domenica 24 giugno 2018

Segni dei tempi /1
il manifesto 23.6.18
L’Unità torna in edicola. Con l’addetto stampa direttore
Quotidiani. La proprietà - il gruppo Pessina, lo stesso che ha chiuso il giornale assieme al Pd e deve ancora pagare stipendi arretrati ai giornalisti e tipografi - ha deciso di tornare in edicola e di nominare direttore il responsabile dell’ufficio stampa del gruppo, tal Luca Falcone. Che nel curriculum può annoverare al massimo l’aver seguito Roberto Giachetti nella fallimentare campagna elettorale come sindaco di Roma nel 2016.
di Marina Della Croce


Immaginate il capo ufficio stampa di Confindustria – sconosciuto ai più – nominato direttore del Sole24Ore. È quello che sta per succedere a l’Unità, lo storico giornale fondato da Antonio Gramsci che ha cessato le pubblicazioni nel giugno 2017.
La proprietà – il gruppo Pessina, lo stesso che ha chiuso il giornale assieme al Pd e deve ancora pagare stipendi arretrati ai giornalisti e tipografi – ha deciso di tornare in edicola e di nominare direttore il responsabile dell’ufficio stampa del gruppo, tal Luca Falcone. Che nel curriculum può annoverare al massimo l’aver seguito Roberto Giachetti nella fallimentare campagna elettorale come sindaco di Roma nel 2016.
La stranezza del progetto è totale. Solo un mese fa la testata de l’Unità doveva andare all’asta proprio perché la proprietà non aveva pagato due mensilità ai giornalistici che per ottenere i soldi erano riusciti a pignorare l’unico bene di valore – i conti correnti dell’Unità Srl erano tutti in rosso. In extremis la proprietà ha pagato il dovuto ritornando in possesso della testata. Ha fatto uscire un numero unico per evitare che la testata decadesse – la legge sulla stampa la prevede che dopo un anno di lontananza dalle edicole – e ora tenta di rilanciare il marchio, forse in vista di una vendita per rientrare dei debiti accumulati in questi anni.
Giovedì negli uffici della Federazione nazionale della stampa la proprietà ha incontrato il Comitato di redazione per illustrare il piano editoriale della nuova iniziativa editoriale: numeri settimanali prima e da settembre il ritorno in edicola sei giorni su sette. L’idea è quella di riaprire prima con numeri settimanali e da settembre di tornare in edicola sei giorni la settimana. Per farlo però serve cambiare la causale della cassa integrazione: passare da «cessazione delle pubblicazioni» a «ristrutturazione» con una riduzione dagli attuali 28 giornalisti. Un cambio che necessita di un accordo sindacale che visto i burrascosi precendenti con l’azienda – minacce ai sindacalisti – si annuncia tutt’altro che semplice.