Il Fatto 16.10.17
“Il nuovo patto tra B. e Renzi farà ancora scindere il Pd”
Emanuele
Macaluso - Per l'ex esponente del Pci, consigliere prediletto di
Napolitano, “Gentiloni è stato bruciato con una legge elettorale
orribile”
intervista di Antonello Caporale
Sono
93 gli anni di Emanuele Macaluso. È un comunista siciliano di prima
generazione formatosi durante le cruente lotte bracciantili dell’isola
nel cuore del Novecento. Col tempo si è convinto che l’unica salvezza
per la sinistra fosse il riformismo: un passettino alla volta, piccino
piccino. Pantofole anzichè scarponi, mano aperta più che pugno chiuso.
Nel ventennio appena trascorso ha formato con Giorgio Napolitano una
coppia di veterani al potere: il primo amico e consigliere prediletto,
il secondo presidente della Repubblica.
“Voi del Fatto avete
sbagliato grandemente a considerare Napolitano un nemico. È stato l’uomo
politico italiano che ha goduto della più larga reputazione, e un
solido punto di riferimento internazionale. Sono suo amico ma ho sempre
difeso la mia autonomia di giudizio, come del resto ama fare lui.
Espongo il mio pensiero e rispetto il suo. Questo il senso ultimo e vero
della nostra connessione”.
Senatore Macaluso, francamente i
risultati sono stati assai deludenti. Il torto ve lo assegna la storia
di questi anni, non il mio giornale. E la scelta di Napolitano di
agevolare la corsa di Matteo Renzi? Che poi si è rivelata un disastro?
La decisione di mandare a gambe all’aria Enrico Letta? Il referendum
sulla Costituzione?
Solo io so quanto Napolitano abbia stimato e
sostenuto Letta. Cosa avrebbe dovuto fare davanti a un voto della
direzione del suo partito e dei gruppi parlamentari che lo sfiduciava?
Quale altra scelta era plausibile?
Ora però Napolitano sfiducia Renzi.
Mi
pare che già durante la campagna referendaria gli avesse fatto
intendere che col personalismo non si raggiunge nessuna meta. Adesso
questa orribile legge elettorale… So che interverrà al Senato proprio
sul tema della fiducia posto in modo così inappropriato. Tragga lei le
conclusioni.
Le tragga lei invece.
Renzi voleva togliere di
mezzo Paolo Gentiloni, considerato un intralcio alla sua corsa verso la
ricandidatura. Avevano mille modi per portare avanti una legge
elettorale che io considero sbagliata. Potevano persino immaginare
quegli emendamenti canguro, mi sembra si dica così, per annullare le
resistenze. E invece gli hanno imposto di fare una cosa fuori dalle
regole e dalla vita parlamentare. La fiducia del governo per una legge
sulla quale aveva scelto di non immischiarsi. Risultato: bruciato
Gentiloni e apertura al corso degli eventi che con ogni probabilità
vedranno Berlusconi nel ruolo di alleato eterno.
Lei voterà Pd?
Io
non sono stato mai iscritto al Pd e quando è nato ho dato alle stampe
un libro dal titolo eloquente: Al Capolinea. Aspetto di capire cosa fa
Pisapia.
Aspetti e speri.
Se Renzi, come sembra, costruisce
un nuovo ponte con Berlusconi, preveda già nei prossimi mesi una seconda
scissione del suo partito, oramai divenuto un luogo di incontro di
personaggi minori, un ensemble contraddittorio di tesi e antitesi, una
specie di partito pigliatutto senza una linea e con una leadership che
bada a cucire sul suo corpo il vestito della politica.
Il Rosatellum.
Legge
orribile. Vi leggo ogni giorno e devo dirvi che però avrei evitato di
chiamarla Fascistellum. La legge fa schifo, ma ogni parola deve essere
adeguata, appropriata. Il fascismo è stato un’altra cosa e per nostra
fortuna resiste nella memoria di noi anziani.
I titoli sono fatti
anche per incardinare con un’immagine il senso di una svolta
autoritaria. Può negare che approvare una legge elettorale ad uso e
consumo di alcuni, nello spirare della legislatura, con l’intento di
fregare il concorrente più temuto, sia torcere la democrazia e il
Parlamento, tenerli al cappio di interessi privati?
Il danno più
grave di questa legge è, a mio avviso, di dare propulsione ed energia al
movimento grillino che stava invece e fortunatamente declinando. Da
questo punto di vista davvero un bel risultato, non c’è che dire.
Riformista,
migliorista. Scrivo Macaluso e penso però al cuoco che, mestolo dopo
mestolo, toglie sale alla minestra della sinistra. Più insipida è,
meglio è. Sinistra in doppiopetto, elegante ma scoraggiante.
La
solita accusa. Invece io mi sono sempre battuto per dare al socialismo
una prospettiva di governo credibile. Ho diretto l’Unità negli anni di
Berlinguer, ho fondato e diretto Le ragioni del socialismo. Pensa che io
sia un liberale travestito? Sappia che nel Pci ero l’unico a non aver
mai avuto rapporti con Bettino Craxi. Mai.
Anche Massimo D’Alema vuole dare una prospettiva di governo alla sinistra.
Al
tempo della disfida con Veltroni per la segreteria del Pds votai Walter
non lui (credo invece che Napolitano lo abbia votato). Più che un
costruttore del socialismo mi sembra un imprenditore autonomo. Un altro
che pensa a sé, al suo avvenire. Infatti doveva costruire il partito
nuovo e invece badò a costruirsi la poltrona per palazzo Chigi.
E Pier Luigi Bersani?
Uomo
perbene, il più rispettabile. Ha un profilo politico forse un po’
debole, ma sicuramente le sue idee sono apprezzabili. Io dissento solo
dal fatto che possa immaginare di realizzare un movimento di
centrosinistra senza il Pd. Se non ti allei, che fai?
Ma c’è Renzi.
Faccia
leva su Giuliano Pisapia, che a Matteo Renzi sta sullo stomaco, lo
considera un intralcio. Se indebolisce Pisapia, agevola la corsa
solitaria e disperata del segretario tutto.
Non c’è più neanche l’opzione Gentiloni.
Purtroppo no. L’ha smacchiato Renzi.