La Stampa 13.2.19
Ecco perché anche i papà possono cadere nella depressione post-partum
Non
partoriscono, ma partecipano attivamente a tutte le fasi della
gestazione. Dalle ecografie alla nascita, le emozioni e le paure che
possono coinvolgere il futuro genitore
di Angela Nanni
La
depressione post parto è un serio problema di salute che non coinvolge
solo le neo mamme, ma anche i papà. Della depressione che può
coinvolgere i papà subito dopo il lieto evento, si parla poco, ma non
solo il fenomeno è di non trascurabile entità, ma può avere serie
ripercussioni anche sulla vita della prole.
Secondo gli
studi a disposizione gli uomini, al pari delle donne, subito dopo la
nascita possono provare ansia, sviluppare dipendenza nei confronti di
alcol e gioco d’azzardo, possono evitare di stare a contatto con il loro
piccolo e trattenersi oltremisura al lavoro o tradire la compagna.
Arrivano a sperimentare, cioè, una sensazione di inadeguatezza che li
allontana dal nido familiare.
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«Gli
uomini possono anche rinviare il processo di adattamento alla paternità
fino a dopo la nascita del bambino. Questa esperienza è caratterizzata,
inizialmente, da un senso di estraneità, poiché il padre non vive in
prima persona l’esperienza di un altro dentro di sé. Il suo legame con
il piccolo è mediato dal racconto della moglie e/o dalle immagini
ecografiche che gli raffigurano il figlio che si sta formando. Questo
non significa che, anche lui, non si crei un’immagine del futuro figlio
in cui vengono proiettate fantasie, desideri, timori e problematiche
inerenti la propria storia personale» racconta Rossana Riolo Psichiatra,
psicoterapeuta Responsabile Centro Salute Mentale di Camposampiero ,
Referente Ambulatorio Mamme senza depressione del Distretto 4 Aulss 6
Euganea .
Da 10 anni è attivo proprio negli ospedali di
Camposampiero e Cittadella ( Padova) un Servizio Specialistico di
consultazione e cura dedicato alle donne in gravidanza e in post partum,
portato avanti da un team composto da psicologi e psichiatri . Sulla
scorta dell’adesione ricevuta direttamente dalle mamme e indirettamente
anche dai padri che spontaneamente afferiscono all’ambulatorio Mamme
Senza depressione da circa due anni, in collaborazione con l’Università
di Bologna e il Prof Baldoni (capofila di un progetto di validazione di
un questionario rivolto ai padri), il Servizio ha deciso di aderire alla
raccolta dati in collaborazione con il Consultorio Familiare di
Camposampiero. Viene presentato il questionario rivolto ai papà
all’interno del percorso nascita, per individuare situazioni di disagio
anche nella figura paterna.
«Il padre ha un ruolo decisivo sia in
gravidanza sia nel post partum, di tutela, protezione e sostegno della
diade madre-figlio. La paternità è un’esperienza entusiasmante, ma
altrettanto faticosa come la maternità e quindi esposta agli stessi
rischi, disagi e veri e propri disturbi, inclusa la depressione post
partum che incide per un 10%, come testimoniano alcuni studi
scientifici» commentano la Dott.ssa Ciulli e la Dott.ssa Donolato,
entrambe psicologhe del team dedicato.
La vita ambulatoriale di ogni giorno
Viene
da chiedersi come questi neo papà manifestino il loro disagio e come e
se sono in grado di chiedere aiuto. A rispondere sono ancora la dott.ssa
Riolo e il Dott. Mesiano, psicologo e psicoterapeuta sulla scorta della
loro esperienza: «Sono meno frequenti i padri che si rivolgono
direttamente al nostro Servizio per difficoltà personali di tipo
psicologico nonostante la presenza di un progetto esplicitamente
dedicato loro. Ciò che più spesso si verifica è una richiesta indiretta,
che si costruisce nel tempo. Spesso è segnalandoci le difficoltà delle
partner che i papà si interrogano sul loro ruolo e quindi si rapportano
con le dinamiche del nuovo assetto della coppia divenuta famiglia. I
padri tendono a identificarsi in stereotipi che giustificano il loro
sentirsi messi un po’ in disparte o poco utili e di fatto allontanandosi
dalla compagna sempre di più, sia fisicamente che, soprattutto
emotivamente».
Manifestazioni del disagio
Ci sono dei segni
che le neo mamme dovrebbero cogliere e interpretare come campanelli
d’allarme circa lo sviluppo di depressione nel loro compagno dopo la
nascita del proprio bambino?
«Nei neo papà si possono presentare
disturbi d’ansia quali attacchi di panico e fobie. Le lamentele
somatiche possono sfociare in veri e propri disturbi di somatizzazione o
preoccupazioni ipocondriache. Possono verificarsi agiti comportamentali
come crisi di rabbia, condotte violente, attività fisica o sessuale
compulsiva, fughe nel lavoro o con gli amici; abuso di sostanze o
disturbi di dipendenza da gioco d’azzardo o da internet. Queste
problematiche comportano disturbi relazionali di coppia come
incomprensioni, litigi, conflitti che talvolta possono sfociare anche in
relazioni extraconiugali.- Racconta ancora la dott.ssa Riolo che
conclude- Spesso sono le compagne a rivolgersi direttamente al nostro
servizio segnalando tali difficoltà come minacciose/compromettenti per
la tranquillità necessaria a poter accudire al meglio il/i figli/o.
Spesso
la richiesta è di poter sentire il partner come parte integrante della
triade e dunque partecipe del benessere e dell’accudimento sia negli
aspetti più pragmatici e concreti e sia a quello più complicato e
delicato, ovvero il sostegno emotivo-affettivo, contenendo le varie
preoccupazioni che possono insorgere nella neomamma. Poter affidare
tutto questo a una terza persona, qualificata e garante di uno spazio
diverso dal contesto familiare o amicale, permette a entrambi di
ascoltarsi e confrontarsi con i reciproci timori, angosce ma anche
fantasie e speranze svincolati da sensi di colpa. Questo da avvio alla
possibilità anche per il padre di dichiarare il suo stato di difficoltà e
accettare un aiuto che gli permetta di riconquistare il suo ruolo a
partire dal suo vissuto soggettivo e dalla sua storia personale di
figlio e uomo».