Corriere 24.9.17
Sicilia, Musumeci è in testa con il 38% Male il candidato pd, Mdp a un passo
Il centrodestra unito stacca Cancelleri (M5S): 31%. Micari al 13, Fava al 10. Pesa l’astensione
di Nando Pagnoncelli
La
sfida siciliana è vista come un test anticipatore dei risultati delle
prossime elezioni politiche previste nella primavera del 2018. Forse è
un’ipotesi eccessiva, ma sicuramente la contesa potrà influenzare umori
degli elettori, orientamenti e percorsi politici in previsione della
consultazione nazionale. È quindi interessante analizzare le tendenze
che emergono dal nostro sondaggio. Anche perché gli schieramenti
sembrano essere, questi sì, anticipatori dell’offerta politica che con
ragionevole probabilità ci si troverà alle Politiche: il centrodestra
unito, il centrosinistra diviso con la sinistra che si presenta
autonomamente, i 5 Stelle naturalmente da soli.
Nella lettura dei
dati occorre ricordare la situazione di difficoltà che nella regione
vivono il M5S e il suo candidato Cancelleri, a causa della sospensione
delle «regionarie» da parte della magistratura.
L’operato
dell’amministrazione uscente registra una valutazione decisamente
negativa. I sostenitori si fermano a poco più di un quinto degli
elettori, mentre i detrattori arrivano ai tre quarti dei cittadini
siciliani. È una valutazione assolutamente trasversale: gli elettori di
tutti i principali candidati si esprimono grosso modo alla stessa
maniera.
Nella corsa alla presidenza i candidati partono da
posizioni molto distanti per notorietà. Se Vittorio Sgarbi è notissimo
(88% dichiara di conoscerlo), e Musumeci evidenzia un dato consistente,
con il 70% che lo ha almeno sentito nominare, per gli altri tre le cose
cambiano. Fava è conosciuto dalla metà dei siciliani, una percentuale
molto simile emerge per Cancelleri (48%), mentre la notorietà di Micari è
ancora molto bassa (meno di un terzo dichiara di conoscerlo). Come
sappiamo, questi elementi influenzano le dichiarazioni di voto. È noto
infatti che la maggiore notorietà, soprattutto agli inizi della campagna
elettorale, tenda a favorire una più elevata espressione di voto.
Il
gradimento dei candidati vede una situazione molto simile per tutti, al
netto della differenza di notorietà precedentemente evidenziata. La
percentuale di chi esprime un gradimento positivo è infatti
sostanzialmente analoga, per i cinque principali candidati, alla
percentuale di chi invece si esprime negativamente. Se guardiamo al
saldo algebrico fra opinioni positive e negative, tutti i candidati si
aggirano intorno allo zero. Al primo posto Claudio Fava, con un +4%, e
un gradimento del 23% (sul totale degli elettori, compreso chi non lo
conosce), seguito da Sgarbi con un +2% e un gradimento del 41% e da
Cancelleri, anch’egli con un +2% ma un gradimento complessivamente più
basso a causa della ridotta notorietà, pari al 22%. Segue Musumeci con
un +1%, poiché gli estimatori (31%) sono di poco superiori ai detrattori
(30%). In coda si colloca Micari che evidenzia un salto di poco
negativo (-1%). Nel suo caso i sostenitori (12%) sono di un punto sotto
ai critici (13%).
Richiesti di esprimersi sul voto al candidato
una quantità impressionante di elettori si sottrae: gli incerti o i
propensi ad astenersi assommano complessivamente al 61%. Pur essendo una
cifra davvero importante, non è una vera novità per la regione. Nelle
elezioni del 2012 infatti la partecipazione per la prima volta scese al
di sotto del 50% (si presentò ai seggi il 47,4% degli elettori) e, se
guardiamo ai voti validamente espressi, il dato scende ancora,
attestandosi al 45,7%. Significa che oltre il 54% degli elettori allora
non si pronunciò. Una percentuale non così distante dal 61% che
registriamo oggi. Si tratta quindi di una competizione che non sta
entusiasmando ed è lecito aspettarsi una bassa partecipazione.
Le
intenzioni di voto privilegiano Musumeci, che ottiene il 38% dei voti
(pari, è bene ricordarlo, al solo 15% degli elettori), seguito con un
distacco di circa sette punti da Cancelleri (31%). Nettamente
distanziato, al terzo posto si colloca Micari, accreditato del 13%,
subito dietro Fava al 10% (se ragioniamo sugli elettori la distanza si
riduce a un solo punto). Troviamo infine Sgarbi, con un consenso del 5%,
mentre tutti gli altri candidati insieme sono stimati al 3%. Se questi
saranno i risultati, si consoliderà la tendenza all’aggregazione nel
centrodestra, mentre il Pd dovrà riflettere ulteriormente sulle pur
complicate alleanze e allargamenti del proprio campo. Si aprirà, dopo le
elezioni siciliane, il rush finale dei posizionamenti prima della
campagna politica.