La Stampa 1.9.17
Ryanair: vogliamo 90 aerei di Alitalia
L’ad O’Leary: “Pronti a comprare la flotta a lungo raggio, con piloti, equipaggi e rotte”
di Fabio De Ponte
«Novanta
aerei, compresi piloti, assistenti di volo, manutenzione e rotte». È
questa la porzione di Alitalia a cui punta l’amministratore delegato di
Ryanair, Michael O’Leary. In una conferenza stampa a Londra, il numero
della compagnia low cost - che due giorni fa si è ritirato dalla corsa
per Air Berlin - conferma l’interesse per la società italiana. «Alitalia
- spiega - ha una flotta di 120 aerei, la nostra offerta è per 90
velivoli con i loro piloti, equipaggi di cabina, rotte, eccetera».
Perché l’aspetto «più interessante di Alitalia - sottolinea - è la sua
flotta a lungo raggio» che «ha una forte capacità di crescita».
L’irlandese ha tempo fino al 2 ottobre per presentare un’offerta
vincolante.
Intanto lancia l’allarme il ministro dei Beni e delle
attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. «Lo spezzatino di
Alitalia - dice - sarebbe un errore gravissimo. Alitalia, al di là della
proprietà, è comunque il primo pezzo di Italia che accoglie i
visitatori in arrivo da ogni parte del mondo: gli aerei - sottolinea
Franceschini - sono infatti il primo il luogo dove iniziare ad
apprezzare il cibo, il cinema, l’arte, la bellezza e lo stile italiano».
Solleva
gli scudi anche la Filt Cgil: «L’ipotesi di spezzatino è fuori da ogni
prospettiva anche sindacale», scrive in una nota il segretario nazionale
Nino Cortorillo. «Il fatto che Ryanair - spiega il dirigente sindacale -
sia interessata ad aerei e rotte e magari a una parte di personale più
che uno spezzatino è macelleria». In realtà, sostiene, «è una fake news o
come diceva una canzone è fatta “per vedere l’effetto che fa”».
Ma
tra i corridoi della compagnia di bandiera si dà una lettura diversa
alle parole di O’Leary. È la prima volta, sottolineano fonti
dell’azienda, che il manager irlandese usa parole di questo genere.
Quello che ipotizza lui, spiegano, non sarebbe uno spezzatino perché non
vuole portare a casa solo gli aerei, ma anche le rotte e soprattutto il
personale. «Ryanair - sono le sue parole in conferenza stampa - terrà
la maggior parte del personale Alitalia, in particolare piloti ed
ingegneri, se la sua offerta verrà accettata». Di più: «Sarà mantenuto -
promette - anche il marchio Alitalia». Anche se certamente, precisa, la
proposta dipenderà anche «da numero di esuberi, modifiche alle
condizioni del personale e rinegoziazione dei leasing».
Insomma,
l’ipotesi spezzatino non è prevista dal bando e infatti sul tavolo non
c’è, sottolineano le fonti. Ma è prevista invece la possibilità di
dividere la società in due, la parte di volo e quella di terra. E quella
di O’Leary assomiglia più a un’offerta sulla parte di volo - pur con un
perimetro leggermente più stretto - che a un tentativo di spezzatino.
Soprattutto considerando che i 30 aerei che Ryanair non vuole sono
quelli più piccoli o più datati.
D'altra parte, O’Leary potrebbe
non avere tutti i torti, quando dice paventa il rischio in un intervento
dell’Antitrust. «Saremmo molto ben disposti - dice - a comprare
Alitalia ma sospetto che, visto che siamo una delle principali compagnie
aeree in Italia, saremmo bloccati dall’Ue per motivi di concorrenza.
Abbiamo il 35% del mercato italiano e Alitalia ci porterebbe a salire al
50-55%. Sono abbastanza sicuro che saremo bloccati». In quel caso,
ammonisce, «in assenza di altri compratori si procederà allo
spezzatino».