giovedì 19 ottobre 2017

Il Fatto 19.10.17
Il “desaparecido di Macrì” ucciso nelle terre dei Benetton
Il cadavere ritrovato in Patagonia potrebbe essere quello dell’attivista Maldonado
di Guido Gazzoli

Nelle acque del Rio Chubut, in località Pu Louf (Patagonia), a 300 metri dal luogo dove il 1° agosto, partecipando a una manifestazione per ottenere la liberazione del leader del movimento guerrigliero Ram degli indigeni Mapuche Facundo Jones Huala, Santiago Maldonado venne visto per l’ultima volta. Ieri è stato trovato un cadavere che dalle prime descrizioni (specie sul vestiario) parrebbe quello dell’artigiano e attivista argentino.
Dato lo stato di decomposizione del corpo e il lungo tempo trascorso in acqua non è stato ancora possibile procedere all’identificazione, anche se la mancanza di altre denunce per sparizione restringe le possibilità che possa trattarsi di un’altra persona. Secondo le autorità che hanno operato il ritrovamento, esistono però punti non chiari che potrebbero far sorgere degli interrogativi sulla scoperta: in primo luogo il cadavere è stato rinvenuto sott’acqua a una certa profondità, fatto che rapportato alla data della scomparsa lo rende impossibile. Poi, c’è da rilevare che le ricerche che dalla data della scomparsa sono state intraprese, sono state ostacolate da gruppi Mapuche che hanno impedito l’accesso delle squadre di soccorso in quello che considerano loro territorio. Una ipotesi lanciata in queste ultime ore da parte degli inquirenti, parla di un possibile annegamento della persona trovata, anche se l’avvocato della famiglia Maldonado, Veronica Heredia, ha sostenuto l’ipotesi che il corpo ritrovato sia stato messo apposta nel Rio Chubut ed escluso, dopo una riunione con il giudice federale Gustavo Lleral e il magistrato Silvina Avila, che il cadavere sia quello di Santiago. Continua così una vicenda che, seppur abbia colpito l’opinione pubblica non solo Argentina, presenta fin dall’inizio diversi punti oscuri ed è stata utilizzata come arma politica dall’opposizione al governo Macri, specie da parte del kirchnerismo, in vista delle elezioni che si terranno domenica per una percentuale rilevante di seggi alla Camera e al Senato.La manifestazione del 1º agosto era stata repressa dalla Gendarmeria con uno scontro che aveva provocato feriti da ambedue le parti e soprattutto la sparizione di Maldonado. Da subito battezzato “il primo desaparecido del governo Macri” da parte di esponenti di alcune organizzazioni dei diritti umani legate al kirchnerismo che hanno esageratamente paragonato l’attuale esecutivo alla genocida dittatura militare degli anni Settanta, le indagini hanno presentato diversi punti oscuri sia da parte dell’azione della Gendarmeria che di appartenenti a sedicenti gruppi Mapuche.
Un’etnia di origine cilena che, dopo aver massacrato la tribù Tehuelce originaria di quelle zone posteriormente appartenenti all’Argentina, ha da anni iniziato una lotta per il possesso delle stesse, in parte acquisite dalla famiglia Benetton quando nel 1999 le comprò da un gruppo di estancieros che ne erano proprietari dopo la ripartizione seguita alla conquista operata dal Generale Roca nella tristemente famosa “Guerra del desierto” tra il 1878 e l’85 che segnò una strage delle etnie originarie . In questi anni ci sono state diverse proteste in particolar modo nei confronti dei Benetton e della famiglia Lewis, altra proprietaria terriera, sia pacifiche da parte di famiglie, alcune delle quali hanno cause in corso per il possesso delle terre che violente (con omicidi e incendi di estancias) operate da un gruppo chiamato Ram che, stranamente, ha sede a Londra e molti dei suoi appartenenti con cognomi inglesi.