Corriere 27.10.17
«Addio al Pd». Lo strappo di Grasso
Contrario al Rosatellum e alle fiducie, dopo il via libera la chiamata a Zanda. Martina: scelta che amareggia
di Daria Gorodisky
ROMA
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ieri sera ha abbandonato il
gruppo parlamentare del Pd e, spiega una nota di Palazzo Madama, «ai
sensi del regolamento sarà iscritto d’ufficio al Gruppo Misto». La
decisione arriva a breve distanza dall’approvazione definitiva — a colpi
di fiducia in entrambe le Camere — della nuova legge elettorale. Un
tema che già da tempo aveva creato frizione fra il Partito democratico e
la seconda carica dello Stato.
Il gesto di Grasso ora viene letto
come il possibile inizio di una sua nuova storia politica. Al fianco
(o, meglio, alla guida) del Mdp? Gli «scissionisti» lo auspicano. Il
loro coordinatore Roberto Speranza, a Otto e mezzo su La7 commenta: «Non
mi sognerei mai di tirarlo per la giacchetta»; però al contempo
apprezza il gesto dell’ex procuratore nazionale Antimafia: «La politica
ha più che mai bisogno di buoni esempi».
Sulla stessa tribuna, gli
controbatte il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina (Pd):
«Capiremo nei prossimi giorni le motivazioni, ma certo è una scelta che
ci amareggia». Le motivazioni in realtà vengono raccontate poco dopo dal
presidente dei senatori pd, Luigi Zanda. Grasso gli ha telefonato
appena prima che la notizia («imprevedibile») diventasse pubblica: «Mi
ha detto che non avrebbe votato né la legge elettorale né le fiducie».
Zanda prosegue: «La settimana scorsa gli avevo chiesto, a nome del
partito, di candidarsi alle Politiche in un collegio da lui scelto. Mi
ha risposto che doveva pensarci». Ma dal Pd arriva anche altro. Per il
senatore Salvatore Margiotta, «se Grasso lasciasse il gruppo, dovrebbe
dimettersi anche da presidente del Senato, ove il Pd lo designò». Il
ministro della Giustizia Andrea Orlando spera «che il suo percorso si
possa reincrociare con quello del Pd in un centrosinistra plurale». Il
presidente Matteo Orfini invita a «non trascinare» Grasso «nello scontro
politico». Il tema, invece, tiene immediatamente banco nei tweet dei
politici. Per Sinistra italiana, Nicola Fratoianni plaude: «Fatto
importante e positivo». Da Forza Italia, che ha portato a casa la legge
elettorale voluta senza votarla, la responsabile comunicazione Deborah
Bergamini scrive: «Visco riproposto e Grasso dimesso. Due tegole per
Renzi e per il Pd». E il M5S va dal «clamoroso» di Alessandro Di
Battista a «è una presa in giro» del deputato Danilo Toninelli: «Avesse
avuto coraggio, si sarebbe dimesso da presidente prima delle fiducie».