La Stampa 14.9.17
Putin spaventa i Baltici
13 mila soldati al confine
La mossa di Putin può essere letta come una provocazione alla Nato
di Monica Perosino
Questa
mattina all’alba si apre il primo atto di Zapad-2017, una tra le più
grandi esercitazioni militari russe degli ultimi 30 anni, con un
imponente sfoggio della capacità operativa di Mosca tra la Bielorussia e
l’enclave di Kaliningrad. Circondati dalla forze russe, i Paesi baltici
e quelli del blocco Est della Nato sono in apprensione da mesi, così
come i comandi dell’Alleanza, che ostentano tranquillità, ma sono
«pronti a reagire».
Fino al 20 settembre saranno impegnati
nell’esercitazione - denominata Zapad, «Occidente» - 12.700 militari sul
confine più orientale della Nato, in una simulazione di un attacco «di
un Paese terzo» alla Bielorussia.
Ma ben prima che iniziassero i
trasferimenti di truppe verso la base di Barysau, in Bielorussia, o che
un singolo caccia decollasse da Kaliningrad, è iniziata quella che il
think-tank di Varsavia Centre for Eastern Studies ha definito il «cuore
della guerra di informazioni tra la Russia e la Nato». Da settimane si
susseguono ipotesi di ogni tipo: si tratta di una mossa intimidatoria;
di una prova di forza in pieno clima da nuova Guerra Fredda; del prologo
di una guerra contro Lituania e Polonia o il primo passo per
l’occupazione ibrida di un Paese amico, come la Bielorussia, sulla
falsariga di quanto successo in Crimea nel 2014?
Secondo i dati
del ministero della Difesa russo, le esercitazioni vedranno impegnati
7200 militari delle Forze armate di Minsk, 5500 russi, oltre a 70 tra
aerei ed elicotteri, 250 carri armati e dieci navi. Le esercitazioni, ha
assicurato il capo di Stato maggiore russo Valeri Gherasimov, «sono di
routine e di carattere difensivo e non rappresentano una minaccia a
terze parti». Ma non tutti sembrano credere alla versione ufficiale, gli
attacchi e le «provocazioni» da entrambe le parti non si fermano, con
la Svezia che anticipa Zapad con Aurora 17, l’esercitazione più
importante negli ultimi 23 anni, con la partecipazione di 19 mila
soldati svedesi e di Paesi alleati come Danimarca, Estonia, Francia,
Lituania, Norvegia e Stati Uniti. Lo scenario delle manovre è un attacco
a sorpresa contro la Svezia. Attacco da un Paese «X», ma guarda caso
l’isola di Gotland, armata fino ai denti, è esattamente davanti
all’enclave militarizzato di Kalinigrad. Un’altra battaglia si gioca sui
numeri: Zapad - secondo le fonti ufficiali - coinvolge 12.700 militari,
meno quindi dei 13 mila oltre ai quali è necessario, secondo le norme
dell’Osce, invitare osservatori della Nato. Ma il ministro della Difesa
lituano, Raimundas Karoblis, avverte che Mosca userebbe le esercitazioni
per coprire un potenziamento aggressivo della sua forza militare sul
fianco orientale della Nato e che i soldati impegnati «saranno almeno
100.000». Notizia ripresa da «New York Times» e «Washington Post».
«Tradizionalmente
le operazioni militari di Mosca - spiega Marco Di Liddo, analista del
Centro Studi internazionali di Roma - hanno un duplice scopo: quello
interno per dimostrare i progressi bellici ai russi e quello
internazionale per dimostrare le capacità belliche russe». Il timore dei
Paesi Baltici è naturale, «ma Putin non è un pazzo e non attaccherebbe
mai un Paese Nato». Per Di Liddo, Zapad è più che altro uno sfoggio di
potenza, mentre «la vera preoccupazione è ora la cyberguerra: la parità
strategica è importante, ma conta davvero chi ha gli hacker migliori».