mercoledì 27 settembre 2017

Corriere 27.9.17
Le acrobazie (politiche) di Alice La pasionaria nazionalista che nel privato si contraddice
Lesbica e «multiculturale», nega nei fatti tutti i principi dell’AfD
di Elena Tebano

«Per lei non ho nessuna comprensione». È bastata una manciata di parole ad Alice Weidel per liquidare l’ex leader del suo partito Frauke Petry. Le due al momento non potrebbero essere più lontane: Petry ieri ha annunciato che uscirà da Alternative für Deutschland, Weidel ne è diventata capogruppo in Parlamento con Alexander Gauland, dopo che già ad aprile (e sempre con lui) era stata scelta come capolista. Un posto che teoricamente sarebbe spettato proprio a Petry.
Deve essere stato un boccone particolarmente amaro per quest’ultima, dato che Weidel, fino alla primavera una figura minore in AfD, era una sua protetta. L’incredibile ascesa di questa giovane lesbica in un partito di uomini conservatori (le donne sono meno del 17% degli iscritti e solo il 13% dei parlamentari) ha a che fare, oltre che con la sua ambizione, con le dinamiche di potere di questa forza politica. E ne rappresenta al tempo stesso tutte le contraddizioni.
Trentotto anni, nata a Gütersloh nella Renania Settentrionale-Vestfalia («sono di campagna — dice Weidel di sé — come se fossi scesa ora dal trattore») il volto ufficiale del partito amato all’Est, che sostiene di mettere «prima la Germania», che non vuole stranieri e musulmani, che si onora di difendere la gente normale dalle élite finanziarie globali ed europee e che infine in Baden-Württemberg, dove la Weidel ha la sua circoscrizione elettorale, dichiara «che i bambini devono crescere con le cure di un padre e di una madre», si distingue per negare con la sua vita privata ogni singolo principio sbandierato dal partito che rappresenta. Weidel non solo ha la residenza ufficiale a Bienne, in Svizzera, ma è anche unita civilmente con Sarah Bossard, una donna nata in Sri Lanka e poi adottata dalla famiglia di un pastore protestante svizzero, dalla quale ha avuto due figli.
Dal punto di vista personale fino a poco fa Weidel se l’era cavata mantenendo il più stretto riserbo sulla sua vita privata e adeguandosi alle posizioni pubbliche di AfD sull’omosessualità. Affermava per esempio di non voler cambiare le leggi sulle coppie omosessuali (sì solo alle unioni civili) e ha preso in giro i parlamentari della sinistra che festeggiavano «con una pioggia di brillantini» il matrimonio gay. Solo di Recente la Bild è riuscita a scovare una sua foto con la Bossard, che è una produttrice di film, e sono emersi più particolari sulla loro famiglia. Weidel prima ha protestato per l’intrusione «da nazisti» nella sua vita privata, poi si è difesa spiegando che il vero nemico degli omosessuali non sono i conservatori, ma gli islamici, e che quindi AfD è in definitiva il partito che più li difende. Anche rispetto alla sua vita professionale non mancano lo acrobazie: la ragazza di campagna che racconta di essere entrata in politica per opporsi all’euro, ha vissuto 5 anni in Cina e ha lavorato per il gruppo Goldman Sachs, banca simbolo della finanza globale.
Eppure è proprio questa lontananza dal militante tipico di AfD che l’ha resa la donna giusta al momento giusto. I massimalisti del partito hanno bisogno di una faccia pulita che rassicuri i moderati. Era il ruolo di Frauke Petry, che però ha commesso l’errore di volersi «moderare» sul serio e ha attaccato frontalmente Björn Höcke (da molti considerato il leader occulto di AfD) per la sua mancata volontà di prendere le distanze dal nazismo. Nel giro di pochissimo Petry è stata rimpiazzata e sostituita, per indorare la pillola, con la sua protetta Alice Weidel. Che ora la rinnega. C’è chi dice che anche le rivelazioni della stampa tedesca sulle vecchie mail in cui Weidel definiva «maiali» e «marionette delle potenze vincitrici» i politici tedeschi (termini che rimandano subito al Terzo Reich) abbiano fatto il suo gioco rendendola più gradita ai falchi di AfD. Se lo resterà a lungo o farà la stessa fine di Petry è tutto da vedere.
Weidel dal canto suo è abbastanza ambiziosa (qualcuno direbbe cinica) da non pre occuparsi delle contraddizioni.