il manifesto 17.10.17
In piazza sabato 21 l’Italia antirazzista
di Filippo Miraglia
Il
prossimo sabato 21 ottobre l’Italia antirazzista, della solidarietà e
dei diritti scenderà ancora una volta in piazza a Roma, dando vita a un
corteo che si muoverà alle 14.30 da Piazza della Repubblica. L’esito
delle elezioni austriache, con la preoccupante avanzata delle destre neo
fasciste e xenofobe, e la virata a destra dei conservatori di Kurz, che
arriva dopo l’affermazione della destra neo nazista in Germania, è
l’ennesima conferma che sulla questione immigrazione si gioca il destino
politico e culturale dell’Europa e quindi anche il nostro.
Siamo
di fronte ad un passaggio cruciale, in cui serve un’assunzione di
responsabilità collettiva per contrastare il clima di intolleranza
diffusa che mina le stesse basi della convivenza civile.
In
Italia, come negli altri Paesi dell’Ue, la sinistra non ha la forza –
nella migliore delle ipotesi – di mettere in campo un’alternativa
all’altezza della sfida. In molti casi ha scelto purtroppo di stare
dalla parte sbagliata, inseguendo le destre con misure sempre più
discriminatorie.
Le politiche di esternalizzazione delle
frontiere, l’attacco alle Ong con la criminalizzazione della
solidarietà, il ricorso a una legislazione che cancella molte garanzie
giurisdizionali per i richiedenti asilo, sono tutti pezzi di un puzzle
che individua un capro espiatorio preciso, migranti e rifugiati, su cui
indirizzare la rabbia di chi soffre le difficoltà e il disagio sociale
dovuti alla crisi economica e alle risposte sbagliate che sono state
date finora.
Le ragioni dei diritti sono sempre meno popolari e
molti dei valori su cui si sono affermate le moderne democrazie si
stanno sgretolando. Tra questi, il fondamentale principio della
salvaguardia dei diritti delle minoranze.
Oggi non è più un tabù
dichiarare che non ci possiamo permettere solidarietà e diritti uguali
per tutti. Prima gli italiani, prima gli austriaci, e via di questo
passo. affermazioni che cancellano secoli di storia e conquiste sociali.
Le
immagini, trasmesse proprio in questi giorni, del lungometraggio di
Fabrizio Gatti sulla strage di centinaia di persone abbandonate in alto
mare dalla nostra guardia costiera l’11 ottobre del 2013 rivelano un
cinismo e una barbarie che fino a qualche tempo fa avremmo ritenuto
impossibili. Così come è repentinamente cambiata la posizione della
cancelliera tedesca Merkel sui flussi migratori dopo i non buoni
risultati elettorali. La leader dei popolari tedeschi, pur precisando
che non si può parlare di tetto, ha però dato la cifra di 200 mila
persone straniere quale quota limite per l’accoglienza nel suo Paese.
Merkel e gli altri leader europei sanno che la legge non consente di
porre limiti numerici. Se li richiamano è solo per rassicurare, a parer
loro, un’opinione pubblica spaventata e recuperare consenso elettorale.
Ma
sono in realtà tutti argomenti che favoriscono le destre e il
diffondersi di sentimenti razzisti. Lo stesso discorso si può fare per
la mancata approvazione dello ius soli. Se per paura di perdere
consensi, la maggioranza, e in particolare il Pd, dopo due anni di
inutile attesa non approveranno la legge di riforma della cittadinanza
faranno l’ennesimo regalo alla destra. Non approvando il ddl, faranno
loro un regalo elettorale, alimentando ulteriormente la deriva xenofoba
del nostro Paese.
L’unica alternativa è provare a costruire dal
basso un’alleanza di forze sociali, reti, associazioni e movimenti che
mettano in campo una coalizione dei diritti, dell’accoglienza, della
solidarietà e dell’uguaglianza, dimostrando che esiste una parte grande
del Paese che rifiuta politiche ciniche e discriminanti.
Quest’alleanza
deve avere come protagonisti i soggetti che sono vittime del razzismo e
dell’opportunismo politico, a partire dai giovani di origine straniera e
dai richiedenti asilo e rifugiati, che parteciperanno alla
manifestazione del 21 ottobre.
Per tutti questi buoni motivi è
importante essere in piazza in tante e tanti sabato 21 ottobre,
raccogliendo l’appello sottoscritto da centinaia di organizzazioni
sociali che hanno scelto di stare dalla parte giusta.
* vicepresidente nazionale Arci