Il Fatto quotidiano 07.07.17
L’ultimo grido della madre: “Staccano la spina a Charlie”
I genitori chiamano la fondazione Mitcon che afferma: “Pronto il protocollo di cure”
Di Fabrizia Caputo
Roma
“Stanno per staccargli la spina”. Le parole di Connie, la mamma di Charlie Gard, questa volta arrivano attraverso Piero Santantonio, presidente dell’associazione Mitocon, la Onlus che si occupa di malattie mitocondriali come quella di cui è affetto il piccolo Charlie, di soli10 mesi.
Tra i centri di riferimento l’associazione ha l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, che si era reso disponibile ad accogliere il piccolo Gard, offerta poi declinata per motivi legali, e l’ospedale Agostino Gemelli (entrambi legati al Vaticano). Connie Yates “ci ha chiesto aiuto - spiega l’associazione - dice che nell’ospedale stanno per staccare le macchine che tengono in vita il bambino. Potrebbe accadere già stasera o forse venerdì”. Il presidente Piero Santantonio lancia allora un appello alle autorità inglesi, ma in realtà anche un annuncio: “Fermatevi, il protocollo scientifico del trattamento sperimentale è pronto”. IN QUESTI GIORNI, fa sapere, Mitocon è stata in contatto costante con la famiglia di Charlie e Santantonio ha dichiarato che dopo una riunione che si è tenuta ieri “tra i medici e i ricercatori dell’equipe internazionale, tra poche ore sarà resa nota una posizione ufficiale rispetto alle possibilità terapeutiche percorribili per il piccolo Charlie”. Gli scienziati stanno lavorando sulle sindromi da deplezione del Dna mitocondriale e nello specifico, su quelle indotte dalla mutazione RRM2B, che ha colpito il piccolo Charlie. Per il presidente di Mitocon “la terapia nucleosidica ha già dato dimostrazione di efficacia in un numero significativo di casi, ed il gruppo di lavoro è dunque giunto alla conclusione che possa essere efficace nel caso del piccolo Charlie”. Se così fosse, sarebbe una novità che potrebbe cambiare le cose. Anche il presidente Donald Trump si è detto “pronto ad aiutare” e sul caso è intervenuta anche la premier britannica Teresa May, dichiarandosi fiduciosa nel fatto che l’ospedale possa considerare “tutte le offerte”. Inoltre, è possibile un bilaterale chiesto per oggi dalla Casa Bianca al Regno Unito nel corso del G20 di Amburgo.