il manifesto 6.9.17
«Abolire il numero chiuso, medici a rischio estinzione»
Università.
Test di accesso a medicina, protestano gli studenti: «Più fondi a
Welfare e Sanità». Sit-in degli specializzandi a Montecitorio: «Vogliamo
il bando e borse di studio»
di Roberto Ciccarelli
Diventare
medici in Italia è una corsa ad ostacoli. Per iscriversi alla facoltà
di medicina, l’aspirante studente deve superare le forche caudine del
numero chiuso, di anno in anno inasprito. Una volta laureato,
l’aspirante medico deve superare il concorso per la scuola di
specializzazione, mentre si continuano a tagliare posti. Infine, una
volta conseguito il titolo con tutti i crismi, deve sperare che i tagli
abbiano risparmiato gli ospedali e che il blocco del turn-over sia stato
sospeso nella propria regione, commissariamento permettendo.
QUESTA
CATENA di cause ed effetti si ripresenta ogni anno quando si celebra il
rito di massa dei test di ingresso a Medicina. Ieri sono stati 66.907 a
partecipare alle prove di logica, biologia e chimica, fisica e
matematica in tutto il paese. In palio c’erano 9.100 posti, più 908
posti per odontoiatria. Gli studenti della Rete della Conoscenza e di
Link hanno protestato da Sud a Nord contro il numero chiuso e la
progressiva diminuzione dei posti al corso di laurea (quest’anno da
9.224 a 9100). In sit-in e flash mob negli atenei hanno chiesto anche di
ripensare il concorso della specializzazione attraverso l’aumento delle
borse di studio e una programmazione di lungo periodo del Sistema
Sanitario nazionale che nei prossimi dieci anni perderà migliaia di
medici. Ci sono previsioni che parlano addirittura di 20 mila
professionisti.
«LA PROGRESSIVA RIDUZIONE del nnumero di posti è
inaccettabile – sostiene Andrea Torti, coordinatore Link – Va a ledere
ancora il diritto allo studio, già colpito da un test iniquo». Un
racconto drammatico della situazione viene dal Sud. «Gli ospedali
meridionali quest’anno hanno chiuso bandi senza candidati – sostiene
Asia Iurlo (Link medicina Bari) – già ora non ci sono abbastanza medici
per garantire i livelli essenziali di assistenza». Dopo la sentenza del
Tar che ha bocciato il numero chiuso nella facoltà di Studi Umanistici
dell’Università di Milano, Elisa Marchetti (Udu) chiede l’abrogazione
della legge 264/99 tanto a livello locale quanto a livello nazionale. In
un paese dove il tasso di passaggio all’università è troppo basso e il
numero dei laureati è insufficiente, anche gli studenti del Fronte della
gioventù comunista hanno chiesto a Bologna il ritiro del numero chiuso
definito «una misura classista».
NELLO SPEAKERS CORNER di piazza
Montecitorio a Roma un gruppo di medici neo-laureati ha manifestato in
camice bianco ribadendo alle ministre Fedeli (all’Istruzione) e Lorenzin
(alla Salute) la richiesta di sbloccare le procedure del bando di
concorso per le scuole di specializzazione e di ripensare il sistema di
accreditamento. Quello voluto dal Miur ha infatti ridotto i posti da
1500 a 1350 posti. I giovani medici sostengono di essere in attesa del
bando da oltre «un anno e mezzo». «Ciò ha creato un empasse con il
ministero della Salute il cui prezzo lo stiamo pagando noi e altre
migliaia di giovani medici. È una situazione anomala, mai verificatasi
in precedenza, assolutamente vergognosa» ha affermato Emanuele,
portavoce del Segretariato italiano giovani medici (Sigm). Il Miur ha
precisato che le regole del concorso – ma non la sua data – saranno
pubblicate oggi in Gazzetta Ufficiale: «Un atto necessario per poter
procedere con il bando. Qualsiasi altra comunicazione su date di uscita
del bando o di svolgimento del concorso, non è da ritenersi ufficiale».
Il ministero assicura che il concorso «si svolgerà nel 2017, la presa di
servizio avverrà entro l’anno».
«SONO GRAVI I RITARDI e le
inadempienze del governo sui medici specializzandi – ha detto Annalisa
Pannarale (Sinistra Italiana-Possibile). «Le borse previste sono
insufficienti rispetto al numero degli aspiranti medici e rispetto al
fabbisogno del nostro sistema sanitario nazionale» ha aggiunto Claudia
Pratelli, responsabile scuola di SI. Un’altra interrogazione è stata
presentata da Rocco Palese (Forza Italia).