Corriere 9.9.17
Il centrodestra stacca Pd e M5S Quota 35% anche con il listone e Berlusconi «batte» Salvini
di Nando Pagnoncelli
I 5 Stelle calano al 26,6% allineati ai dem. Mdp sopra la soglia, Ap no
Lo
scenario che emerge dal primo sondaggio realizzato dopo la pausa estiva
è sostanzialmente simile a quello registrato alla fine del mese di
luglio: si conferma il testa a testa tra M5S (26,6%, in lieve flessione)
e Pd (26,5%), si consolida il consenso per il centrodestra nel suo
insieme (Forza Italia 15,6%, Lega 15% e FdI 5%), Articolo 1-Mdp (3,6%)
si mantiene sopra la soglia di sbarramento e Ap continua a faticare
(2,2%). Oltre un elettore su tre (34,8%) intende astenersi o è indeciso.
Le
amministrative di giugno hanno segnato uno spartiacque, evidenziando un
clima nettamente favorevole alle forze di centrodestra e ponendo più di
un interrogativo sullo «schema di gioco» che potrà essere adottato,
tenuto conto che l’attuale legge elettorale assegna il premio di
maggioranza alla lista, non alla coalizione, che superi il 40% dei voti
validi. A questo proposito abbiamo testato gli orientamenti di voto in
presenza di una lista unitaria di centrodestra che, per il momento,
comprenda i tre partiti principali.
Le stime sostanzialmente si
equivalgono: il centrodestra diviso si attesta al 35,6%, mentre unito in
una sola lista raggiungerebbe il 35%. Risultato tutt’altro che
scontato, perché tradizionalmente la fusione di più partiti in un unico
soggetto determina un consenso inferiore rispetto alla somma dei voti
dei singoli partiti. Inoltre, il centrodestra da sempre ottiene
risultati migliori presentandosi diviso. Basti pensare a quelli ottenuti
con il Mattarellum: nel 2001, ad esempio, la Casa delle libertà guidata
da Berlusconi prevalse di 2,4% sull’Ulivo guidato da Rutelli allorché
nella quota proporzionale i partiti che facevano capo alla Cdl ottennero
il 14% di voti in più rispetto a quelli dell’Ulivo.
Nell’ipotesi
di lista unitaria attualmente tra gli elettori soprattutto di Forza
Italia e Lega non mancherebbero le defezioni ma sarebbero compensate
dall’ingresso di un flusso di voti proveniente prevalentemente dall’
area dell’indecisione e dell’astensione.
Nelle ultime settimane il
clima favorevole al centrodestra ha in parte attenuato le divergenze
tra i leader ma non ha eliminato alcune questioni di fondo rispetto alle
quali il sondaggio odierno conferma le divisioni tra diversi elettorati
registrate all’inizio di luglio. Nello specifico:
1. Aumenta la
quota di coloro che ritengono praticabile il progetto di lista unica sia
tra tutti gli italiani (35%, in crescita di 4% rispetto a luglio), sia
tra gli elettori del centrodestra (65%, + 2%). I leghisti permangono i
più scettici, ma nelle loro fila aumenta nettamente l’ottimismo (58%, +
9%) pur in presenza di un terzo di loro convinto che le differenze tra i
partiti siano così numerose da impedire la possibilità di definire un
programma comune.
2.Riguardo alla linea politica da adottare,
quasi un italiano su due (47%) auspica che prevalga quella moderata di
Forza Italia, mentre uno su tre (33%) vorrebbe che si affermasse quella
più radicale degli altri due partiti. I pareri sono contrapposti tra
forzisti e «sovranisti» ma nell’insieme del centrodestra il pendolo è
spostato sul posizionamento radicale (55% a 39%).
3.Analoghe
divisioni si registrano sulla leadership della lista unitaria: i tre
elettorati parteggiano in larga misura per il proprio leader e
nell’insieme Berlusconi (39%) prevale su Salvini (32%), portando a + 7%
il vantaggio registrato a luglio (+3%). A seguire Meloni (14%), Toti
(7%) e Zaia (5%).
4.Da ultimo, le possibili alleanze post
elettorali: qui le opinioni sono più concordi. La maggioranza (51%)
ritiene che sarebbe meglio evitare qualsiasi alleanza rimanendo
all’opposizione. In subordine si privilegia un accordo con M5S (28%)
rispetto al Pd (9%). Anche tra gli elettori di FI l’alleanza con i
pentastellati prevale su quella con i dem.
Pur in presenza di
diverse opinioni su posizionamento, programma e leadership, al momento
la prospettiva di un successo elettorale galvanizza l’elettorato di
centrodestra e consente di attrarre nuovi elettori, soprattutto tra
quelli che oggi stanno alla finestra. Questi ultimi rappresentano un
bacino contendibile che potrà risultare decisivo.
NPagnoncelli