mercoledì 6 settembre 2017

La Stampa 6.9.17
Per Francesco è il viaggio più delicato
di Andrea Tornielli

Quello che inizia oggi è uno dei viaggi più delicati e problematici di papa Francesco. Certo, la Colombia è un grande Paese cattolico latinoamericano, e ci si aspetta una straordinaria partecipazione popolare. Ma la situazione è complessa e la pace, iniziata con lo storico accordo tra il governo del presidente premio Nobel per la Pace, Manuel Santos, e i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), appare come un piccolo seme già insidiato da molte minacce.
Durante questo suo quinto pellegrinaggio in America Latina, il Papa percorrerà 21.178 chilometri e pronuncerà 12 discorsi in spagnolo, visitando quattro città: Bogotà, Villa Vicencio, Medellín e Cartagena. Francesco non va in Colombia per fare da «garante» dell’accordo, ottenuto con fatica, ma bocciato dal referendum popolare. E pur invitando alla riconciliazione, unica via per uscire da una guerra civile che ha lasciato sul terreno 230 mila vittime, cercherà di tenersi lontano dalle polemiche sulle clausole dell’accordo. Sottolineerà invece la necessità di costruire la pace con l’impegno di tutti, con leggi giuste che non siano la «legge del più forte».
La scelta dei guerriglieri delle Farc di abbandonare le armi per trasformarsi in un partito politico in cambio di immunità e accesso al Parlamento, come previsto dall’accordo di pace, non è stata senza conseguenze. La scia di sangue, i morti o i rapiti, non si possono dimenticare facilmente. Restano le incognite su un futuro che si teme possa macchiarsi ancora di vendette, uccisioni, violenze.
Mentre l’oligarchia del potere colombiano - 300 le famiglie, imparentate tra di loro, che da 70 anni controllano il Paese - coltiva le sue ambizioni, c’è un popolo che al 50% vive al sotto della soglia di povertà, con quasi un milione di bambini che per strada rovistano nella spazzatura. Vanno ricercate in queste situazioni di povertà le cause remote della violenza dell’ultimo mezzo secolo. Una violenza che si è purtroppo trasformata in cultura della violenza: polizie private, gruppi paramilitari, sicari di professione. Senza un processo di riconciliazione politica, la pace rimane dunque fragilissima, legata a un filo sottile, in balia della radicalizzazione e polarizzazione del dibattito politico interno.
Infine, sullo sfondo del viaggio, c’è la crisi del Venezuela, Paese che confina con la Colombia. Molti si aspettano che Francesco possa dire una parola di vicinanza alle sofferenze di quel popolo.