Repubblica 3.9.17
L’ultradestra tedesca sogna il terzo posto
I
populisti dell’Afd sono all’11%, secondo gli ultimi sondaggi, dopo la
Cdu della cancelliera Merkel e la Spd Merito della coppia al vertice del
partito che, in vista del voto del 24, corteggia l’anima più nera e
razzista dei suoi
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO.
L’unico refolo che si percepisce nell’aria ferma della campagna
elettorale tedesca è quello dei partiti che si contendono l’ultimo
gradino del podio. Nei sondaggi, l’imprendibile Cdu/Csu di Angela Merkel
è attorno al 37%, la Spd un filo sopra la soglia d’allarme del 20%. La
vera corsa è per il terzo posto. E gli ultimi dati sono allarmanti: i
populisti di destra dell’Afd starebbero all’11%, davanti ai liberali,
alla Linke e ai Verdi. Un risultato raggiunto grazie al gioco delle
parti del tandem che guida il partito, Alice Weidel e Alexander Gauland.
I
due sono un po’ “la Bella e la Bestia” della nuova destra tedesca. E
Gauland, di recente, è tornato a stuzzicare l’anima più nera dei suoi — e
di una parte del Paese — con parole d’ordine razziste e una difesa a
oltranza dei colleghi più controversi. A cominciare dal noto antisemita
Björn Höcke, uno che è riuscito a dire che «Adolf Hitler non è il male
assoluto», che bisognerebbe apprezzarne le sfumature, i «toni di
grigio». Gauland ha candidamente raccontato alla
Bild
che il leader dell’Afd in Turingia «è amato pazzamente da 20-30% del partito, anche a ovest». È «l’anima» dell’Afd.
Vecchia
conoscenza della politica tedesca, giurista, ex politico della Cdu ed
ex giornalista, invariabilmente in giacca tweed verde o marrone,
Alexander Gauland ha deciso da tempo di dedicarsi alla “pancia del
Paese”, per così dire. Co-fondatore dell’Afd, l’ha definito «il partito
della piccola gente» e pensa di interpretarne lo spirito più profondo
sostenendo, come ha fatto di recente, che la ministra dell’Integrazione
di origine turca, Aydan Özoguz, andrebbe riportata in Turchia ed
«entsorgt », in sostanza, «eliminata».
Un ex giudice lo ha
denunciato, Merkel ha duramente condannato le sue esternazioni
«razziste». Lui non si è mai scusato. La “Bestia” dell’Afd, che i
giornalisti tedeschi cercano di pungolare con frasi un po’ patetiche
tipo “ma lei una volta non era così, cosa ci fa con quelli”, si nasconde
dietro un dito. Il partito è «anarchico», dice. Pazienza se a qualcuno
scappa qualche frase contro gli ebrei o i neri. Gauland stesso aveva
conquistato una discreta notorietà internazionale, anni fa, sostenendo
che «nessuno vorrebbe essere il vicino di casa» del campione mezzo
ghanese, ma nato e cresciuto a Berlino, Jerome Boateng.
Chi ha
preso le distanze da alcuni eccessi del partito è l’altra metà del duo,
Alice Weidel. Lontana anni luce dall’ala destra, è esponente tipico
della corrente “dei professori”, un genere di militanti della prima ora
attirati dalla proposta dell’uscita della Germania dall’euro, spesso
accademici e professionisti. Weidel, economista e manager, porta con sé
anche un certo cosmopolitismo inedito, ai vertici dell’Afd Lesbica
dichiarata, legata a una donna originaria dello Sri Lanka, due figli,
doppia residenza tedesca e svizzera, asso della finanza, è la “Bella”
volta a conquistare elettori più moderati (un po’ come la leader del
partito Frauke Petry, estromessa mesi fa dalla corsa alla cancelleria
con un “putsch” dell’ala destra). La scorsa settimana ha preso le
distanze da un manifesto in cui si vede una donna incinta e lo slogan
“Nuovi tedeschi? Ce li facciamo da soli”. E nelle sue apparizioni in
tailleur costosi, spesso con i capelli biondi legati in una severa coda,
tende ad arrotondare gli slogan più destrorsi e a rassicurare sulla
razionalità delle proposte dell’ultra destra tedesca.
Ma quando si
vedono certi manifesti dell’Afd, come una cartina dell’Europa
attraversata da una scia di sangue e lo slogan “le tracce della
cancelliera in Europa”. O i militanti che si presentano ai comizi di
Merkel urlando “vattene”, e danno sfogo a un odio che sembra
giustificato, piuttosto, verso un sanguinario dittatore, viene spontaneo
chiedersi se esista ancora, un’anima moderata dell’Afd.