Segni dei tempi /1
il manifesto 23.6.18
L’Unità torna in edicola. Con l’addetto stampa direttore
Quotidiani.
La proprietà - il gruppo Pessina, lo stesso che ha chiuso il giornale
assieme al Pd e deve ancora pagare stipendi arretrati ai giornalisti e
tipografi - ha deciso di tornare in edicola e di nominare direttore il
responsabile dell’ufficio stampa del gruppo, tal Luca Falcone. Che nel
curriculum può annoverare al massimo l’aver seguito Roberto Giachetti
nella fallimentare campagna elettorale come sindaco di Roma nel 2016.
di Marina Della Croce
Immaginate
il capo ufficio stampa di Confindustria – sconosciuto ai più – nominato
direttore del Sole24Ore. È quello che sta per succedere a l’Unità, lo
storico giornale fondato da Antonio Gramsci che ha cessato le
pubblicazioni nel giugno 2017.
La proprietà – il gruppo Pessina,
lo stesso che ha chiuso il giornale assieme al Pd e deve ancora pagare
stipendi arretrati ai giornalisti e tipografi – ha deciso di tornare in
edicola e di nominare direttore il responsabile dell’ufficio stampa del
gruppo, tal Luca Falcone. Che nel curriculum può annoverare al massimo
l’aver seguito Roberto Giachetti nella fallimentare campagna elettorale
come sindaco di Roma nel 2016.
La stranezza del progetto è totale.
Solo un mese fa la testata de l’Unità doveva andare all’asta proprio
perché la proprietà non aveva pagato due mensilità ai giornalistici che
per ottenere i soldi erano riusciti a pignorare l’unico bene di valore –
i conti correnti dell’Unità Srl erano tutti in rosso. In extremis la
proprietà ha pagato il dovuto ritornando in possesso della testata. Ha
fatto uscire un numero unico per evitare che la testata decadesse – la
legge sulla stampa la prevede che dopo un anno di lontananza dalle
edicole – e ora tenta di rilanciare il marchio, forse in vista di una
vendita per rientrare dei debiti accumulati in questi anni.
Giovedì
negli uffici della Federazione nazionale della stampa la proprietà ha
incontrato il Comitato di redazione per illustrare il piano editoriale
della nuova iniziativa editoriale: numeri settimanali prima e da
settembre il ritorno in edicola sei giorni su sette. L’idea è quella di
riaprire prima con numeri settimanali e da settembre di tornare in
edicola sei giorni la settimana. Per farlo però serve cambiare la
causale della cassa integrazione: passare da «cessazione delle
pubblicazioni» a «ristrutturazione» con una riduzione dagli attuali 28
giornalisti. Un cambio che necessita di un accordo sindacale che visto i
burrascosi precendenti con l’azienda – minacce ai sindacalisti – si
annuncia tutt’altro che semplice.