La Stampa 8.7.17
Emiliano: “Una banalizzazione per rincorrere gli avversari”
Il governatore pugliese: “Lasci ad altri le frasi a effetto”
di Amedeo La Mattina
Michele
Emiliano ormai inizia tutte le sue conversazioni con una premessa: «Non
voglio polemizzare con Renzi, anzi io voglio collaborare con il
segretario. Ma questo non mi impedisce di esprimere liberamente le mie
idee. Ritengo che serva ad aiutare il Pd a vincere e a non perdere
qualche altro milione di voti. Ad esempio dico che il testo del codice
Antimafia va approvato esattamente come è uscito dal Senato e il decreto
banche è invotabile».
Come giudica le posizioni di Renzi sui
migranti da aiutare a casa loro e sul numero chiuso che ha scatenato le
proteste su Facebook?
«Sono banalizzazioni. E non è inseguendo le
banalizzazioni degli altri che costruisci una proposta seria. Secondo me
Renzi si è messo paura degli attacchi allo Ius soli, che io ritengo
sacrosanto: è giusto riconoscere la cittadinanza italia ai bambini nati
nel nostro Paese. È una norma di civiltà e non dobbiamo metterci paura
dopo avere avuto coraggio».
Dunque una banalizzazione. Allora Renzi dovrebbe rettificare?
«Le
migrazioni dall’Africa non sono un fenomeno contingente. Ha una portata
storica che durerà decine di anni e la posizione del segretario ha un
senso solo se inserita in una politica migratoria ampia. Non serve avere
l’applauso di una certa opinione pubblica. Le frasi a effetto le lasci
agli altri. Noi siamo il Pd».
A proposito del Pd. Dopo i toni
molto duri alle primarie, lei ha offerto un ramoscello d’ulivo a Renzi,
gli ha chiesto di lavorare alla coalizione di centrosinistra, di fare
un’alleanza con una grande lista civica nazionale, mettendosi a
disposizione per formarla. Finora ha ricevuto solo porte in faccia.
«Ci
vuole pazienza. Renzi non ha ancora detto no alla lista civica
nazionale. Ci sta riflettendo, ma senza un premio di maggioranza alla
coalizione questo tipo di alleanza e anche quella con Pisapia e Mdp non
si possono fare. Lui vuole riempire le liste di personalità della
società civile. Ma deve fare attenzione perché su questa strada va allo
scontro con le varie componenti del partito che verrebbero penalizzate
nella composizione delle liste elettorali. Il Pd si sbriciolerebbe».
Lei
oggi a Roma ha riunito la sua componente, Fronte Democratico. Come atto
di distensione è venuto a parlare Matteo Richetti, il portavoce del Pd.
Dal suo intervento, a parte attestazioni di amicizia, non sono venute
aperture sostanziali.
«Sono molto contento che sia venuto. È già
una cosa positiva. Con Richetti è stato possibile un’interlocuzione
anche nei momenti più difficili delle primarie. È un bene essere chiari
ed espliciti. A Renzi dico che deve evitare di blindarsi in un fortino,
di dire che chi vuole andarsene se ne vada. Io non me ne andrò mai dal
Pd, anche se vengo maltrattato. In molti se ne sono andati e non mi
riferisco solo ai compagni di Articolo 1 che spesso dicono cose
respingenti uguali e contrarie a quelle che dice il segretario. Mi
riferisco ai milioni di elettori che non ci votano più e alle centinaia
di migliaia di persone che prima erano del Pd e ora fanno politica nei
movimenti civici. A questi dobbiamo aprirci, altrimenti siamo condannati
alla sconfitta elettorale».