La Stampa 1.7.17
Il Pd rinuncia alla testata “L’Unità”
Nasce “Democratica”, ma solo online
I giornalisti del quotidiano chiuso: il Pd ci ha abbandonati
di Francesca Schianchi
Il
titolo di prima pagina è «Ripartiamo dal Pd. Oggi l’assemblea dei
circoli: al centro le idee, non le polemiche». Poi c’è un articolo sul
tema delle periferie, con tanto di riproposizione dell’antico motto di
Renzi «un euro in sicurezza e uno in cultura». Una pagina dedicata ai
social, con tweet del segretario e alcuni fedelissimi come Giachetti e
Malpezzi, e un sondaggio Swg che dà il Pd primo partito al 28,5 per
cento e il M5S al 25,9. In mattinata è proprio Roberto Giachetti ad
annunciare la novità del Pd renziano, otto pagine di «quotidiano
digitale e multimediale», diretto dal deputato ed ex condirettore
dell’Unità Andrea Romano, da diffondere gratis attraverso i canali
social a iscritti e simpatizzanti Pd. Democratica, «la voce del Pd» che
il segretario in persona presenta orgoglioso via Facebook: e che invece
osservano sbigottiti i giornalisti dell’Unità, da aprile senza stipendio
né cassa integrazione, che nulla sapevano dell’iniziativa editoriale
del partito. «Ma sapevamo di essere rimasti da soli a difendere
l’Unità», si legge in una nota della rappresentanza sindacale, il
Comitato di redazione (Cdr).
«Hanno fatto tutto di nascosto – lamenta
Sergio Staino – ufficialmente c’è ancora L’Unità, io sono ancora il
direttore, ma in realtà non c’è nulla, e il Pd ci ha abbandonato di
fatto». Il partito è socio di minoranza della società editrice, al 20
per cento, attraverso la Fondazione Eyu (l’80 per cento appartiene alla
Piesse), e il Cdr denuncia una assoluta latitanza dei vertici dem nella
trattativa. Che, al momento, è allo stallo: «Ci sono 35 persone tra
giornalisti e poligrafici che vivono in una bolla, con il giornale che
ormai da un mese non esce, senza stipendio né ammortizzatori, e da
settimane nessuno ci risponde più», spiega Maria Zegarelli del Cdr. Per
questo, lascia l’amaro in bocca la nuova iniziativa dem strombazzata con
toni entusiasti, tanto più dopo che, giurano, da tempo chiedevano di
avviare un proprio sito (Unità.tv non è curato dalla testata): «Possiamo
dire che l’ipocrisia è caduta definitivamente e il Pd ha finalmente
scoperto le carte seppellendo l’esperienza de L’Unità», prosegue la nota
del Cdr: quando, tre anni fa, il giornale chiuse, titolò «Hanno ucciso
l’Unità»: «Anni dopo si svelano gli autori del delitto perfetto».
Il
direttore Staino attacca Romano, oggi alla guida di Democratica, che lo
affiancò per un po’ prima di andarsene causa forti divergenze tra i due:
«Rappresentava l’antigiornalismo in persona, mi ha fatto difficoltà
ogni volta che c’erano da pubblicare pezzi critici nei confronti di
Renzi». E Romano, oltre a difendersi («mi sarebbe piaciuto che Staino
dicesse: ho fallito come direttore di un quotidiano di cui non sono
riuscito ad aumentare le copie vendute») prova a spiegare l’iniziativa:
«Democratica non ha niente a che vedere con il quotidiano cartaceo»,
potrebbero, dice, «integrarsi in termini politici, ma il problema oggi è
che il giornale è controllato da un socio di maggioranza che ha
congelato la situazione». E non è molto rassicurante il commento di
Lorenzo Guerini: «Mi auguro ci sarà una soluzione».