sabato 8 luglio 2017

La Stampa online 07.07.17
L’ospedale di Londra chiede un’altra udienza per Charlie dopo i possibili nuovi trattamenti  
I medici londinesi inoltre «ringraziano le offerte di aiuto da Casa Bianca, Vaticano e dai nostri colleghi in Italia e Usa e altrove»

Di Redazione online
Londra
Il Great Ormond Street Hospital di Londra si è rivolto all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso del piccolo Charlie Gard «alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti». Lo riportano Bbc e Sky News dopo che il Bambino Gesù di Roma ha inviato una lettera all’ospedale londinese chiedendo ufficialmente ai medici inglesi di poter somministrare al bimbo un protocollo sperimentale «che può funzionare». I medici londinesi inoltre «ringraziano le offerte di aiuto da Casa Bianca, Vaticano e dai nostri colleghi in Italia e Usa e altrove». L’ospedale pediatrico della Santa Sede aveva infatti inviato all’ospedale, dove è ricoverato il piccolo, una lettera firmata da un gruppo di più di cinque scienziati internazionali in cui informavano la clinica di aver elaborato una terapia sperimentale per il bambino affetto da una grave malattia rara. Secondo il team di medici, guidati dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù, la terapia studiata per il piccolo potrebbe funzionare. Intanto la mamma del bimbo, Connie Yates, non demorde e continua sui vari media del Regno Unito a lottare per suo figlio. In una serie di interviste ha detto che il neonato di 11 mesi ricoverato a Londra non sta soffrendo e che lei non potrebbe in nessun modo vederlo patire. La donna ha lanciato un appello direttamente alla premier britannica Theresa May: «Ci sostenga come stanno facendo gli altri», ha detto. «Noi non siamo genitori cattivi, siamo lì per tutto il tempo, siamo completamente devoti» a Charlie, «non ha dolori e sofferenze e prometto a tutti che non vorrei stare lì a guardare mio figlio nel dolore e nella sofferenza, non potrei farlo», ha detto la madre, aggiungendo che cinque dottori da tutto il mondo credono che ci sia una possibilità su 10 di migliorare i suoi sintomi se il piccolo viene sottoposto al nuovo trattamento offerto in America. La donna è appesa a ogni speranza e ricorda anche il caso di due bimbi con malattie genetiche simili a quella del figlio, che «stanno vivendo vite normali» pur con il supporto della ventilazione. Connie dice che ci sono nuove evidenze del fatto che farmaci sperimentali potrebbero salvare la vita di Charlie. Inoltre è emerso che esperti della Columbia University, l’ateneo associato all’ospedale che si è offerto di accogliere Charlie Gard, hanno sottoposto a una terapia sperimentale un bambino di Baltimora, Art Estopinan, che soffre di una forma simile ma meno grave della malattia con cui è nato il bimbo britannico. I genitori di Art hanno detto al New York Times di esser stati contattati da quelli di Charlie. Ad Art erano stati dati due mesi di vita quando a 18 mesi gli fu diagnosticata la sindrome che ha colpito Charlie. La terapia non è approvata dalla FDA ma può essere richiesta e autorizzata caso per caso per ragioni umanitarie. Art ha adesso sei anni e non può camminare ma muove mani e piedi. Respira assistito da un ventilatore, è nutrito artificialmente e ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. I genitori Estopinan hanno detto di aver accettato di uscire allo scoperto perché «convinti che Charlie debba avere una chance» e perché ritengono che «ci sia speranza».