017

La Stampa 17.10.17
Michele Anzaldi, deputato Pd
“Grande coalizione? Il renzismo è pragmatico contro i populisti”

È il «pragmatismo», dice Michele Anzaldi, deputato Pd, «la migliore risposta al populismo». E la declinazione italiana del pragmatismo, specifica ancora meglio, è «il renzismo».
Che per i vostri avversari vuol dire che Matteo Renzi si allea con Silvio Berlusconi, tradotto: inciucio...
«I 5 Stelle giocano sul fatto di non avere un programma. Così possono parlare alla pancia del Paese con una certa spregiudicatezza, solleticando chi urla che siamo tutti corrotti o ladri. Guardassero piuttosto a cosa hanno fatto assieme alla Lega. Se sostenessero lo Ius soli, la legge passerebbe. Invece si sono piegati al consenso e ai diktat di Grillo. Come sull’Europa: soffiano sul vento del populismo assieme ai leghisti».
Ma ammette che ormai tutto è pronto per un governissimo con Forza Italia?
«Ma ancora siamo al carissimo amico...bisogna approvare la legge elettorale, andare al voto e poi vedere che succede».
Intanto, in questa legislatura c’è stato un avvicinamento con il centrodestra, nelle votazioni di legge, sui temi come la giustizia che una volta vi dividevano ferocemente...
«Quali sono i problemi dell’Italia? Il lavoro e la lentezza della giustizia. Io, presidente del Consiglio, devo risolvere questi problemi. L’ho promesso e lo faccio, andando a cercarmi i voti in Parlamento da chiunque, mettendo la fiducia o altro. Questo è il renzismo, la migliore risposta al populismo. Abbiamo promesso la legge sulle unioni civili? La porto a casa anche con i voti degli avversari. È grazie al tanto vituperato Denis Verdini che quella legge è passata, non ai 5 Stelle».
I partiti che Renzi definisce populisti - Lega, Fratelli d’Italia e M5S - tutti assieme sfiorano il 50% dei consensi. Non avete paura che con un’altra alleanza di governo con il centrodestra, possano aumentare ancora?
«La paura c’è. Ma non possiamo ragionare come i grillini inseguendo solo il consenso. Se credi in qualcosa per ideale e passione, non puoi rinnegarla nella speranza di prendere un voto in più. Gli italiani dovranno scegliere, come è avvenuto a Roma o a Torino. Preferiscono una legge che consente di avere un governo che risolve i problemi o finire nella palude di Virginia Raggi? A noi il compito, in campagna elettorale, di spiegare ai cittadini quali sono i rischi che corrono in questa scelta».
Una scelta tra Di Maio, da una parte, e Renzi in asse con Berlusconi dall’altra?
«Il nostro migliore presidente del Consiglio è chi si candida a fare quello che dice e non si limita a galleggiare, pensando al voto dell’indomani. Chi è capace di trovare la maggioranza che gli può permettere di realizzare quanto promesso, senza guardare in faccia nessuno».