La Repubblica online 07.07.17
Charlie, l'ospedale inglese riceve protocollo sperimentale e riapre il caso
La
cura approntata dall'equipe internazionale sotto la direzione del
"Bambino Gesù" è stata sottoposta al Great Ormond Street Hospital di
Londra, che si è rivolto all'Alta Corte per una nuova udienza "alla luce
delle richieste relative a possibili altri trattamenti"
Di Redazione online
Londra
LONDRA - Il Great Ormond Street Hospital di Londra si è rivolto all'Alta Corte per una nuova udienza sul caso del piccolo Charlie Gard "alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti". Lo riportano Bbc e Sky News dopo che il Bambino Gesù di Roma ha inviato una lettera all'ospedale londinese chiedendo ufficialmente ai medici inglesi di poter somministrare al bimbo un protocollo sperimentale "che può funzionare". L'ospedale britannico, in una nota, chiarisce: "La condizione di Charlie è eccezionalmente rara, con danni cerebrali catastrofici e irreversibili. I nostri medici hanno esplorato ogni trattamento medico, comprese le terapie nucleosidiche sperimentali. Esperti esterni hanno convenuto con il nostro team che il trattamento sarebbe ingiustificato. Hanno detto che sarebbe inutile e prolungherebbe la sofferenza di Charlie. Non si tratta di una questione di denaro o di risorse, ma soltanto di ciò che è giusto per Charlie. La nostra visione non è cambiata. Riteniamo opportuno ricercare la posizione della Corte di giustizia alla luce delle nuove dichiarazioni. La nostra priorità è sempre stata e sarà sempre l'interesse di Charlie Gard". "Ma la nostra cura e compassione - aggiungono i medici - vanno anche alle famiglie di tutti i bambini che ci occupiamo. Ci sforziamo di assicurarci di offrire loro un supporto illimitato in questi momenti più difficili. Al Great Ormond Street Hospital, ci sforziamo di fornire la migliore assistenza medica possibile per ogni singolo bambino che trattiamo. E 'per questo che siamo riconosciuti come uno degli ospedali per bambini più importanti del mondo, impiegando i medici e infermieri più qualificati e curati che sono assolutamente dedicati ai loro pazienti. Siamo orgogliosi dei nostri colleghi e siamo orgogliosi del lavoro che fanno. Siamo anche immensamente orgogliosi del sostegno pubblico che abbiamo guadagnato durante le generazioni. Lo rispettiamo molto e sappiamo quanto sia prezioso. L'ultima cosa che vogliamo è che un paziente soffra. Siamo rispettosamente riconoscenti delle offerte di aiuto della Casa Bianca, del Vaticano e dei nostri colleghi in Italia e negli Stati Uniti. Vorremmo rassicurare tutti che l'ospedale di Great Ormond continuerà a prendersi cura di Charlie e della sua famiglia con il massimo rispetto e la dignità in questo momento molto difficile". Si apre così uno spiraglio, dopo che ieri la mamma di Charlie, Connie Yates, aveva dato all'associazione Mitocon la drammatica notizia: "Stanno per staccargli la spina” oggi, forse domani". L'associazione delle famiglie e dei pazienti mitocondriali italiana aveva quindi lanciato l'appello alle autorità britanniche a fermare la procedura, perché il protocollo per il trattamento sperimentale a cui sottoporre il bambino era ormai pronto. E in effetti oggi, in una nuova giornata di questa corsa straordinaria contro il tempo, il Great Ormond Street Hospital ha ricevuto dall'Ospedale Bambino Gesù la comunicazione: "Ci sono evidenze" in laboratorio che il protocollo può funzionare. Con annessa richiesta ufficiale ai medici inglesi di poterla somministrare al bambino. Il testo del documento, su carta intentata dell'Ospedale romano, dove sono state omesse le firme dei medici, è stato postato dalla zia di Charlie sul profilo Facebook di sostegno Charlie's Army. L'equipe internazionale di esperti che, guidata dall'ospedale pediatrico della Santa Sede, ha redatto il documento, propone una terapia a base di deossinucleosidi, delle molecole simili ai "mattoni" del DNA. "Esistono evidenze scientifiche - scrivono i ricercatori - a sostegno del fatto che i deossinucleotidi esogeni applicati a cellule umane con mutazione RRM2B in coltura, accrescono la replicazione e favoriscono il miglioramento della sindrome da deplezione del DNA", la mutazione di cui è affetto il piccolo. "Siamo consapevoli - concludono gli esperti - del fatto che la terapia sia sperimentale e, in teoria, dovrebbe essere testata su modelli murini. Tuttavia, non c'è tempo sufficiente per svolgere questi studi e giustificare il trattamento per Charlie Gard. Alla luce di questi importanti nuovi risultati, chiediamo rispettosamente che questa terapia possa essere somministrata a Charlie Gard".