venerdì 30 giugno 2017

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Bimbi, imparate da Stalin e Mao
Dibattiti | Esce in America Communism for kids. Bollato da decine di recensori come una vergogna. Peccato che, al di là del titolo, si tratta di una critica

Si sa, l’educazione dei nostri bambini sta a cuore a tutti. E si moltiplicano allora utilissimi manuali di consigli per allevarli nel migliore dei modi. Fra i molti qualcuno spicca per sensibilità e aureo estro. Per esempio: è importante dar loro modelli a cui far riferimento. Ecco: volete che i vostri piccoli cuccioli crescano imitando le gesta dei dittatori comunisti, artefici di non pochi genocidi? Volete amorevolmente insegnare loro come gestire un gulag? Volete che crescano con i giusti valori, come la distruzione dell’Occidente? Finalmente c’è il libro per voi, e pure per una cifra modesta: appena 12,95 dollari. Si tratta di Communism for Kids, pubblicato in America nientemeno che dalle blasonate edizioni del Mit di Boston – traduzione del volumetto tedesco di Bini Adamczak, apparso con il titolo K o m m u n ismus: kleine Geschichte, wie endlich alles anders wird (Comunismo: piccola storia di come tutto sarebbe potuto andare diversamente). Qui troverete i grandi eroi della storia, da Barack Obama a Stalin, da Mao a Bernie Sanders passando per Fidel Castro: campioni di libertà, valorosi e prodi combattenti per un mondo più giusto e… comunista! Il tutto raccontato come si deve: ci sono le principesse (gelose), i contadini (arrabbiati), i lavoratori sfruttati (che rompono le catene del giogo del padrone)... Ora, in America il libretto non è proprio passato inosservato. Il New York Times s’è preso la briga di fare l’elenco di testate, autorevoli esponenti politici, intellettuali e non solo che si sono scandalizzati e hanno gridato con voce forte Vergogna!Si va da Breitbart alla National Review, dal Daily Best alla Fox News, e poi ancora Milo Yiannopoulos e Steven Crowder e così via. Reazioni sacrosante, si dirà. Certo, se non fosse per un piccolo, piccolissimo problema: è tutto falso. Chiunque si sia preso la briga di leggere il libro non fermandosi al solo titolo, capirà che è una critica della storia del comunismo. L’autrice, che ha scritto diverse opere sulle tragedie dell’Unione Sovietica, cerca di raccontarle con un linguaggio semplice, non da specialisti. E la sua è una narrazione di sofferenze, sconfitte e fallimenti. Parlarne non è semplice. Lei lo fa con ironia, certo, ma anche prendendo sul serio le motivazioni, i desideri e gli ideali di coloro che hanno sostenuto il comunismo con i suoi fallimenti. Ah, se i recensori leggessero i libri anche in America! Insomma, bisogna rivolgere un appello agli editori italiani: correte ad accaparrarvi i diritti di questo libello. Ci pensate alle reazioni scomposte, immotivate, e a quanto ci si potrebbe divertire qui da noi?