il manifesto 11.7.17
A Firenze Diritti a sinistra
di Amos Cecchi
A
Firenze è in atto un’aggregazione pluralistica – Diritti a Sinistra –
che si propone di contribuire alla ridefinizione di un pensiero critico
quale base per un nuovo e forte soggetto politico della sinistra. Il
largo dispiegarsi dell’iniziativa, con l’attivazione di tante persone,
manifesta una domanda politica in formazione e induce ad una riflessione
generale.
1. Non c’è dubbio che a fronte di un importante
confronto politico-elettorale (in autunno o in primavera) sia necessario
che l’area potenziale di sinistra abbia a disposizione una proposta
unitaria, credibile, innovativa. Con un’offerta attraente della
sinistra, si può puntare a scomporre gli esistenti rapporti di forza ed a
far pesare la sinistra sulla prospettiva del nostro Paese. Pur avendo
coscienza che una risposta significativa, sul piano della contingenza
politico-elettorale, è una condizione necessaria ma non sufficiente per
dispiegare, in modo nuovo, un’azione di cambiamento nel nostro Paese.
2.
Lo stato politico della sinistra è grave. Al di là di formazioni
politiche largamente in fieri, gran parte della sinistra potenziale si
presenta oggi non impegnata, o distante dalla politica (e dal voto), o
votante (con relativa convinzione) per aggregazioni di differente
populismo. Essa appare davvero un volgo disperso che nome non
ha.Riaprire un dialogo qui, seppur necessario, non è semplice. Con un
impegno, in più modi, da parte di tanti, può essere intercettata una
domanda che, ancora assai ingessata, sta disvelandosi con segni
importanti – dal referendum ambientale a quello costituzionale – e che,
se si incide sui punti nevralgici della condizione di vita di tanta
parte della società italiana, può anche diventare montante.
Indispensabile è una riflessione critica profonda. Non soltanto sulla
piega impressa al Pd negli ultimi anni. Ma anche e soprattutto
sull’azione prevalente della sinistra negli ultimi 20-25 anni. C’è da
uscire da quella che, esplicitamente o implicitamente, è stata una lunga
e spessa subalternità, politica e culturale, al liberismo ed al
politicismo.
Lavoro, scuola, ambiente, welfare, differenze di
genere e individuali, Europa: a cominciare da qui, c’è da costruire una
larga cultura politica di sinistra, una capacità di analisi e di
elaborazione, nuova e radicale. In grado di contrastare e rovesciare la
logica che un potere reale accentratosi in specie nella finanza sta
dispiegando sull’economia e sulla società, con un modello che produce,
al contempo, una disuguaglianza sociale insostenibile, una profonda
sottoutilizzazione delle forze produttive sociali ed una perdurante
stagnazione economica, insieme ad alti livelli di profitto. C’è da
mettere, quindi, al centro i nodi di fondo del Paese e dell’Europa
riaprendo, intorno ad essi, una polarizzazione politica di fondo,
sinistra/destra, in grado di contenere e relegare ai margini le
differenti forme di populismo.
3. Il rilancio di una sinistra
forte e inclusiva, in grado di pesare nel Paese e in Europa, con un
soggetto politico compiuto, passa, oggi, anche per una ridefinizione del
modo di far politica e, quindi, per la ri-costituzione di un suo popolo
attivo − pluralistico e multiforme (non soltanto un elettorato con cui
confrontarsi alle scadenze formali). La politica, non esaurendosi nella
dimensione dei partiti e delle istituzioni, necessita che altre
funzioni, ugualmente politiche e altrettanto importanti, seppur
richiedenti modalità di organizzazione, partecipazione e comunicazione
differenti (da sperimentare), siano, in un rapporto di inter-azione,
esercitate intensamente. Un popolo attivo, soprattutto in questa fase di
crisi di legittimazione della politica, donando socialmente impegno
politico-civile, può anche offrire, nell’interscambio, una forma di
garanzia etica all’azione della sinistra.
4. In tal senso, è
importante che le iniziative in tante aree del Paese si mettano in rete,
coordinandosi e valorizzando il proprio ruolo, iniziando a costituire
quell’entroterra politico-culturale di massa di cui la sinistra ha
estrema necessità.