Corriere 6.10.17
L’editore pugile voleva donare 200 mila libri. Tutti al macero
Napoli, i volumi di Tullio Pironti distrutti dal Comune che li ospitava
di Fulvio Bufi
NAPOLI
Un editore, un presidente di municipalità e duecentomila libri andati
al macero. Perché erano «ospitati» in un deposito comunale, e però quel
luogo ora serviva ad altro, ad accogliere biciclette elettriche. E tra
mobilità ecosostenibile e cultura è stata preferita la prima. Non
dall’editore, ovviamente: dal presidente di municipalità.
Raccontata
ieri dal Mattino , questa storia avviene nel pieno centro di Napoli:
piazza Dante, con i decumani alle spalle e via Toledo davanti, lunga e
dritta fino a piazza del Plebiscito. Insomma, più Napoli di così non si
può.
Ed è un simbolo di Napoli anche uno dei protagonisti,
l’editore: Tullio Pironti, ottant’anni portati da metterci la firma, un
passato da pugile, un Nobel (Nagib Mahfuz) e migliaia di scrittori in
catalogo, una grande amicizia con Fernanda Pivano, e un’onorificenza
conferitagli dal sindaco de Magistris proprio in occasione
dell’ottantesimo compleanno.
L’altro protagonista, Francesco
Chirico, ha certamente un curriculum di altra natura — è un politico e
anche abbastanza giovane — ma presiedendo la seconda municipalità, tra
l’altro una delle più importanti, è a pieno titolo un rappresentante
delle istituzioni.
Tra i due non c’è polemica, non ci sono scontri
verbali. Chirico dice: «Io a Tullio voglio un gran bene», ma comunque
difende la sua scelta. E Pironti, che è uomo anche di profonda ironia,
reagisce regalando all’altro la sua autobiografia, che si intitola non a
caso Libri e cazzotti . Però chiarisce: «Nessun sottinteso, questo è un
regalo pacifico».
E di libri lui avrebbe voluto regalarne molti
di più e a qualsiasi napoletano o turista presente in città. Diciamo che
ne avrebbe regalati anche duecentomila, proprio quelli che grazie
all’ospitalità offertagli direttamente dal sindaco, aveva accatastato
nel deposito ora destinato ad accogliere bici elettriche. Quell’infinità
di pacchi di volumi incellofanati avrebbe voluto riportarli in piazza
Dante, farne una montagna e lasciare che chiunque passasse ne prendesse
qualcuno. Aveva fatto qualcosa del genere anche il giorno del suo
compleanno, e aveva distribuito così circa duemila libri.
Ma
spostarne duecentomila era molto più complicato, e l’appuntamento con la
grande montagna di carta e cultura alla fine non era stato mai fissato.
«Noi lo avevamo avvertito che quei libri si stavano danneggiando e che
se non li avesse recuperati saremmo stati costretti a mandarli al
macero», spiega Chirico. E aggiunge: «Purtroppo Pironti l’evento in cui
intendeva distribuire i volumi non è riuscito a organizzarlo ed è
arrivato un momento in cui abbiamo dovuto procedere allo sgombero del
deposito». Sono arrivati i camion dell’Asia (l’azienda che cura a Napoli
lo smaltimento dei rifiuti), è stato utilizzato un muletto, e pacco
dopo pacco quel grande spazio che nel secolo scorso fu rifugio in tempo
di guerra e poi sala cinematografica, è tornato a essere un posto vuoto.
In attesa di accogliere bici elettriche che però, per adesso ancora non
si vedono.
Forse prima o poi arriveranno davvero. E forse prima o
poi si farà davvero anche la montagna di libri in piazza Dante. Perché
Pironti ha ancora migliaia di volumi sparsi in diversi depositi, e il
progetto di regalarli a chiunque li voglia non lo ha affatto
abbandonato. Certo, quei duecentomila lì a pochi metri dal centro della
piazza non ci sono più, e quindi sarà un po’ più complicato organizzarsi
per il trasporto, ma «se de Magistris riuscisse a darmi una mano, io la
montagna di libri vorrei proprio riuscire a farla». Ed è facile che ci
riesca. Perché di arrendersi non gli è mai capitato nella vita e certo
non comincerà a ottanta anni.