il manifesto 5.10.17
Uno sciopero per non sentirsi impotenti
di Luigi Manconi, Antonella Soldo
Lo
scorso anno sono arrivati in Italia circa 26mila minori non
accompagnati. Quest’anno “solo” circa 13.400. Ecco, dei migranti non
arrivati, una parte significativa ora si trova in Libia, in quei centri
di detenzione definiti orribili da tutte le organizzazioni per la tutela
dei diritti umani. Ragazzi e bambini come quegli 800mila figli di
stranieri nati e cresciuti nel nostro Paese a cui non viene riconosciuto
il diritto a una cittadinanza piena. Nella storia c’è un precedente a
tutto, ma quella che si configura appare una sorta di guerra ideologica
contro i minori: e questo sì, rappresenta un fatto storico senza
precedenti.
Eppure qualcosa si deve fare per non doverci
amaramente rammaricare, tra qualche mese o qualche anno, della nostra
impotenza o ignavia.
E se – come molti segnali sembrano confermare
– questi sono giorni decisivi per la sorte dello ius soli è necessario
provare ad impedire che si chiuda lo spiraglio, pur esile, che sembra
essersi aperto. E’ per questo motivo che, a partire da oggi, 5 ottobre,
iniziamo uno sciopero della fame a staffetta senatori e deputati,
insieme a tutti quei cittadini che ritengono quella sullo ius soli una
legge ragionevole e saggia.
L’iniziativa raccoglie il testimone
del digiuno attuato lo scorso 3 ottobre (giornata nazionale in memoria
delle vittime delle migrazioni) da oltre 900 insegnanti in tante scuole
italiane a sostegno della legge. Infatti, dopo l’approvazione della nota
di aggiornamento al Def, si apre una finestra.
La legge di
stabilità arriverà alle Commissioni del Senato verso la fine di ottobre:
ciò vuol dire che vi sono due settimane di tempo per ricercare i numeri
necessari alla fiducia sul provvedimento relativo alla riforma della
cittadinanza.
Ed è esattamente in queste settimane che si svolgerà
la nostra iniziativa di digiuno a staffetta. Hanno aderito già decine
di senatori e deputati, il ministro Graziano Delrio e i sottosegretari
Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti, oltre ai dirigenti di Radicali
italiani. Ma ciò che ci aspettiamo è l’adesione e la partecipazione
attiva di tanti cittadini. Si tenga conto che quello stesso periodo di
tempo coincide con la fase conclusiva della campagna «Ero straniero.
L’umanità che fa bene» e della relativa raccolta di firme per una
proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata al superamento
della “Bossi-Fini”.
I due obiettivi potrebbero – e dovrebbero –
sostenersi e incentivarsi a vicenda. E si ricordi che il pomeriggio del
13 ottobre, a partire dalle ore 15, davanti a Montecitorio è prevista
una manifestazione, promossa dalla rete degli «Italiani senza
cittadinanza», alla quale sarebbe importante che molti partecipassero.
Si
tratta, ne siamo consapevoli, di una prova difficile ma che vale la
pena affrontare. Una sfida che riguarda le parole e i pensieri e la
rappresentazione di fenomeni che fanno parte della nostra vita e della
nostra contemporaneità. D’altra parte «tutte le grandi rivoluzioni della
vita umana avvengono nel pensiero», come scriveva Lev Tolstoj.
E
nella dimensione del pensiero, lì dove si formano idee e sentimenti,
l’intolleranza etnica può trovare lo spazio per covare e svilupparsi. Ma
anche quello per essere contrastata e sconfitta.
Per aderire allo sciopero della fame per lo Ius soli bisogna comunicare la propria partecipazione al link
http://www.radicali.it/sciopero-per-iussoli/