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Trattato con il Canada
Varsavia punta i piedi
Entro il 21 settembre tutti i 28 stati membri dovranno ratificare il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo di libero scambio fra l’Unione Europea e il Canada. L’ottobre scorso l’op - posizione del parlamento della Vallonia, regione francofona del Belgio, era stata sul punto di far naufragare il trattato. Adesso è la Polonia a minacciare l’entrata in vigore del Ceta. Tra le disposizioni contenute nell’accordo, contestato in Europa dalle associazioni ambientaliste e da quelle che tutelano i diritti dei consumatori, c’è l’istituzione di un nuovo organo chiamato a giudicare sulle controversie tra governi e investitori. La sua composizione prevede cinque giudici nominati dall’Ue, cinque dal governo canadese e cinque da paesi terzi. Varsavia ha minacciato di non ratificare l’accordo, poiché teme che i casi riguardanti la Polonia vengano ascoltati da una corte che non avrà tra i componenti alcun giudice polacco. La proposta di Varsavia è di nominare un giudice per ogni Stato membro: questo per garantire che la procedura sia più trasparente e non avvantaggi particolari nazioni. Fra i Paesi che non hanno ancora ratificato il trattato c’è l’Italia. Salvo colpi di scena, il Senato dovrebbe dare il via libera. Al Ceta si oppongono Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.