internazionale 22.9.2017
Il guardiano dei cinquestelle
Davide Casaleggio controlla la vita interna del Movimento 5 stelle in modo poco trasparente. Molti iscritti si lamentano per la scarsa democrazia, scrive il Financial Times James Politi e Hannah Roberts, Financial Times, Regno Unito.
Quando all’inizio di aprile Davide Casaleggio è salito sul palco dell’ex fabbrica di macchine da scrivere Olivetti di Ivrea, il pubblico aveva appena finito di vedere un filmato apocalittico di dieci minuti. Internet è “come l’energia atomica”, che può essere usata per fini buoni o cattivi, compresa la creazione di “dittature orwelliane”, si diceva nel filmato. “Oggi abbiamo avuto alcune delle migliori menti a parlare di futuro per capire cosa ci aspetta”, ha detto Casaleggio, riferendosi ai partecipanti al convegno, tra cui l’amministratore delegato di Google Italia Fabio Vaccarono. E ha concluso il suo intervento dicendo: “Il futuro è già presente, basta saperlo vedere”. Casaleggio, un consulente commerciale di 41 anni poco carismatico e appassionato di sport estremi, ha potuto organizzare un evento così prestigioso perché si è piazzato all’incrocio tra internet e la politica nella terza economia dell’eurozona. È il presidente dell’Associazione Rousseau, che gestisce una piattaforma internet pionieristica progettata per introdurre la democrazia diretta nel Movimento 5 stelle (M5s) con primarie online, fare sondaggi tra gli iscritti sulle scelte politiche e raccogliere donazioni. Questo fa di Casaleggio il custode e la forza principale dietro all’M5s, il partito fondato nel 2009 dal comico Beppe Grillo che aspira ad avere la maggioranza nel parlamento italiano alle prossime elezioni politiche. Casaleggio ha una piccola azienda con sede a Milano che gestisce anche il blog di Grillo, lo strumento principale del movimento per comunicare con gli elettori italiani. I suoi sostenitori lo considerano un pioniere che usa gli strumenti di internet per dare più voce in capitolo ai cittadini e mettere fine agli accordi segreti tra i politici. “Abbiamo portato la rivoluzione digitale nella politica”, dice la deputata del movimento Carla Ruocco. “Siamo la cosa più vicina alle piazze, alla gente”. Il complicato intreccio tra ruolo pubblico e privato di Casaleggio ha portato a un punto cruciale una serie di interrogativi sulle responsabilità e i potenziali conflitti di interesse all’interno dei cinquestelle. Chi lo critica si chiede se è giusto che una sola persona abbia un ruolo così importante, anche se non ricopre nessuna carica ufficiale nel movimento, e se sia giusto che la sua azienda sia al centro delle attività del movimento. “Casaleggio è a capo della struttura del Movimento cinquestelle. Tutto passa attraverso di lui”, dice Piero Ignazi, professore di scienze politiche all’università di Bologna. “La trasparenza è uno dei loro cavalli di battaglia, ma è una trasparenza parziale”, dice Fabio Bordignon, che insegna scienze politiche all’università di Urbino ed è un esperto del movimento. Anche alcuni iscritti cominciano a chiedere maggiore democrazia interna. “C’è un deficit democratico”, dice uno di loro. “È una specie di setta”. Mentre si avvicina il momento più caldo della campagna elettorale, i cinquestelle stanno cercando di convincere un elettorato ansioso e insoddisfatto che la loro onestà e indipendenza può spazzare via la corruzione nella politica italiana e permettere al paese di riprendere la sua sovranità economica dall’Unione europea. nei sondaggi oggi il movimento è testa a testa con il Partito democratico, al governo, e ha quindi buone probabilità di vincere le elezioni. Al convegno che si terrà dal 22 al 24 settembre a Rimini, con la benedizione di Casaleggio, gli iscritti probabilmente sceglieranno come prossimo candidato alla presidenza del consiglio Luigi Di Maio, 31 anni, napoletano e vicepresidente della camera. Sarà scelto con un voto online attraverso la piattaforma Rousseau. Di fronte alla possibilità che i cinquestelle vadano al potere, la presenza dell’imprenditore Casaleggio al centro del partito ha sollevato un dibattito che ricorda quello su Berlusconi, l’imprenditore che è stato tre volte presidente del consiglio e ha dominato la politica italiana per vent’anni. “Anche se in proporzioni diverse, il problema è lo stesso”, dice Ignazi. Data la sua riservatezza, si sa molto poco delle idee politiche di Casaleggio e delle scelte che potrebbe imporre se il movimento dovesse andare al governo. In passato non ha escluso l’idea di usare la tecnologia per manipolare l’opinione pubblica, una prospettiva che riecheggia il percorso semiautoritario che si è impegnato a esorcizzare nel filmato di Ivrea. In un libro intitolato Tu sei rete, Casaleggio ha scritto che le persone, come “colonie di formiche” potrebbero essere facilmente condizionate tramite la diffusione di messaggi semplici. “È necessario che i componenti siano in numero elevato, che si incontrino casualmente e non abbiano consapevolezza delle caratteristiche del sistema nel suo complesso”, ha scritto. “Una formica non deve sapere come funziona il formicaio, altrimenti tutte le formiche ambirebbero a ricoprire i ruoli migliori e meno faticosi creando un problema di coordinamento”. Il ruolo centrale di Casaleggio nella politica italiana è essenzialmente ereditario. Suo padre, Gianroberto Casaleggio, ha fondato il Movimento 5 stelle con Grillo ed era considerato l’eminenza grigia del partito. Prima di morire, il 12 aprile 2016, ha passato al figlio Davide le redini della società, la Casaleggio Associati, e le chiavi di uno dei più forti partiti politici europei. Chi prende le decisioni Davide, un bambino prodigio nel gioco degli scacchi, si è laureato all’università Bocconi di Milano. Vive da anni con la sua compagna Paola Gianotti, una campionessa di ciclismo, e pratica l’immersione in ghiaccio nei laghi alpini. Sua madre Elizabeth Birks è inglese, ma il suo inglese “non è perfetto”, dice lei, perché ha un accento decisamente italiano. Alcuni cinquestelle lo descrivono come un uomo riservato e con un obiettivo preciso più che come un visionario della politica, il che lo rende diverso da suo padre. “È una persona distaccata e di poche parole”, dice uno di loro. Massimo Bugani, uno dei suoi più stretti collaboratori, aggiunge: “È uno stacanovista, un maniaco del lavoro, molto determinato”. Un ex parlamentare cinquestelle ci ha detto che “Casaleggio ha un unico obiettivo, diventare il leader mondiale nello sviluppo di algoritmi per determinare i comportamenti nella rete, per poi venderli ai suoi clienti”. Casaleggio si è rifiutato di rilasciare un’intervista per questo articolo ma all’inizio di agosto, durante una conferenza stampa a Roma, ha negato di avere un ruolo attivo nella guida del Movimento 5 stelle. “Il mio ruolo è sempre stato di supporto. non ricopro alcuna carica elettiva. non sono stipendiato dai cinquestelle. Sono uno dei tanti attivisti, dei tanti volontari”, ha detto. Ma dalla morte di suo padre è stato molto più di questo. Ha avuto voce in capitolo su quasi tutte le più importanti decisioni dei cinquestelle degli ultimi mesi, compreso il fallito tentativo di cambiare alleanze all’interno del parlamento europeo. È andato spesso a Roma per incontrare Grillo e altri personaggi chiave del movimento, tra cui Virginia Raggi, la discussa sindaca della capitale italiana. I cinquestelle non hanno un quartier generale e gli incontri si svolgono all’hotel Forum, un albergo a cinquecento metri dal Colosseo che si affaccia sulle rovine del foro romano. Questo mese Casaleggio è apparso con Grillo in un video girato per raccogliere fondi per il convegno di Rimini. Se il movimento dovesse vincere le elezioni, magari alleandosi con altri partiti populisti, non è chiaro chi prenderebbe le decisioni, e sulla base di quali interessi. non esiste un meccanismo formale che consenta agli iscritti di contestare la leadership di Casaleggio: in tandem con Grillo ha un potere praticamente illimitato. La Casaleggio Associati è fondamentalmente una società di consulenza per il commercio online, che consiglia ai suoi clienti le strategie migliori per vendere di più in Italia e all’estero. Dai dati resi pubblici non sembra sia un’azienda molto redditizia. nel 2016 ha perso 48mila euro avendo un fatturato di poco meno di un milione di euro ed è in perdita da tre anni. Uno dei principali eventi che organizza ogni anno è la presentazione di un rapporto sulle tendenze del commercio elettronico in Italia. Durante l’edizione di quest’anno, a maggio alla camera di commercio di Milano, Casaleggio ha tenuto un discorso di mezz’ora sugli assistenti virtuali e l’internazionalizzazione, ma non ha mai fatto cenno al suo ruolo nei cinquestelle. Secondo alcuni degli oltre 150 partecipanti, la linea di separazione tra la sua azienda e la politica dovrebbe essere più netta. “Il fatto che dietro i cinquestelle ci sia un’azienda che vende servizi di consulenza può spingere qualche società a comprarli nella speranza di avere qualche contatto politico. non so, ma non mi sembra una struttura molto trasparente”, dice uno dei partecipanti, Marco Magnocavallo, amministratore delegato della Tannico, un’azienda che vende vino al dettaglio online. Venerando Monello, un avvocato vicino al Partito democratico che ha presentato un ricorso sul rapporto tra la leadership del movimento e i suoi rappresentanti eletti, è andato oltre: “non sappiamo quali rapporti ha la Casaleggio Associati con potenze o società straniere. non sappiamo se le sue attività commerciali interferiscono con le attività politiche dei cinquestelle”. Un portavoce di Casaleggio si è rifiutato di commentare, ma i vertici del movimento non sembrano preoccupati. Sostengono che il loro modello digitale – grazie al quale hanno meno spese, non hanno una sede né altri uici signiica che sono meno sensibili al denaro. La loro mancanza di trasparenza, aggiungono, non è nulla rispetto al lobbismo dei partiti italiani tradizionali. “Come possono influenzarci? Facciamo politica senza soldi”, dice la deputata Carla Ruocco. La piattaforma Rousseau Il centro nevralgico della struttura dei cinquestelle è la piattaforma Rousseau creata da Gianroberto Casaleggio, che le ha dato il nome del filosofo svizzero del settecento Jean-Jacques Rousseau, primo promotore della democrazia diretta contrapposta a quella rappresentativa. Tramite la piattaforma, il movimento seleziona gli iscritti, organizza votazioni online per scegliere i candidati alle elezioni amministrative e politiche, consente di proporre e commentare leggi, e raccoglie donazioni. Gli iscritti al movimento hanno anche votato il programma dei cinquestelle per le prossime elezioni: dall’energia alle banche alla politica estera. Il sistema Rousseau è la gioia e l’orgoglio del partito, e ha suscitato grande interesse anche in altri movimenti populisti europei. Per il momento l’unica cosa che gli si avvicina sono i “partiti pirata” di Svezia e Germania, anche se non hanno mai raggiunto la forza dei cinquestelle e favoriscono l’uso di software open source, cosa che la Rousseau non fa. “Lo dico con grande umiltà, ma altrettanta certezza, non c’è nulla di simile al mondo, nessun altro ha mai creato un sistema come questo per aggregare le persone e le idee”, dice Danilo Toninelli, parlamentare del movimento. Casaleggio nega di avere un ruolo importante nel partito, ma non può dire la stessa cosa per quanto riguarda la piattaforma: è il presidente dell’Associazione Rousseau, che ha lo stesso indirizzo della Casaleggio Associati, anche se legalmente sono entità separate. Ai vertici dell’associazione ci sono anche due dei principali collaboratori di Casaleggio: Massimo Bugani, consigliere comunale a Bologna, e Pietro Dettori, ex responsabile dei social network della Casaleggio Associati. Per ora la piattaforma Rousseau ha solo 140mila iscritti (circa nove milioni di persone hanno votato per il movimento alle elezioni politiche del 2013) e solo chi è entrato nel movimento prima del luglio 2016 ha diritto di voto sulle questioni interne. Chi lavora per la piattaforma dice che l’obiettivo è arrivare a un milione di iscritti, ma i controlli sono costosi e richiedono molto tempo: “Abbiamo tante richieste e dobbiamo assicurarci che si tratti di persone reali”, dice Bugani. Ma c’è chi dice che limitare le iscrizioni alla piattaforma aiuta Casaleggio a ridurre l’opposizione interna. “non sappiamo nulla del dibattito politico interno al movimento e i suoi vertici esercitano un controllo assoluto”, dice Massimiliano Panarari, che insegna sociologia della comunicazione all’università Luiss di Roma. “È un po’ come il Partito comunista italiano durante la guerra fredda”. L’esempio più estremo di insoferenza verso il dissenso lo ha dato lo stesso Grillo annullando il risultato della votazione online con cui era stata scelta come candidata alla carica di sindaco di Genova Marika Cassimatis, contro la volontà del fondatore del movimento. I dirigenti del partito dicono che si è trattato di un caso isolato, ma secondo Cassimatis questo episodio ha messo in evidenza le sue tendenze autoritarie. “All’inizio il movimento era rivoluzionario, adesso è verticale come gli altri. La democrazia diretta non esiste più, in contrasto con i suoi ideali”, dice. A Roma l’avvocato Monello sta contestando la legalità del contratto irmato dalla sindaca Raggi prima della sua elezione, con il quale si è impegnata a pagare 150mila euro se non rispetterà i princìpi del movimento, una mossa che fa sospettare una mancanza d’autonomia da Grillo e Casaleggio. I giudici della prima sezione civile del tribunale di Roma hanno respinto il ricorso, ma Monello intende fare appello. Casaleggio ha fatto ben poco per dissipare questi timori, resistendo anche alle pressioni affinché ogni votazione online venisse convalidata da un ente indipendente, per eliminare la possibilità di interferenze da parte dei vertici. Renato Grottola, direttore della Dnv business assurance, racconta che negli ultimi anni è stato chiesto alla sua azienda di verificare le votazioni dei cinquestelle. In agosto Casaleggio ha dichiarato che la Dnv sarebbe stata coinvolta solo “in certi casi”, a seconda della “delicatezza” del sondaggio, ma non ha specificato quali potrebbero essere questi casi. Sempre in agosto, l’attacco di un hacker alla Rousseau, in cui sono stati rubati molti dati sugli iscritti, compresi i loro indirizzi email e le password, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del sistema. “È uno dei maggiori partiti di opposizione italiani e non può essere così vulnerabile”, ha commentato David Puente, un ex dipendente della Casaleggio. Se la Rousseau è il centro nevralgico dei cinquestelle, il blog di Beppe Grillo è il suo più potente portavoce e veicolo di comunicazione. “È uno strumento per reclutare simpatizzanti e una specie di carta costituzionale del movimento”, dice il professor Panarari. Ma anche in questo caso, le responsabilità non sono chiare. Il blog di Grillo è gestito dal personale della Casaleggio Associati, ma la natura di questo rapporto commerciale è poco trasparente. non si sa chi decide quali post pubblicare e chi li rivede, cosa di cui alcuni rappresentanti dei cinquestelle si sono lamentati. nel frattempo, però, il blog di Grillo attira pubblicità da FOnTE: FInAnCIAL TIMES diverse fonti tramite Google ads e altre agenzie. Ci sono anche altri siti – come TzeTze, che diffonde notizie a favore dei cinquestelle e contro il governo – che attirano pubblicità e sono gestiti dalla Casaleggio. Grandi multinazionali come l’American Express, Sky e la Durex, pubblicano banner sul blog. “È normale pubblicità, il blog attira i grandi protagonisti dell’economia di mercato perché è la voce di uno dei grandi protagonisti della politica italiana”, dice Panarari. Luca Alagna, un consulente di marketing digitale, calcola che il blog di Grillo può produrre dai 220mila ai 690mila euro di entrate all’anno, a seconda del prezzo per ogni mille visualizzazioni. La base è scettica I cinquestelle, comunque, si rifiutano di dire quanto incassano ogni anno con la pubblicità che appare sui siti gestiti dalla Casaleggio, sostenendo che si tratta di una cifra insignificante. “Francamente non credo che si guadagni molto con la pubblicità online”, dice Ruocco. Rispondendo a una domanda che gli abbiamo fatto il mese scorso durante una conferenza stampa, Casaleggio ha ammesso che il blog di Grillo è “un’impresa commerciale”, gestita dalla sua azienda in dal 2005, ma ha sottolineato che non ha niente a che vedere con la comunicazione ufficiale dei cinquestelle, che adesso avviene tramite un sito meno popolare chiamato Blog delle stelle. Finora la piattaforma Rousseau ha raccolto 450mila euro di donazioni, tra cui circa 30mila da fonti estere. Anche se in politica estera il movimento ha una chiara propensione a favore del Cremlino, e i suoi vertici hanno incontrato alcuni dirigenti del partito di Vladimir Putin, non risulta che i russi abbiano fatto donazioni ai cinquestelle. Alcuni sostengono che la loro vera fonte di finanziamento sono i milioni di euro che lo stato dà ai gruppi parlamentari, ma non è chiaro se questi soldi possano essere usati per la campagna elettorale. L’ascesa di Davide Casaleggio all’interno del movimento non è stata accolta con entusiasmo da tutta la base. C’è una fazione più radicale che non ritiene particolarmente utile la sua entrata in scena e non concorda con lui sulla scelta di Di Maio, che rappresenta l’ala più moderata del partito. “Da quando è morto Gianroberto l’intero movimento si è trasformato in una campagna per far eleggere Di Maio”, lamenta un militante romano. “Davide Casaleggio è un uomo intelligente ma è un dirigente d’azienda. È come essere su un Boeing 747 in cui muore il pilota: si può trovare qualcuno che lo guidi ma nessuno che sappia farlo atterrare. E quando finisce il carburante l’aereo precipita”, aggiunge. Dopo aver contribuito alla caduta del governo Renzi con la campagna per far fallire il referendum costituzionale dello scorso dicembre, i cinquestelle hanno smesso di crescere nei sondaggi e si teme che gli elettori possano spostarsi verso il centrodestra. I risultati poco brillanti riportati nei sondaggi e le divisioni interne, a cui si aggiunge la deludente amministrazione della capitale, stanno provocando molti dubbi tra gli iscritti al movimento. Dubbi che spingono tanti a insistere su una maggiore democrazia interna. “Ci sono troppe zone d’ombra, troppi problemi irrisolti, troppi conflitti d’interesse”, dice Nicola Biondo, un ex responsabile della comunicazione del movimento e autore di un libro intitolato Supernova. Come è stato ucciso il Movimento 5 stelle. “La mia profezia è che la storia dei cinquestelle finirà male”.