mercoledì 26 settembre 2018

il manifesto 26.9.18
«Così i migranti saranno sempre più ricattabili, anche se sono in regola»
Salvatore Fachile (Asgi). «Si accomunano i migranti ai criminali per giustificare l’uso del provvedimento di urgenza. E si inseriscono norme che limitano senza motivo e loro diritti»
di Carlo Lania


«Giuridicamente il decreto Salvini è in perfetta continuità con il precedente decreto Minniti ma in più punta rendere sempre più precaria e ricattabile la vita dei migranti presenti in Italia, anche se sono in possesso della protezione internazionale o addirittura della cittadinanza». Avvocato dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Salvatore Fachile non nasconde la preoccupazione per le possibili conseguenze del provvedimento su immigrazione e sicurezza varato lunedì dal consiglio dei ministri.
Nel decreto si mettono insieme migranti e terroristi.
Ovviamente i migranti vengono trattati come un fenomeno criminale, ma la cosa che colpisce di più è l’uso della decretazione di emergenza per un fenomeno che nel corso dell’ultimo anno ha subito un calo dell’80%. I migranti vengono strumentalizzati associandoli a fenomeni pericolosi o di emergenza che devono essere oggetto di grande attenzione mediatica e affrontati con l’uso di provvedimenti eccezionali. Questo si vede nell’uso dello strumento scelto, il decreto, ma anche in una serie di norme che vengono varate, alcune delle quali sono apertamente incostituzionali e altre, che definirei inopportune, che limitano i diritti dei cittadini stranieri e lo fanno soprattutto senza una ragione.
Cosa comporterà l’abrogazione della protezione umanitaria?
Realisticamente un piccolo aumento del numero delle protezioni sussidiarie riconosciute, che oggi rappresentano una percentuale bassissima, ma nello stesso tempo moltissime persone che oggi sono perfettamente integrate e non rappresentano nessun allarme per l’ordine pubblico diventeranno irregolari.
E’ prevista anche la possibilità di revocare l’asilo in caso di condanna.
Non si fa altro che amplificare una norma già esistente rendendo più semplice sia il diniego che la revoca della protezione internazionale inserendo delle ipotesi di reato meno gravi rispetto a quelle previste oggi per poter procedere con la revoca. Come ad esempio alcune ipotesi di furto aggravato o la minaccia a pubblico ufficiale. In questo modo si rende ancora più precaria e più ricattabile la vita delle persone anche quando ottengono la protezione oppure la cittadinanza. Non si è mai al sicuro.
Si limita l’accesso al sistema Sprar ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati. I richiedenti asilo finiranno nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria. Non si rischia di creare quelle megaconcentrazioni di migranti criticate in passato anche dalla Lega?
L’intento normativo è proprio quello: abbandonare il modello di accoglienza Sprar basato su numeri piccoli e sdoganare senza più alcun limite normativo l’accoglienza dei grandi luoghi, permettendo una maggiore possibilità per i prefetti di gestire direttamente i fondi legati all’accoglienza e la logistica. Attenzione: non stiamo parlando di una misura che tende al risparmio, perché i costi saranno gli stessi. In più la possibilità di creare grandi agglomerati di cittadini stranieri avrà come conseguenza l’aumento di tensioni con le popolazioni locali.
Nel decreto è prevista la possibilità di revocare la cittadinanza ai cittadini stranieri. Così non si crea una disparità di trattamento con gli italiani?
E’ una misura con forti profili di incostituzionalità che ancora una volta punta a rendere sempre ricattabile il cittadino straniero. Ma voglio sottolineare un altro aspetto preoccupante contenuto nel decreto, e che riguarda la procedura di frontiera e la detenzione. E’ il settore in cui più è stata forzata la mano. Tutte le persone che arriveranno alla frontiera, dall’aeroporto a Lampedusa, potranno essere detenute fino a sei mesi, anche negli hotspot, solo a fini identificativi. In questo modo tutti gli hotspot diventeranno delle carceri. Per queste persone è prevista una procedura accelerata che limita tantissimo il potere di ricorso. Significa di fatto non dargli la possibilità di parlare con un avvocato e di ricevere le informazioni a cui hanno diritto. Avere una procedura normale per la richiesta di asilo diventerà un privilegio per pochi, mentre la maggior parte delle persone verranno giudicate in maniera sommaria alla frontiera e per di più in stato di detenzione.